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Le regole valgono per tutti, anche a Verona, altro che amicizie altolocate
Le regole valgono per tutti, anche a Verona, altro che amicizie altolocate 21 lug 21 Nel 2003 il Cosenza Calcio fu escluso dalla serie B per un ritardo nella presentazione della fideiussione arrivata dopo qualche ora del termine perentorio fissato dalla FIGC. Oggi assistiamo basiti a dichiarazioni che arrivano da Verona sulla sicurezza che, nonostante tutto, nonostante 7 anni di IVA mai pagata, nonostante la presentazione postuma di documentazione oltre i termini perentori, nonostante tutto, il Chievo, in fin dei conti, dovrebbe passarla liscia. Che male avrebbe fatto nel violare le leggi sportive rispettate da tutti i club? Ad avvalorare questa tesi interpretazioni di dichiarazioni del presidente della Serie B, Mauro Balata che avrebbe aperto la porta a scenari inconsueti quasi fosse una cosa tra amici che tutto si può aggiustare toccando determinati tasti. Come se il numero uno della serie cadetta può staffottersene delle regole tanto se fino ad oggi si è fatto in quel modo per il Chievo si può chiudere un occhio. Atteggiamenti che non depongono bene per professionisti chiamati a far rispettare le notme. Gli ammiccamenti attengono ad altre sfere sociali non certo al diritto che vive di regole. Ci sarebbero gli estremi per far scattare una inchiesta immediata da parte della Procura Federale. Come, qui una intera città e una intera provincia ha conosciuto l'onta della radiazione per un ritardo di alcune ore ed ora si paventano "amicizie" ad alti livelli mettendo in mezzo anche figure apicali come il capo della FIGC, Gravina, pronte a far chiudere un occhio o anche due tanto "mi manda Picone". Si signori. Tutto questo non è frutto della nostra fantasia ma è apparso su di un articolo del quotidiano "L'Arena di Verona" che scrive testualmente "Ad incidere anche la consistenza della memoria della Figc. Se la Federcalcio sarà quindi intransigente come mostrato al Consiglio della settimana passata accogliendo in toto i dubbi della Covisoc, ma non poteva far altro, o se invece la sua posizione seppur di difesa sarà più aperta e possibilista com'è parso anche poco prima del verdetto di colpevolezza di giovedì scorso". Una sorta di chiacchierata tra amici in osteria. E ancora "Lo stesso presidente di B, Mauro Balata, aveva aperto ogni scenario al momento della decisione della Figc andando ben presto al vero nocciolo della questione, quello «dell'ordinamento giuridico e di quello statuale, integrato quest'ultimo più volte da una serie di norme emergenziali anche in materia tributaria»". E non finisce qui perché il quotidiano veronese si dice sicurissimo della vittoria perché "Da una parte il Chievo «con l'esigenza di avere dei riscontri documentali su un diritto di procedere al pagamento con determinate agevolazioni», dall'altro la Federcalcio col «termine perentorio del 28 giugno», ultimo giorno per presentare la domanda di iscrizione. Riepilogando: il Cosenza nel 2003 ritarda di un'ora e viene radiato, il Chievo dopo gironi e la rincorsa a cercare di mettere una pezza a 7 anni di Iva non pagata, e chissà che altro, presenta correttivi di pagamenti che l'Agenzia delle entrate ha bocciato perché se dopo l'ottava rata non viene mai versato un cent ogni forma di rateazione viene considerata nulla. Non esiste una sanatoria della sanatoria della sanatoria. Questa la legge. Poi se si vogliono cambiare le regole in corso d'opera, noi siamo qui a fare la nostra opera di denuncia. Peraltro le amicizie e i "compari" non fanno testo davanti ad un organo supremo come il Collegio di Garanzia dello Sport che è chiamato nel merito a giudicare sull'operato di FIGC e Covisoc e non altro. Lo Stato non può sconfessare se stesso e il suo operato. Altro che amicizie, qua è roba da inchiesta sportiva prima di tutto e poi di quella ordinaria. Cosenza, non ne può più di soprusi e aspetta che si rispettino le regole. Non fosse atro per vedere applicata la stessa che l'ha vista soccombere nel 2003.
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