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      Il Cosenza tutelato da nessuno. Servirebbe un Gratteri anche per il calcio

       

       

      Il Cosenza tutelato da nessuno. Servirebbe un Gratteri anche per il calcio

      21 gen 20 Quanto è accaduto ieri sera allo Stadio San Vito Marulla di Cosenza è la dimostrazione plastica di come il mondo del calcio non abbia alcuna tutela legale. A Cosenza nessuno dimentica il passato. Non basta avere i conti a posto e una società modello perchè sul campo vengano rispettati i canoni della sportività ancor prima di quelli del rispetto delle regole. In un campionato di serie B dove abbiamo assistito al lento declino di società importanti, senza scavare troppo nel passato basta guardare alle ultime due stagioni dove il banco è saltato a Bari e a Palermo, senza che alcuna autorità di controllo, nonostante i segnali evidenti di problematiche importanti, abbia agito preventivamente, ancora oggi i fantasmi di conti, probabilmente non a posto, di società che continuano a soffrire aspettando la manna dei lauti finanziamenti di cui molti masnadieri sono a caccia già prima che la stagione calcistica cominci, avvelenano i pensieri di quanti tengono da sempre i conti a posto. Non c'è bisogno di correre tanto lontano nel tempo per scovare i verbali delle varie inchieste delle Direzioni Distrettuali Antimafia che hanno inchiodato diversi clan interessati al mondo del calcio per il semplice motivo che i fiumi di denaro liquido che affluiscono nelle casse delle società sono oggetto dell'interesse delle cosche perchè servono a "scambiare", in gergo legale "riciclare", pulire gli introiti illeciti del malaffare. Pressioni che nel mondo del pallone molte volte hanno l'effetto di vedere stravolte tutte le normali regole. Che guarda caso proprio a Cosenza vengono puntuamente mandate all'aria. E' accaduto ieri sera durante una "svista" che tanto svista non sembra. Quell'assistente andrebbe radiato tanto è clamoroso il suo errore. E' accaduto qualche settimana fa durante il calcio mercato per la questione Omeonga, trattativa civetta per impedire l'arrivo di un altro calciatore. Guarda caso è accaduto a giugno con la trattativa per un attaccante prima chiusa e poi saltata al momento del deposito del contratto. Operazioni così fini ma così incredibilmente pacchiane da sollevare anche i sospetti di un bambino che sul dietro le quinte del calcio girano personaggi che andrebbero monitorati da persone come il Procuratore Gratteri, Magistrati che avrebbero molto da fare in questo campo. Senza affondare i colpi su quello che ruota sulle provvigioni e le regole non scritte che sono diventate le regole ferree di un calcio che sta sempre più assumendo le dimensioni di una repubblica delle banane o meglio dei masnadieri. Tutto questo a corollario di quanto accaduto ieri sera. Se ci sia un nesso tra le due cose non lo affermiamo nè lo paventiamo. Di sicuro è molto strano che nel giro di un mese la società del giovane (del mondo calcistico) e "inesperto" presidente Guarascio venga messa in mezzo anzi coinvolta in situazioni del tutto avulse a quella limpidità che contraddistingue la sua gestione. Evidentemente al "mondo di sotto" del calcio questo non piace. E' ora che il Procuratore Gratteri metta mano, tra il tanto da fare, anche su questo. Al di là del fatto che comunque il Cosenza dovrà fare la sua parte nel calciomercato per salvaguardare il suo patrimonio. Difficile, però, farlo se bisogna lottare anche contro le illegalità.

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