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Cosenza, gli Ultrà scrivono a Guarascio: basta campionati azzardati
Cosenza, gli Ultrà scrivono a Guarascio: basta campionati azzardati 10 ago 20 In una lunga lettera pubblicata sui social gli ultrà del Cosenza Calcio "Anni Ottanta" hanno scritto al Presidente del sodalizio rossoblù, Eugenio Guarascio, di invertire la rotta con investmenti adeguati alle aspettative di una piazza, quella cosentina, per un campionato di vertice. senza giri di parole il tifo organizzato non vuole promesse o operazioni azzardate dell'ultimo minuto ma un investimento che punti al dunque senza ulteriori improvvisazioni- Di seguito pubblichiamo la missiva per intero: Il tuo hobby la nostra passione Si è conclusa questa più che travagliata stagione sportiva, presumibilmente unica nel suo genere per moltissimi anni a venire, lunga 12 mesi e con un epilogo che ha visto il miracolo sportivo del Cosenza, celebrato in tutta Europa. Che sia chiaro: il Cosenza Calcio è un patrimonio della città e della Provincia tutta, una fede condivisa da centinaia di migliaia di persone, religione laica che unisce tutti gli strati sociali di questa vituperata terra. Il Cosenza non è un hobby, per noi. È una ragione di vita. La salvezza sul campo non può nascondere il disastro organizzativo di questa società. Non può essere un miracolo sportivo ad occultare le scelleratezze commesse da Guarascio e company. Non si può dimenticare, infatti, che tale miracolo nasce da una totale mancanza di programmazione, scaturita dal ritrovarsi in ritiro ad inizio anno con una manciata di giocatori, nonostante la salvezza matematica fosse stata raggiunta sul campo quasi 3 mesi prima. Non si può dimenticare la farneticante esclamazione di Trinchera sulla mancanza di appeal di Cosenza. Non si può dimenticare la dichiarazione ai limiti del ridicolo sul “cielo che si colorerà di rosso e di blu” e sulla Serie A. Non si può dimenticare il non aver presentato al pubblico la squadra, unica società di Serie B. Non si può dimenticare la “scusa” dell’aver investito nei “seggiolini” e di non poter investire nel mercato. Non si può dimenticare l’aver portato un nuovo Direttore Generale ed averlo mandato via dopo 45 giorni. Non si può dimenticare il continuo balletto di dipendenti e collaboratori, tutti puntualmente mandati via dopo uno o due anni. Non si può dimenticare Cosenza-Verona a tavolino. Non si può dimenticare la superbia di tanti giocatori indegni anche solo di toccare la maglia rossoblù, mai bacchettati dalla società. Non si può dimenticare il codice di comportamento applicato ad un tifoso quasi settantenne, reo di aver contestato il presidente a fine partita, con conseguente DASPO societario. Anni Ottanta Cosenza
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