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      Cisl Medici: Regione dimentica indennità pronto soccorso

       

       

      Cisl Medici: Regione dimentica indennità pronto soccorso

      30 gen 25 La sanità calabrese è in affanno e la carenza di personale soprattutto nel settore dell'emergenza urgenza è uno dei fattori riconosciuti da tutti. Rendere più attrattivo il lavoro nei reparti di pronto soccorso dovrebbe essere un obiettivo preminente delle Regioni, anche attraverso il riconoscimento delle indennità che il contratto nazionale di lavoro ha stabilito". Così Nino Accorinti della Cisl medici Calabria. "Malgrado ciò la Regione - aggiunge Accorinti - non ha ancora riconosciuto i diritti dei professionisti che lavorano nei Pronto Soccorso e, perfino, le previsioni normative con cui si devono utilizzare i finanziamenti vincolati dalla Legge 145/2018 e dalla Legge 234/2021. Con quest'ultima norma è stata prevista una specifica indennità di natura accessoria da riconoscere a decorrere dal 1gennaio 2022 finanziata per 27 milioni di euro ed integrata con decorrenza 2024 per ulteriori 60 milioni di euro, mentre per il 2025 la Legge di Bilancio ha rifinanziato l'indennità con un incremento di risorse pari a 50 milioni di cui 15 per la dirigenza medica. La Calabria ha accantonato solo per il 2023 la somma di un milione e 700 mila euro circa per la dirigenza, come si rileva dal verbale del tavolo interministeriale ex Adduce dell'11 aprile 2024, senza però distribuirli alle varie". "Certamente non ci si può lamentare - sostiene l'esponente della Cisl Medici Calabria - di non trovare sanitari o che i concorsi per l'emergenza urgenza vadano deserti, se poi i medici in servizio vengono bistrattati e demotivati dall'assenza di incentivi per il disagio lavorativo caratterizzato da turni massacranti, carichi di lavoro sempre più pesanti, responsabilità gravose ed un'esposizione continua a stress e rischi, come le possibili aggressioni. Se non si agisce rapidamente si rischia di perdere professionalità preziose, costruite con anni di esperienza sul campo, a causa delle precarie condizioni lavorative. Altre Regioni hanno stanziato risorse - oltre quelle governativeed hanno riconosciuto dignità e ristorato il disagio lavorativo dei medici di pronto soccorso. La Regione tace".

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