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![]() Giornata della memoria, dichiarazioni e commenti![]()
Giornata della memoria, dichiarazioni e commenti 27 gen 25 "Il 27 gennaio del 1945, con l'abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, si poneva fine all'Olocausto, una delle pagine più buie e assurde della storia dell'umanità". Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. "Morte, fanatismo, sospensione del vivere civile - aggiunge Occhiuto - imperversarono per anni in Europa e in Italia. Tra i campi di concentramento anche quello calabrese di Ferramonti, nel Comune di Tarsia in provincia di Cosenza. Nel celebrare il 'Giorno della Memoria', ricordiamo lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali e tutte le vittime della follia nazista. A 80 anni di distanza da quel giorno è doveroso tenere alta la memoria, affinché non si ripetano mai più simili sciagure e per affermare quotidianamente una cultura della convivenza e della pace". "Oggi, ci riuniamo per celebrare la Giornata della Memoria, un momento di profonda riflessione e rispetto. È fondamentale ricordare le atrocità del passato, non solo per onorare le vittime, ma anche per garantire che tali tragedie non si ripetano mai più". E' quanto afferma, in una nota, l'assessore regionale alla cultura, Caterina Capponi. "La memoria storica - aggiunge Capponi - è un pilastro della nostra identità e della nostra società. Ogni nome, ogni storia, ogni esperienza ci ricorda l'importanza della tolleranza, del rispetto e della dignità umana. È nostro dovere trasmettere questi valori alle future generazioni, affinché possano vivere in un mondo di pace e comprensione. In questo giorno, impegniamoci a mantenere viva la memoria, a educare e a sensibilizzare, affinché il buio del passato non offuschi il nostro cammino verso un futuro migliore. Ricordiamo sempre: la memoria è la chiave per costruire una società più giusta e solidale, una società più inclusiva. Insegnando ai nostri giovani la storia, non stiamo solo trasmettendo fatti, ma stiamo anche alimentando la loro capacità di empatia, rispetto e responsabilità". "Invito tutti a partecipare a eventi, letture e riflessioni - sostiene ancora l'assessore regionale alla cultura - che possano arricchire il nostro cammino verso una maggiore consapevolezza. Solo insieme possiamo garantire che la memoria viva e che i valori di umanità e solidarietà siano sempre al centro della nostra comunità. Con rispetto e gratitudine". "Celebrare il 'Giorno della Memoria' non è solo un esercizio del ricordo degli orrori del passato. Non è solo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni il valore della democrazia e della libertà. È anche e soprattutto la responsabilità di comprendere e affrontare le dinamiche di odio e violenza che persistono nella nostra società, combattendo con fermezza l'indifferenza". E' quanto ha detto il sottosegretario all'Interno Wanda Ferro (FDI), intervenendo a Catanzaro alla Cerimonia di consegna delle medaglie d'onore a cittadini italiani, militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti. "La memoria - ha aggiunto Ferro - ci insegna che ciascuno di noi può fare la propria parte. La nostra responsabilità è quella di mantenere viva la tensione morale contro il razzismo, contro le manifestazioni d'odio e contro l'antisemitismo, che ancora oggi si presenta con molteplici volti nella nostra società: atti vandalici, messaggi intimidatori, insulti, anche sui social. Non possiamo ignorare i segnali preoccupanti che ci arrivano dal presente. In alcuni settori del dibattito internazionale, il legittimo sostegno alla causa palestinese, le manifestazioni di solidarietà diventano troppo spesso pretesti per fomentare odio e alimentare un nuovo antisemitismo. Onorare la memoria della Shoah significa anche contrastare con decisione questi comportamenti che feriscono le nostre comunità, isolandone i responsabili". "Su questo, il Ministero dell'Interno - sostiene il sottosegretario - è in prima linea, grazie al prezioso lavoro dell'Osservatorio per la Sicurezza contro gli atti discriminatori, che monitora e combatte ogni forma di discriminazione. Non possiamo permetterci che la memoria sbiadisca, che l'odio diventi normalità, che gli orrori del passato si ripresentino, silenziosi e avvolti dall'indifferenza. Lo dobbiamo alle vittime della Shoah, a chi oggi porta ancora i segni di quelle atrocità, e agli uomini e alle donne giusti e coraggiosi che hanno sacrificato la propria vita per salvarne altre dall'odio e dalla persecuzione. Lo dobbiamo ai valori della libertà, della dignità e della sacralità della vita umana. È fondamentale educare le giovani generazioni a distinguere tra critica e odio, tra impegno politico e negazione della dignità altrui. Questo richiede vigilanza, dialogo e azioni concrete, perché un Paese che ricorda è un Paese che sa difendere il futuro". "Siamo ancora coscienti di cosa significhi la Giornata della Memoria? Oppure ne abbiamo fatto una stanca riproposizione priva del senso che le è proprio? Sono domande che non devono sorprendere chi ritiene il 27 gennaio un momento fondativo del calendario civile della nostra Repubblica. Domande che risuonano in modo sempre più forte in chi, troppo spesso e sempre più, avverte una intollerabile falsità in chi pubblicamente celebra ma quotidianamente agisce in senso contrario". A sostenerlo, in una nota, sono i consiglieri regionali del gruppo del Pd in Consiglio regionale. "La data del 27 gennaio - aggiungono i consiglieri dem - dovrebbe scolpire la necessità della solidarietà, della difesa dei diritti umani e dei valori stuprati e straziati dal nazifascismo. Ma dov'è la solidarietà umana davanti all'ennesimo grottesco tentativo di deportare in Albania 50 esseri umani la cui unica colpa è quella di essere nati nella parte sbagliata del mondo? Dov'è l'eguaglianza quando si negano elementari diritti a chi ha preferenze sessuali diverse dalle nostre? Dov'è il senso della Storia quando si riattizzano le fiamme dei nazionalismi che hanno devastato l'Europa? Dov'è la civiltà quando si vedono saluti fascisti e nostalgie indecenti perfino in capo ai più alti rappresentanti delle nostre istituzioni?". "Ebbene - si legge ancora nella nota stampa - in Calabria, abbiamo un esempio che dovrebbe far riflettere profondamente: si chiama Ferramonti e fu un campo della vergogna. Molti calabresi di allora, però, seppero trasformarlo in una occasione di dignità e, davanti all'orrore, reagirono scegliendo di fare la cosa giusta. La riflessione principale da fare in occasione della Giornata della Memoria è proprio questa: siamo capaci di sentirla come ammonimento eterno per il presente e per il futuro? Siamo capaci di trasformare quel ricordo in qualcosa di tangibile, di concreto, di attuale? Davanti alle ombre che si rifanno innanzi, siamo capaci di scegliere di restare umani e di fare la cosa giusta? Rispondere a queste domande, vuol dire davvero fare memoria e agire per fare in modo che l'orrore non debba più ripetersi".
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