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![]() Punteggio Lea Calabria cresce e crescerà ancora![]()
Punteggio Lea Calabria cresce e crescerà ancora 26 feb 25 Migliorano nel 2023 i livelli dell'assistenza sanitaria in Calabria. A darne conto è il quadro che emerge dal Monitoraggio dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) realizzato dal ministero della Salute - attraverso gli indicatori Core del Nuovo Sistema di Garanzia - che ha preso in esame le macroaree relative alla prevenzione, all'assistenza distrettuale e all'assistenza ospedaliera. In base a quanto emerso dal report ministeriale, la regione, che guadagna un +4,92%, senza però riuscire a schiodarsi dalla posizione di coda della classifica nazionale, si vede assegnare la sufficienza solo nell'area ospedaliera (69). Pollice verso ancora per l'area della prevenzione distrettuale (40 punti) dove la Calabria è ultima a livello nazionale e per quella della prevenzione con 41 punti, penultima ad una manciata di posizioni rispetto al fanlino di coda Valle d'Aosta. La prevenzione - secondo quanto emerge dal report - dopo il crollo subito nel 2020 a causa della pandemia, fatica a risollevare la testa mentre osservata speciale è l'area delle cure territoriali: ci si aspettavano i primi effetti benefici della riforma dell'assistenza territoriale che per il momento non sono ancora emersi dalla rilevazione. A ottenere la sufficienza in tutte e tre le macroaree, raggiungendo un punteggio superiore a 60 in una scala di cento, sono invece le Regioni Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna. "Il punteggio dei livelli essenziali di assistenza dal 2022 al 2023 in Calabria è cresciuto, e noi ci aspettiamo che cresca ancora nel 2024". Lo afferma in una nota Gandolfo Miserendino, direttore generale di Azienda Zero. "Il nuovo sistema di garanzia, come mostrato oggi dal report del Ministero della Salute - aggiunge Miserendino - attualmente supera la sufficienza nell'area ospedaliera, ma non ancora in quelle della prevenzione e della distrettuale. È peró indispensabile precisare che il report presentato non riporta del tutto la reale situazione della Regione. Infatti, come anticipato durante l'incontro con la Fondazione Gimbe, la nostra Regione ha chiesto per quanto riguarda l'area della prevenzione un nuovo conferimento di dati al Ministero della Salute relativo alle vaccinazioni in età pediatrica: non erano state infatti correttamente registrate le vaccinazioni di 5 bimbi, e a causa di questo piccolo disallineamento risultavamo inadempienti". "Il conferimento è terminato nella giornata di ieri - sostiene il direttore generale di Azienda Zero - sul sistema Anagrafe Vaccinale Nazionale, riportando un ulteriore miglioramento atteso sull'area della prevenzione che permetterà, dunque, alla Calabria di superare la sufficienza anche in questa area.Il Ministero della Salute deve adesso aggiornare il report prodotto con le nuove informazioni al fine di consolidarle: al termine di questo iter avremo, come già specificato, due aree verdi (ospedaliera e prevenzione) e solo una ancora rossa (distrettuale). In generale, al netto di questo dato che verrà aggiornato nelle prossime settimane , il report documenta, comunque, un miglioramento della Regione Calabria nel punteggio Lea complessivo e nei circa tre quarti degli indicatori in tutte e tre le aree, quella della prevenzione, quella distrettuale e quella ospedaliera". "I risultati del Monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) relativi al 2023, confermano le nostre preoccupazioni sulle forti criticità che attanagliano il Servizio Sanitario Nazionale: nelle gravi e profonde diseguaglianze territoriali, sono otto le Regioni non in grado di garantire i Livelli essenziali di assistenza, negando il diritto alla salute alle persone". Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi commenta i dati pubblicati oggi dal ministero della Salute. "Emerge il peggioramento degli indicatori relativi alle aree della prevenzione e a quella distrettuale - sottolinea la dirigente sindacale - che evidenzia l'urgenza di adeguare l'offerta dell'assistenza ai bisogni della popolazione, con un forte investimento a partire da quella territoriale, dimenticata dal Governo". Per Barbaresi "risulta evidente l'inadeguatezza dei provvedimenti del ministro della Salute: colpevoli i ritardi nella realizzazione delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità e, più in generale, nell'attuazione della Missione 6 del Pnrr. Risulta difficile immaginare come il Governo possa terminare tutti i lavori entro giugno 2026. La carenza di personale, a partire da quello necessario a garantire l'attuazione della riforma dell'assistenza territoriale, e il sottofinanziamento della prevenzione, contribuiscono al logoramento del Ssn, accelerando i processi di tagli e privatizzazione". "Questo Paese ha bisogno di un cambio di rotta per superare i divari e le diseguaglianze tra le diverse aree del territorio nazionale attraverso un forte investimento economico e un'adeguata dotazione di personale. La Cgil - conclude Barbaresi - continuerà con ogni forma la propria mobilitazione affinché quello alla salute sia un diritto esigibile per tutte e tutti".
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