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      Il Comune si oppone, Baker Hughes rinuncia al sito nel porto di Corigliano-Rossano

       

       

      Il Comune si oppone, Baker Hughes rinuncia al sito nel porto di Corigliano-Rossano

      08 ott 24 Baker Hughes, l'azienda di tecnologia al servizio dell'energia e dell'industria che in Italia opera principalmente attraverso la società Nuovo Pignone, ha reso noto, con un comunicato, “di avere formalmente provveduto a presentare all'Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio la rinuncia al rilascio della concessione per la costruzione di un sito industriale nel porto di Corigliano-Rossano”. "L'incertezza legata ai tempi di sviluppo, rallentati da un ricorso dell'Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, e quindi il venire meno delle condizioni temporali necessarie per realizzare il progetto come inizialmente concepito, inclusa la concentrazione di tutte le attività in un'unica area idonea ad ospitarle, cioè la banchina - afferma Baker Hughes - sono alla base di questa difficile ma purtroppo inevitabile decisione. Baker Hughes l'ha assunta con grande rammarico, nonostante le risorse impiegate e il grande impegno dedicato nel corso dell'ultimo anno e mezzo al confronto e all'ascolto degli attori del territorio: istituzioni, parti sociali e società civile. A fronte di questa mancata espansione in Calabria, e per poter rispondere alle esigenze dei clienti nei tempi appropriati, Baker Hughes sta valutando soluzioni interne di medio termine per garantire la continuità del proprio business". "L'azienda - é detto ancora nella nota - conferma gli investimenti annunciati nel proprio stabilimento di Vibo Valentia, che consentiranno di potenziarne la capacità produttiva e realizzare nuove infrastrutture, a testimonianza del ruolo della Calabria nelle strategie aziendali e nella filiera globale di Baker Hughes. L'azienda riconosce e apprezza l'impegno, la disponibilità e la collaborazione offerte al progetto nelle numerose e frequenti interazioni da parte di Regione Calabria, Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Zes, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Confindustria, organizzazioni sindacali e quanti altri siano stati coinvolti nel percorso". La realizzazione dell'investimento che era stato progettato da Baker Hughes avrebbe consentito, tra Vibo Valentia e Corigliano-Rossano, la creazione di duecento nuovi posti di lavoro.

      "La società Baker Hughes ha comunicato la rinuncia al progetto industriale e all'insediamento produttivo nel porto di Corigliano Calabro, progetto che l'Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio aveva fortemente voluto, con l'appoggio convinto della Regione Calabria, degli industriali, di tutto il fronte sindacale e anche della società civile, ad eccezione di un'associazione locale che porta avanti concezioni fuori dal tempo". Lo afferma, in una nota, il presidente dell'Autorità di sistema, Andrea Agostinelli. "Al di là di un incomprensibile e ingiustificato formalismo procedurale - aggiunge Agostinelli - la verità è che la Giunta Comunale ha dimostrato, nei fatti, che non voleva l'insediamento industriale in un porto deserto da 40 anni, condannandolo ad altri 100 anni di solitudine. Hanno detto no ad un'imperdibile occasione di sviluppo nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale. Hanno detto no a duecento posti di lavoro ed a duecento giovani che da domani prenderanno la via del nord per cercare la loro occupazione. Chi non ha voluto che questo progetto si insediasse nel porto di Corigliano Calabro si goda questa tragica vittoria".

      "Fa male, dopo aver profuso tanto impegno per creare un contesto favorevole ad un insediamento produttivo significativo, come quello proposto da Baker Hughes nel porto di Corigliano Rossano, vedere svanire l'opportunità di un investimento da 60 milioni di euro che avrebbe potuto cambiare le sorti di un intero territorio". Lo afferma, in una nota, l'assessore allo Sviluppo economico della Regione Calabria, Rosario Varì. "In Calabria c'è un governo regionale, guidato dal presidente Occhiuto - aggiunge Varì - che lavora quotidianamente per attrarre investimenti, fonti di crescita, sviluppo e ricadute occupazionali per i nostri giovani. C'è poi un'altra parte politica che lavora, invece, nella direzione opposta, condannando i territori che amministra all'oblio e facendo scappare aziende e opportunità".

      "Non si faccia confusione tra quella che è una importante discussione politica e ciò che attiene invece agli iter amministrativi, che non attengono alla discrezione degli amministratori. Da questo punto di vista, come ho sottolineato altre volte, il tema della non conformità urbanistica, in assenza di pianificazione portuale, non è di carattere politico ma strettamente amministrativo e non può essere eluso da alcun ufficio: si tratta di norme che possono essere commentate, ma che si devono rispettare". Lo afferma, in una nota, il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, in relazione alla rinuncia da parte di Baker Hughes a realizzare il sito industriale che aveva progettato nel porto della città della provincia di Cosenza. "Politicamente, invece, ora è ancor più stringente - aggiunge Stasi - ragionare sul perché, a trent'anni dall'approvazione della legge 84 del 1994, il nostro porto sia ancora sprovvisto di pianificazione urbanistica ed è improcrastinabile condividere al più presto un Piano regolatore portuale, senza il quale il nostro territorio non potrà che perdere investimenti. È necessario, inoltre, che si sappia che l'Autorità di sistema portuale ha emesso un provvedimento di autorizzazione unica ai sensi della Zes, che risulta valida a tutti gli effetti. Anche in questo caso l'Amministrazione comunale non poteva non rilevare, e lo ha fatto più volte prima di essere costretta a proporre ricorso al capo dello stato, che per tale autorizzazione non è mai stata convocata un'apposita Conferenza dei servizi. Proprio per evitare un atteggiamento ostruzionistico nei confronti dell'investimento, il Comune non ha richiesto alcuna sospensiva: il ricorso, dunque, seppur sembra abbia avuto degli incredibili effetti psicologici, non ha implicato alcuna perdita di tempo. Ecco perché l'autorizzazione è valida. In questo contesto, l'Amministrazione avrebbe potuto intervenire esclusivamente se fosse stata convocata una nuova conferenza dei servizi per una nuova autorizzazione. Sinceramente da mesi, cioè da quando è iniziato questo dibattito, ci chiediamo perché questo non sia stato ancora fatto. Mancanza di volontà? Sotto il profilo amministrativo questa è la situazione: cristallina". "Sul fronte politico invece, questo sì discrezionale - dice ancora il sindaco Stasi - sembra evidente che non ci sia stata alcuna disponibilità nel discutere le proposte del territorio che sono state espresse chiaramente prima, durante e dopo la campagna elettorale: siamo favorevoli all'investimento ma senza che venga occupato un terzo del porto. Da questo punto di vista la risposta sembra chiara quanto insoddisfacente: o così o nulla. Nonostante fosse stata chiesta ormai da un anno, non è stato fatto nemmeno lo sforzo di fare una proposta di pianificazione portuale che, pur comprendendo Baker Hughes, tutelasse lo sviluppo complessivo del porto e le prerogative più volte sottolineate dall'Amministrazione, dalla crocieristica alla marineria passando per il diporto. Continuiamo a trovare piuttosto surreale che questa sia una terra in cui un investimento sia possibile solo ed esclusivamente se trasforma il porto in una zona industriale, l'ennesima della città, senza potersi spostare, nemmeno parzialmente, di poche decine di metri. Ed ancor più surreale è che si continui ad immaginare questo territorio come un angolo di mondo diseredato su cui calare progetti immutabili, sistematicamente raccontati come la panacea di tutti i mali. Quel tempo è passato". "Siamo stati e continuiamo ad essere favorevoli - prosegue il primo cittadino di Corigliano-Rossano - ad ogni tipo di investimento, da diecimila euro a 60 milioni, compreso quello di Baker Hughes, che sia integrato nello sviluppo complessivo del territorio e delle sue infrastrutture oltre che, ovviamente, nel rispetto delle procedure. Ci auguriamo che quanto é stato annunciato da Baker Hughes possa essere rivisto, trovando le soluzioni utili a garantire l'investimento utilizzando il porto senza inficiarne lo sviluppo. Allo stesso tempo è ormai improcrastinabile che l'Autorità di sistema portuale recuperi il colpevole ritardo trentennale nei confronti del nostro territorio, avviando il percorso di condivisione necessario alla realizzazione del Piano regolatore del porto, vero strumento di sviluppo e di occupazione".

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