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Corbelli: Sarà ultimato il cimitero dei Migranti di Tarsia
Corbelli: Sarà ultimato il cimitero dei Migranti di Tarsia 02 ott 24 Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, in occasione della ricorrenza dell’11.mo anniversario della strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, rende noto che “il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha concesso, così come aveva promesso, un secondo stralcio di finanziamento (già a disposizione, da alcuni giorni, del Comune di Tarsia) per il completamento del Cimitero internazionale dei Migranti, la più grande opera umanitaria legata alla tragedia dell’immigrazione, unica del genere nel mondo, conosciuta e apprezzata in Italia, dal Vaticano e a livello internazionale, che, ricordo, sorge in un luogo fortemente simbolico, a breve distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti di Tarsia, un posto di prigionia durante la seconda guerra mondiale ma dove è sempre prevalsa l’umanità e la solidarietà e nessuno degli oltre 3000 internati subì mai alcuna violenza. Per questo ho scelto questo luogo simbolo, insieme al sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, e all’ex governatore calabrese, Mario Oliverio, che finanziò nel 2018, l’inizio dei lavori(alla vigilia del Natale 2018), fermi da alcuni anni, causa pandemia, esaurimento del primo contributo regionale e vari ostacoli burocratici”. Corbelli, promotore di questa grande opera di civiltà, per la quale lotta ininterrottamente da 11 anni, dal giorno dopo la tragedia di Lampedusa, esprime la sua “grande soddisfazione” e ringrazia, per il suo impegno, il Governatore Occhiuto, “con il quale – dice – per questa importante opera sociale, interloquisco da quasi 3 anni. Il Cimitero dei Migranti, che nasce in un ambiente particolarmente suggestivo, su una vasta area, una collina della pace di 30mila mq, immersa tra gli ulivi secolari (che resteranno intatti), proprio di fronte al Lago di Tarsia e al vecchio camposanto comunale, in parte ebraico, ad un tiro di schioppo dal Campo di Internamento di Ferramonti, darà dignità alla morte di tutti quei profughi che perdono la vita nei tragici naufragi e che vengono seppelliti, senza nome, in tanti piccoli sperduti cimiteri, quasi tutti calabresi e siciliani, che di fatto ne cancellano la memoria e ogni riferimento per i loro familiari dei lontani, poveri Paesi del mondo che non sanno dove andare un giorno a cercarli per poter portare un fiore e dire una preghiera. Il Cimitero dei Migranti di Tarsia cancellerà questa disumanità. Sarà intitolato al piccolo Alan Kurdi, il bambino siriano morto, nel settembre del 2015, sulla costa davanti la Turchia, insieme alla giovane mamma Rehana e al fratellino Galip, e diventato purtroppo il simbolo dell’immane tragedia dell’immigrazione. Saranno a Tarsia il giorno dell’inaugurazione la zia paterna(che vive in Canada e con la quale sono in contatto da alcuni anni) e il papà del piccolo Alan, che è rimasto in Siria. Ricordo – afferma ancora – che per la realizzazione di questa grande opera sono ininterrottamente impegnato da 11 anni, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013. 5 anni fa, pochi giorni prima del Natale 2018, grazie all’ex presidente della Regione, Oliverio e al sindaco di Tarsia, Ameruso, siamo riusciti a far partire i lavori, che si sono poi, dopo un anno, fermati, per l’esaurimento del primo finanziamento regionale, l’arrivo della pandemia e una serie di altri ostacoli burocratici. Oggi finalmente grazie al Governatore Occhiuto, che ha inserito anche il comune di Tarsia (con un decreto ad hoc specificatamente per il Cimitero dei Migranti, elaborato insieme all’ing. Claudio Moroni, Dirigente del Settore Lavori Pubblici della Regione Calabria) nell’ambito di un finanziamento regionale per l’ampliamento e la messa in sicurezza di moltissimi cimiteri comunali calabresi, completeremo questi lavori. I tempi tecnici necessari, adesso, per gli adempimenti previsti, l’affidamento dei lavori e, a breve, riaprirà a Tarsia il cantiere della grande opera . Ma sono stati innumerevoli – conclude – gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare e superare, in questi lunghi 11 anni, per vedere realizzata questa straordinaria opera di civiltà, motivo di orgoglio non solo per la nostra regione, la Calabria, ma per l’intero Paese”.
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