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      Sit in sindaci davamti Consiglio regionale Calabria contro l'autonomia

       

       

      Sit in sindaci davamti Consiglio regionale Calabria contro l'autonomia

      31 lug 24 Non approda in aula la proposta avanzata dai capigruppo di minoranza di Pd, M5S e del gruppo misto al Consiglio regionale della Calabria di chiedere il referendum abrogativo dell'Autonomia differenziata. La prima commissione consiliare che doveva discutere la proposta ha infatti deciso di rinviare la trattazione mentre all'esterno sindaci e amministratori favorevoli al referendum ha dato vita ad un sit-in al quale hanno partecipato anche una delegazione del Movimento 5 Stelle ed un presidio della Uil. "E' stata una iniziativa utile e positiva" ha detto il sindaco del Comune e della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. "Ringrazio i consiglieri regionali che l'hanno promossa - ha aggiunto - e per avere stimolato un ulteriore momento di confronto e di presenza rispetto al tema dell'autonomia. La politica è anche questo. Sono battaglie che vanno fatte nelle sedi istituzionali, ma che vanno portate soprattutto fuori dai palazzi perché occorre il più possibile confrontarsi con la cittadinanza e fare capire concretamente quali sono gli effetti negativi dell'autonomia. Mi sembra che questa attività stia già dando ottimi frutti, rispetto a quelle che sono le firme raccolte in tutta Italia nei vari banchetti ed in altre iniziative utili a far comprendere quanto il tema dell'autonomia differenziata sta diventando percepito in maniera concreta dalla cittadinanza". Tra gli amministratori presenti anche il neo-sindaco di Vibo Valentia Vincenzo Romeo ed il vicesindaco di Catanzaro Giusy Iemma. Ad accoglierli, i consiglieri firmatari della proposta di Referendum. Il consigliere pentastellato Davide Tavernise si è detto "felice per la presenza di tanti amministratori. È utile fare fronte comune contro questa riforma non solo tra le opposizioni ma anche tra le forze sindacali e politiche, per far assumere una posizione netta al Consiglio regionale perché non riusciamo a capire il presidente Occhiuto e la maggioranza di governo regionale come intendono muoversi". Antonio Lo Schiavo (Misto) ha auspicato una presa di coscienza netta: "La nostra proposta intende svelare la reale volontà della maggioranza in Consiglio regionale. Vogliamo capire se il Consiglio della Calabria è a favore del referendum o se invece preferisce ancora fare melina". "Abbiamo voluto la presenza dei Sindaci - ha detto il capogruppo del Pd Domenico Bevacqua - per dimostrare che su questa battaglia ci sono le Istituzioni calabresi. Le stesse che devono difendere i diritti essenziali dei calabresi, che sono sanità, istruzione e mobilità". "Il nostro no all'Autonomia - ha affermato Giusy Iemma - è un no convinto. Lo diciamo da sempre, ma la cosa che ci soddisfa di più è che lo dicono le italiane e gli italiani. Sono trecentomila le firme finora raccolte a dimostrazione che sta crescendo la consapevolezza e la convinzione che è una legge sbagliata; che non è soltanto una legge spacca-Italia, ma che compromette l'unità d'Italia, la coesione sociale e aggredisce quelli che sono i principi fondamentali della Costituzione e della democrazia". "Siamo qui per chiedere al centrodestra calabrese una posizione ferma", ha detto Romeo.

      "La riunione della Prima commissione della Calabria 'Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale', chiamata alla discussione di merito della proposta di provvedimento per l'indizione del referendum abrogativo della legge 26 giugno 2024 n. 86 che ha disposto l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, è stata molto interessante. Non solo perché abbiamo scoperto che è composta, nella componente del centrodestra, da novelli costituzionalisti. Ma anche perché, con la decisione di rinviare la discussione della nostra proposta di indizione del referendum abrogativo, la maggioranza che governa questa Regione è venuta definitivamente allo scoperto". È quanto afferma la consigliera regionale del Partito democratico, Amalia Bruni. La riunione si è tenuta alla presenza di una nutrita delegazione di amministratori provenienti da tutta la regione per esprimere il proprio dissenso rispetto alla legge davanti a Palazzo Campanella. "La scelta di rinviare la nostra richiesta - aggiunge Bruni - è una chiara strategia adottata per evitare di affrontare direttamente la questione e di prendere una posizione chiara rispetto all'Autonomia differenziata che rappresenta una minaccia per l'unità nazionale e per i principi costituzionali di solidarietà ed equità. La legge Calderoli, già esecutiva dal 13 luglio, è immorale, anticostituzionale e antistorica: l'Autonomia differenziata sarà capace solo di portare disgregazione dello Stato, penalizzando le regioni più povere come la Calabria, favorendo invece solo le regioni ricche trattenendo le tasse locali". "La Costituzione italiana, in particolare attraverso gli articoli 2, 3 e 5 - sostiene la consigliera regionale Pd - promuove la solidarietà e l'eguaglianza tra tutte le regioni. La legge Calderoli, sebbene apparentemente promettente nel rimuovere disparità e promuovere il decentramento, di fatto crea una divisione economica tra regioni ricche e povere, violando il principio di equità sancito dall'articolo 3 della Costituzione. I colleghi della maggioranza di centrodestra non possono non avere contezza delle gravi conseguenze economiche e sociali dell'Autonomia differenziata, tra cui la riduzione delle risorse per le regioni più deboli e il peggioramento dei servizi pubblici essenziali come sanità e istruzione. Così come non possono non essere consapevoli del fatto che non saranno mai garantiti i finanziamenti adeguati per i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), necessari per garantire diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale. Senza l'apporto delle risorse provenienti dalle tasse versate dalle Regioni più ricche, lo Stato rischia di andare in default: l'Autonomia differenziata farà implodere l'Italia". "Per questo è stato importante - sottolinea ancora Bruni - avere l'occasione di discuterne almeno in Commissione, alla presenza di sindaci e consiglieri comunali di tutta la Regione: possiamo quindi rilanciare l'accorato appello alla mobilitazione e alla resistenza contro la legge, per preservare l'unità e l'integrità del Paese".

      "Esprimiamo grande soddisfazione per la presenza al Consiglio regionale di sindaci rappresentativi delle province calabresi, compresi quelli dei capoluoghi Vibo, Catanzaro e Reggio, in un momento così importante per il futuro della nostra regione". E' quanto affermano, in una nota congiunta, i capigruppo di opposizione in Consiglio regionale Domenico Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (M5s) e Antonio Lo Schiavo (Misto). "Una presenza - aggiungono Bevacqua, Tavernise e Lo Schiavo - che ha confermato l'attenzione dei primi cittadini sul tema dell'autonomia differenziata che va di pari passo con il grande successo della raccolta delle firme a sostegno del referendum abrogativo, arrivata in pochi giorni a oltre 400mila sottoscrizioni. A ulteriore dimostrazione della validità delle osservazioni e preoccupazioni espresse dai sindacati, dalle associazioni e della Chiesa che ha fatto sì che in molte regioni italiane si arrivasse alla presentazione delle ppa a sostegno del referendum. L'esito dei lavori della I Commissione 'Affari istituzionali' ha confermato ancora una volta, invece, l'ipocrisia e l'ambiguità della maggioranza di governo, del governatore Occhiuto e del presidente Mancuso. Né abbiamo apprezzato le affermazioni del presidente Mancuso, presente in Commissione, sulla presunta parzialità dei sindaci che ha definito tifosi, invece di valorizzare il ruolo di protagonisti che hanno dimostrato in questa delicata fase". "La delusione è ancora più grande - sottolineano i capigruppo delle forze di opposizione in Consiglio regionale - perché questo atteggiamento ambiguo e contrario agli interessi dei calabresi è stato registrato alla presenza di una nutrita rappresentanza di amministratori locali che sono stati testimoni diretti della posizione del centrodestra calabrese preoccupato soltanto di non disturbare il governo nazionale e i vertici dei partiti di appartenenza. Non può interpretarsi in altro modo il diniego alla nostra richiesta, rivolta alla presidente Luciana De Francesco, di fare arrivare in Consiglio la proposta di provvedimento amministrativo sul referendum. Una richiesta legittima e sottoscritta da un terzo dei consiglieri regionali volta a esprimere una valutazione squisitamente politica sulla volontà o meno di aderire al refererendum". "Nonostante ciò - rilevano ancora Bevacqua, Tavernise e Lo Schiavo - nei prossimi giorni ci attiveremo sempre di più per mobilitare e convincere i calabresi a sottoscrivere la proposta di referendum per dare un segnale forte a questa maggioranza arrogante che arroccata alle proprie poltrone non si pone nessuno scrupolo nel sacrificare i diritti fondamentali dei calabresi, a partire da quelli alla sanità, alla mobilità e all'istruzione".

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