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      Mobilitazione di 25 Comuni contro referendum per città unica

       

       

      Mobilitazione di 25 Comuni contro referendum per città unica

      27 lug 24 "Ha preso avvio la mobilitazione dei comuni per abrogare la legge che ha eliminato il referendum vincolante autorizzando il solo referendum consultivo e che ha di fatto consegnato alla Regione pieni poteri in tema di fusione e scioglimento dei comuni". Così in una nota congiunta i Comuni di Acri, Aprigliano, Caloveto, Casali del Manco, Cassano all’Ionio, Castrolibero, Castrovillari, Cerchiara, Cerisano, Civita, Cosenza, Crosia, Figline Vegliaturo, Luzzi, Malvito, Piane Crati, Rocca Imperiale, Rogliano, Rovito, San Basile, San Lucido, San Pietro in Guarano, Santa Sofia d’Epiro, Sant’Agata d’Esaro, Trebisacce. "Questa legge, così come modificata, -si legge nella nota- ha negato la titolarità dei Consigli Comunali di predisporre il quesito referendario al fine di promuovere un processo di fusione tra più municipi, senza tenere conto delle volontà territoriali e per tale ragione deve essere abrogata. Per quanto ci riguarda non intendiamo interferire nella vicenda relativa alla fusione tra Cosenza, Castrolibero e Rende. Il nostro non è un pronunciamento favorevole o contrario alla città unica della area urbana cosentina, noi vogliamo che venga ristabilito il principio della sovranità popolare e dell’autodeterminazione di tutti i Consigli comunali della Calabria nel decidere e partecipare ai progetti di fusione di qualsiasi territorio. Ci chiediamo che bisogno ci fosse, anche al fine di accelerare l'iter di istituzione della città unica di Cosenza, di cancellare la norma che prevedeva il referendum vincolante e le delibere consiliari dei comuni interessati alla fusione. Infatti, la legge che noi vogliamo venga ripristinata, ha portato alla favorevole istituzione dei nuovi Comuni di Corigliano-Rossano e Casali del Manco. Per ottenere l’abrogazione saranno convocati tutti i nostri consigli comunali per approvare la delibera di richiesta del referendum abrogativo di questa legge che fa, in contrasto con la Costituzione, della Regione un ente autarchico. Si tratta di una legge che va assolutamente abrogata, in quanto a nessun comune è garantita la propria autonomia e sovranità, proprio perché in qualsiasi momento la Regione, in maniera unilaterale a prescindere dalla volontà del territorio, con il pretesto e l'invenzione di una fusione con un comune contermine può decidere lo scioglimento di un consiglio comunale, nonostante questo potere fosse di esclusiva competenza del Presidente della Repubblica. Il nostro auspicio è, pertanto, quello che la richiesta del referendum abrogativo possa essere avanzata da quanti più comuni possibili, anche oltre la soglia minima (dieci Comuni / centomila elettori) prevista dallo Statuto regionale della Calabria.

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