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      Consiglio regionale approva piano rifiuti, si a referendum Cosenza città unica

       

       

      Consiglio regionale approva piano rifiuti, si a referendum Cosenza città unica

      26 lug 24 La seduta del Consiglio regionale è stata dedicata principalmente all'esame di provvedimenti amministrativi. Otto i punti all'ordine dei lavori della riunione, la quarantatreesima del 2024, con una serie di atti amministrativi che riguardano principalmente Arpacal e Calabria Verde, la convocazione del referendum consultivo obbligatorio sull'istituzione del nuovo ente comunale derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero e la trattazione di interrogazioni a risposta immediata e scritta, in base agli articoli 121 e 122 del regolamento interno del Consiglio regionale.

      Approvato piano rifiuti

      L'esame raggruppato del rendiconto dell'esercizio 2023 dell'Arpacal, Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria e dei rendiconti 2020 e 2021 dell'Azienda Calabria Verde, ha dato avvio ai lavori della seduta del Consiglio regionale. Su questi punti, si sono soffermati i consiglieri di opposizione Raffaele Mammoliti (Pd) e Ferdinando Laghi, (De Magistris), mentre per la maggioranza é intervenuta la consigliera di Forza Italia Pasqualina Straface. Tutti hanno formulato i loro auguri di buon lavoro al nuovo vicepresidente della Giunta, Filippo Pietropaolo, ed ai neo assessori, Caterina Capponi e Maria Rosaria Caracciolo. Nomine sulle quali il consigliere Mammoliti ha espresso le sue perplessità "per i ringraziamenti - ha detto - che sono stati rivolti ai coordinatori regionali dei partiti". Riguardo il rendiconto dell'Arpacal, Mammoliti ha parlato di "approccio burocratico della maggioranza ai problemi dell'ente", mentre Laghi, sottolineando "un andamento altalenante sull'accertata e accettata credibilità dell'ente", ha definito "adeguate le decisioni dell'attuale management, che sugli aspetti economici, che non sono secondari, ha fatto riferimento ad una carenza di personale che andrà programmaticamente risolta". Pasqualina Straface, in risposta a Mammoliti, ha detto di concordare "sulla prerogativa del Presidente della Giunta di scegliere gli assessori", ma di "ritenere altrettanto importante il ruolo dei coordinatori della coalizione". La consigliera ha poi definito "apprezzabile" il lavoro fatto in Arpacal "che è l'unica agenzia - ha affermato - ad avere approvato il bilancio nei termini di legge ed ha offerto dati positivi registrati sui controlli giudiziari, grazie al lavoro fatto dal presidente Occhiuto sulla tutela ambientale, sul monitoraggio, sulla prevenzione e sulla difesa ambientale". Il Consiglio ha poi approvato, la proposta di provvedimento amministrativo recante "Approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2023, della relazione sulla gestione 2023 e del Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi", del Consiglio regionale e, a maggioranza, la "Modifica del Piano regionale di gestione dei rifiuti - Integrazione criterio localizzativo - Fattore pressione discariche". Nel corso dell'esame dell'articolato, sono stati respinti tutti gli emendamenti della minoranza. Raffaele Mammoliti (Pd) ha motivato il voto contrario "su un piano - ha detto - che si fonda sul processo di combustione dei rifiuti, che noi avversiamo da tempo". Amalia Bruni (Pd) ha motivato il suo no "non solo perché - ha spiegato - non sono stati accettati i nostri emendamenti, ma anche perché il Piano sconfessa quanto affermato qualche mese fa, in una mozione approvata all'unanimità dal Consiglio che delineava la gravità del Sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano—Cerchiara, dove non si è registrato nessun miglioramento del tasso di mortalità per tumore e delle patologie croniche". Pietro Raso, della Lega, e Pasqualina Straface, da parte loro, hanno difeso il provvedimento, sottolineando "le verifiche avviate sulle discariche autorizzate". Al centro della discussione il sito di Crotone "che sta pagando - ha sostenuto Ernesto Alecci, del Pd - un prezzo altissimo e ha tutto il diritto di chiedere che questi rifiuti siano portati fuori regione, mentre l'Eni in questi anni ha fatto perdere solo tempo chiedendo che i rifiuti rimanessero all'interno del territorio crotonese".

      Occhiuto: non siamo pattumiera

      Il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, prendendo la parola in Consiglio nel corso del dibattito che ha preceduto l'approvazione del nuovo Piano rifiuti, ha definito gli interventi dei consiglieri di opposizione "inconsapevoli di quello che é successo in Calabria negli ultimi 30 anni. Così come di quello che è successo dopo l'approvazione del Piano rifiuti del 2016, in modo particolare a Crotone". "Questo piano - ha detto Occhiuto - contiene una revisione degli indici di pressione areali e comunali che, di fatto, impedisce, finalmente, che Crotone continui ad essere la discarica di rifiuti speciali e pericolosi d'Italia. Le modifiche fanno sì che nel territorio di Crotone non ci possano stare discariche di dieci milioni di metri cubi". "Stiamo impedendo che Crotone diventi la pattumiera d'Italia", ha aggiunto Occhiuto, sottolineando anche il fatto che "nel corso del dibattito non si é tenuto conto delle responsabilità di chi ha governato in passato".

      Si a referendum città unica

      Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, con l'autorizzazione al coordinamento formale, la proposta di provvedimento amministrativo recante "Effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 177/12^ d'iniziativa dei consiglieri regionali Pierluigi Caputo, Katya Gentile, Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino, Pietro Molinaro, Pasqualina Straface, Giuseppe Graziano e Gianluca Gallo, recante 'Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero". Insieme alla maggioranza ha votato il consigliere del Movimento Cinque Stelle Francesco Affllitto. Il resto dell'opposizione si é espresso contro il referendum. "Si tratta di una decisione - ha detto il capogruppo del Pd, Domenico Bevacqua - che é frutto di un processo non democratico e non partecipativo". Antonio Lo Schiavo, del Gruppo Misto, ha parlato di "provvedimento pericoloso perché - ha detto - introduce un precedente politico rilevante che avrà ricadute su casi molto simili. I Consigli comunali interessati sono costretti a subire questa decisione". Secondo la relatrice del provvedimento, Luciana De Francesco, di Fratelli d'Italia, "sono stati rispettati l'art. 133 della Costituzione e la legislazione ordinaria di derivazione". Il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise, ha definito "un errore non avere accolto l'appello del vicepresidente del Consiglio, Pierluigi Caputo, che aveva proposto a tutti i consiglieri della provincia di Cosenza di firmare la proposta di legge. Se lo avessimo fatto - ha sottolineato - tutta questa vicenda si sarebbe sviluppata in modo diverso". Antonello Talerico (FI) ha sottolineato quelle che ha definito "le contraddizioni del Pd, i cui capigruppo alla Provincia ed al Comune di Cosenza - ha affermato - si sono detti d'accordo sulla città unica, ma contestano il metodo ed i criteri utilizzati. Mentre il Pd in Consiglio regionale ha sottoscritto un documento in cui, sostanzialmente, di fronte alla proroga al 2027 della data di scioglimento dei Comuni, si é detto pronto a firmare la legge". Giuseppe Mattiani, della Lega, ha sottolineato "le opportunità che produrrà la fusione dei tre Comuni al centro del Referendum", mentre Pasqualina Straface, di Forza Italia, ha definito la fusione dei tre comuni oggetto del referendum "un'opportunità di crescita gigantesca, con finanziamenti che sarebbero parametrati al numero di abitanti, fino alla infrastrutturazione complessiva che andrebbe ben oltre quella prevista per ogni singolo Comune. È un'opportunità e i vantaggi sono evidenti". Francesco Afflitto, nel motivare il suo voto favorevole, ha affermato che "il referendum rappresenta la più alta forma di democrazia". A Talerico ha replicato il consigliere del Pd Francesco Iacucci. "Chi afferma che la firma del Partito democratico - ha detto Iacucci - sia legata alla proroga della scadenza di scioglimento dei Consigli, non ha letto quel documento, che contiene, tra l'altro, il percorso da seguire nei prossimi due per superare i limiti che si sono registrati nella fusione tra i Comuni di Corigliano Calabro e Rossano". Di "opposizione divisa" ha parlato Giuseppe Graziano, dell'Udc, mentre Pierluigi Caputo, di Forza Azzurri', chiudendo il dibattito, ha definito "interessante il referendum. Si tratta di un provvedimento che mi inorgoglisce. Ora è arrivato il momento di dare la parola ai cittadini, e sfruttare un'occasione di rilancio del nostro territorio".

      Discusse interrogazioni

      Il Consiglio regionale ha chiuso i suoi lavori con la trattazione delle interrogazioni a risposta scritta e di quelle a risposta immediata. Approvate, inoltre, due mozioni. La prima, a firma di Ferdinando Laghi (De Magistris, sul problema della carenza di un farmaco salvavita per i pazienti affetti da Talassemia. "Nonostante gli appelli e le sollecitazioni - è scritto nella mozione - permane il problema di approvvigionamento non solo del farmaco 'di riferimento' (Desferal), ma anche del farmaco 'equivalente' o 'generico'". Da qui la richiesta di Laghi alla Giunta regionale di impegnarsi "a chiedere al Governo nazionale ed all'Agenzia Italiana del farmaco di adottare urgenti ed immediati provvedimenti per risolvere i problemi di approvvigionamento di un farmaco assolutamente indispensabile e necessario per la cura della Talassemia e di altre emoglobinopatie". La seconda mozione, a firma dei consiglieri Filippo Mancuso, Michele Comito, Giacomo Crinò, Francesco De Nisi, Giuseppe Gelardi, Giuseppe Graziano, Antonio Montuoro, Domenico Bevacqua ed Antonio Lo Schiavo per chiedere la "Proroga del termine per la riqualificazione meccatronica", con la quale si impegna la Giunta regionale "a prendere atto dell'impossibilità di avviare e completare in tempi brevi tutte le procedure di organizzazione e realizzazione di percorsi formativi omogenei in ambito regionale rispondenti alla massiccia richiesta formativa proveniente dal territorio; di attivarsi con il Governo e il Parlamento, affinché venga prorogato ulteriormente il termine per consentire l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di meccatronica". Alla Giunta si chiede anche "di individuare l'immediata adozione di indirizzi operativi omogenei per implementare su tutto il territorio regionale la formazione professionale necessaria a coprire tutte le richieste formative e rendere efficace l'ulteriore proroga del termine per l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di meccatronica".

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