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      Autonomia differenziata, sempre più serrato il dibattito in Calabria

       

       

      Autonomia differenziata, sempre più serrato il dibattito in Calabria

      21 giu 24 All'indomani dell'approvazione alla Camera della legge sull'autonomia differenziata prosegue serrato il dibattito nella nostra regione:

      "Con la complicità dei propri parlamentari calabresi e del presidente Roberto Occhiuto, il centrodestra nazionale ha scritto la condanna del Sud e della Calabria in particolare, approvando l'autonomia differenziata voluta dalla Lega di sempre, nemica dell'unità nazionale e priva di scrupoli". Così, in una nota, il Partito democratico della Calabria, guidato dal senatore Nicola Irto "Sono del tutto inutili - prosegue il Pd calabrese - le commedie del presidente Occhiuto, che non ha alcuna intenzione di bloccare questa legge, sostenuta senza vergogna dagli eletti del centrodestra in Calabria, al netto delle giustificazioni grottesche che stanno inscenando nelle ultime ore. C'è allora l'urgenza di un'assunzione di responsabilità anche nell'elettorato per fermare la deriva autoritaria del centrodestra di governo e le sue politiche discriminatorie di stampo razzista. A Vibo Valentia si giocherà, domenica prossima, una partita importante per l'amministrazione comunale dei prossimi cinque anni. Enzo Romeo è il candidato del centrosinistra che, con il proprio coraggio e la propria storia, può essere, oltre che un sindaco integerrimo, un punto di riferimento nella battaglia che dovremo proseguire, insieme ai territori, contro l'autonomia differenziata ed il progetto di Salvini, Meloni e Tajani di spaccare l'Italia e alterare gli equilibri tra i poteri dello Stato". "Votare per Enzo Romeo - concludono i dem calabresi - significa anche dare un forte segnale di cambiamento ad un centrodestra prepotente, falso e pericoloso".

      "I sindaci calabresi sono molto preoccupati per la spedita approvazione dell'autonomia differenziata, che nella forma attuale può compromettere il futuro dei nostri territori". Lo afferma, in una nota, Rosaria Succurro, presidente dell'Anci Calabria, oltre che sindaco di San Giovanni in Fiore e presidente della Provincia di Cosenza, espressione di una maggioranza di centrodestra. "Avevo intercettato anzitempo - aggiunge - le perplessità e le riserve dei sindaci calabresi sul testo in discussione. Pertanto, tutti insieme avevamo chiesto, tramite i prefetti delle cinque province della Calabria, che l'articolato contenesse la definizione dei Lep e le modalità di finanziamento, che purtroppo mancano nel testo approvato. Nel testo finale non ci sono certezze sulla definizione e sul finanziamento dei Lep e neppure per le Regioni che non vorranno proporre forme di autonomia o che vorranno proporle su materie al di fuori dei Lep. Inoltre, non si è tenuto conto del caposaldo della perequazione e non c'è stato un dibattito maturo sul disegno di legge, né il necessario approfondimento sull'impatto della riforma per le regioni meridionali". "Pertanto, come sindaci calabresi - dice ancora la presidente Succurro - torneremo dai prefetti e continueremo ad avanzare tutti uniti le nostre sacrosante richieste, portando avanti una battaglia che non ha, né può avere, colori politici e che riteniamo doverosa per onorare il nostro mandato di rappresentanti delle comunità locali".

      "Ritiene, il presidente Occhiuto, di voler impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge sull'Autonomia differenziata approvata in via definitiva dal Parlamento lo scorso 19 giugno? E nel caso non lo ritenesse opportuno, quale strategia intende adottare per la riduzione dei divari infrastrutturali e dell'impatto di una riforma così dannosa per le politiche di sviluppo calabresi?". Sono questi i due quesiti contenuti nell'interrogazione a risposta scritta che i consiglieri regionali Raffaele Mammoliti (Pd) e Antonio Lo Schiavo (presidente del Gruppo misto - Liberamente progressisti) hanno depositato questa mattina, indirizzandola al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto. I due esponenti dell'opposizione ricordano, in premessa, che "il provvedimento, per come approvato, rischia di compromettere la coesione del Paese e di aggravare le disuguaglianze sociali tra i cittadini, segnando un punto di non ritorno nell'equità dei servizi essenziali tra le Regioni italiane in un contesto già caratterizzato da un grave squilibrio tra il Nord ed il Sud dell'Italia; che tale rischio ha generato molteplici critiche e non solo dai partiti di opposizione, nei confronti dell'adozione di tale provvedimento, non ultime quelle pronunciate dalla Conferenza episcopale italiana e dalla Commissione europea che nel Report annuale sulle economie nazionali ha definito il provvedimento approvato in via definitiva dalle Camere come rischioso per la coesione e le finanze pubbliche del Paese". Mammoliti e Lo Schiavo ricordano altresì che "lo stesso presidente Occhiuto, seppur fuori tempo massimo, ha espresso dubbi sulla bontà della riforma e ha condiviso la scelta della deputazione calabrese di Forza Italia di non approvare la legge" e che "molte Regioni stanno valutando di impugnare la legge in questione dinanzi la Corte Costituzionale". Da qui gli interrogativi posti al presidente Occhiuto per sapere se intende proporre o no ricorso alla Corte Costituzionale. "Il presidente della Regione - aggiungono Mammoliti e Lo Schiavo -, dopo le ambiguità, i tentennamenti e le successive tardive recriminazioni, dimostri adesso nei fatti qual è il suo reale atteggiamento rispetto alla riforma con la quale i suoi allegati leghisti e il governo da lui sostenuto condannano definitivamente il Mezzogiorno d'Italia all'arretratezza. Non tutto ancora è perduto, la mobilitazione sociale e politica che sta montando in queste ore dimostra che esiste una contrarietà popolare diffusa su una legge ritenuta ingiusta, dannosa e immorale, rispetto alla quale le forze d'opposizione metteranno in atto ogni possibile azione di contrasto. Lo stanno facendo anche molti sindaci meridionali e calabresi che, senza distinzione di appartenenza partitica, hanno percepito la pericolosità dell'Autonomia differenziata e sono determinati a far valere le proprie ragioni. Battaglia alla quale si unirà anche il nuovo sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo, che lunedì andrà a vincere al ballottaggio con il sostegno del fronte progressista lanciando, tra le altre cose, un chiaro segnale proprio all'atteggiamento padronale, sprezzante e accomodante verso le forze secessioniste, tenuto dal centrodestra in questa come in innumerevoli altre occasioni. Il presidente Occhiuto scelga dunque da che parte stare: se obbedire ancora una volta agli ordini di scuderia del suo partito e del suo schieramento o schierarsi dalla parte degli interessi della Calabria e dei calabresi, senza se e senza ma".

      "Il centrodestra calabrese continua ad azzuffarsi, fuori tempo massimo, sulle ricadute devastanti che la legge sull'Autonomia Differenziata avrà sul destino economico e sociale del Mezzogiorno. Senza un minimo di autocritica sulla responsabilità per omesso controllo, e di conseguenza, per l'immobilismo che ha segnato il dibattito antecedente all'approvazione del testo arrivato alla Camera. Chi ha veramente a cuore il futuro della Calabria deve agire, oltre i proclami e i 'mea culpa" di circostanza'. È quanto afferma la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni. "Lo sapevano tutti - prosegue - che il Ddl Calderoli avrebbe spaccato il Paese, ancora prima di diventare legge, ma nessuno ha fatto niente: troppo impegnati ad incantare i calabresi con la comunicazione deviata e deviante di un presidente di Regione 'superuomo' e distratto dall'ego prorompente che lo rende sordo ad ogni sollecitazione dell'opposizione. Le forze politiche, le associazioni, gli amministratori e i cittadini che hanno a cuore il futuro della nostra regione devono concentrarsi su altro: ogni azione possibile da mettere in atto per bloccare questo disastro". "Partiamo dal monito della Commissione europea che boccia senza appello il disegno di legge sull'autonomia differenziata - rimarca la consigliera regionale democrat -. Attenzione, non parliamo di un collettivo comunista: l'organo esecutivo dell'Unione europea, contesta la riforma nel Report annuale sulle economie nazionali, in cui dedica un paragrafo proprio al ddl Calderoli facendo riferimento al testo che era stato approvato in Senato, chiaramente, ma che in soldoni è stato confermato alla Camera". Bruni ricorda che il "paragrafo recita: 'La devoluzione di ulteriori competenze alle regioni italiane comporta rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese'. Parlando del resto approvato al Senato, la Commissione europea sottolinea che 'il disegno di legge include alcune tutele per le finanze pubbliche, come le valutazioni periodiche delle capacità fiscali regionali e i requisiti per i contributi regionali per raggiungere gli obiettivi fiscali nazionali'. E 'tuttavia sebbene assegni specifiche prerogative al governo nel processo negoziale, non fornisce alcun quadro comune per valutare le richieste regionali di competenze aggiuntive'". "Ripartiamo da qui - conclude Amalia Bruni - per costruire il percorso che deve portare anche la Regione Calabria ad impugnare la legge Calderoli davanti alla Corte Costituzionale come hanno già pensato di fare Campania e Sardegna. Il presidente Occhiuto percorra la linea d'ombra che lo separa dai proclami e dall'opportunismo politico alla tangibile vicinanza alla sua comunità che considera questa legge pericolosa e ingiusta: si faccia portavoce di quel disagio, e sia per una volta il presidente di tutti".

      Sull'autonomia differenziata il governatore campano De Luca plaude ad alcune prese di posizione critiche registrate all'interno della maggioranza e invita le regioni a una battaglia comune: "La Campania ha guidato la battaglia. Registro con soddisfazione - ha detto oggi nel corso dell'abituale appuntamento social del venerdì - il fatto che ci si e svegliati e che ci sono state dichiarazioni di colleghi presidenti di Regione della maggioranza, in particolare Occhiuto che è un bravo amministratore e al quale dico che forse potevamo organizzarci un pò prima, quando lo chiamai prima del 16 febbraio e mi disse che aveva qualche problema a livello nazionale. A lui e a Bardi dico meglio tardi che mai, considero importanti le loro prese di posizione anche se nessuno ha fatto riferimento ai fondi di sviluppo e coesione che sono bloccati" Per De Luca la battaglia si deve sviluppare su due fronti: contro l'autonomia differenziata ma anche contro il centralismo burocratico dei ministeri romani e per burocrazia zero. Nel merito del disegno di legge approvato dal Parlamento in settimana De Luca ha spiegato quelle che a suo avviso sono le criticità: "Sulla base della spesa storica la prima truffa è che chi è più ricco sarà più ricco e chi è più povero sarà più povero. La seconda truffa è che senza oneri aggiuntivi per lo Stato come si fa la perequazione tra Nord e Sud? La terza truffa consiste nel trattenere il residuo fiscale su Iva, Irpef e Irap. Se le regioni ricche trattengono quelle risorse il fondo di solidarietà come lo finanziamo? Questa autonomia è una truffa che spacca l'Italia e privilegia i più ricchi". Di qui la proposta all' opposizione e "agli amici di Forza Italia che vogliono fare una battaglia per il Sud" di un impegno comune per competere ad armi pari. "Oggi la Campania ha metà del personale sanitario dell'Emilia Romagna - ha ricordato De Luca - se dobbiamo fare la sfida dell'efficienza deve essere ad armi pari e con uguali risorse nel riparto del fondo sanitario nazionale dove la Campania viene derubata ogni anni di 200 milioni di euro. Ok alla sfida dell'efficienza - ha ribadito - ma se si parte ad armi pari e dopo ogni regione si può giocare le proprie carte".

      "Quando nei mesi scorsi abbiamo denunciato il baratto in corso in Parlamento tra autonomia e premierato, dov'erano gli eletti al Sud di Forza Italia, Fdi e Lega? Erano in Parlamento e obbedivano a Calderoli e ai diktat della Lega. Il Presidente Occhiuto si è pentito? È troppo tardi per i lavori parlamentari, dove la destra ha rotto l'unità nazionale e tradito il sud, ma se i Presidenti della Calabria e della Basilicata, Occhiuto e Bardi, vogliono essere credibili, facciano votare ai loro Consigli regionali la richiesta di referendum contro l'autonomia di Calderoli". Così il presidente dei senatori del Partito democratico, Francesco Boccia, a Vibo Valentia dove ha partecipato alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale per il ballottaggio del candidato sindaco del centrosinistra, Enzo Romeo. "Il silenzio complice degli eletti al Sud di questi mesi - ha aggiunto Boccia - li ha resi conniventi di una riforma che spacca l'Italia. Il disegno della Lega tradisce il Mezzogiorno, aumenta le diseguaglianze e spacca il Paese. Va fermato con tutti i mezzi democratici a disposizione. Il fronte costituzionale che si è ritrovato in piazza Santi Apostoli l'altro giorno sarà in prima linea, col sostegno del popolo italiano, per fermare questo scempio. Dimostriamo già qui a Vibo Valentia che la proposta libera e forte, progressista e unitaria di Enzo Romeo unisce i vibonesi che vogliono una Calabria diversa, giusta e aperta che non si fa condizionare da chi ha tradito più volte questa bellissima terra e la regione intera".

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