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      La Camera approva la legge sull'autonomia, reazioni e commenti

       

       

      La Camera approva la legge sull'autonomia, reazioni e commenti

      19 giu 24 Lo sprint è partito poco dopo mezzanotte, quando la maggioranza ha dato il via libera alla seduta fiume: lavori tutti difilato, voti no stop fino a quello finale. Che è arrivato quasi otto ore più tardi, con l'approvazione definitiva alla Camera dell'Autonomia differenziata. E in Aula è successo un po' di tutto, applausi da una parte, urla "vergogna" dall'altra, tricolori e inno di Mameli dai banchi dell'opposizione, bandiere delle regioni e della serenissima che sventolavano dagli scranni della Lega. La riforma è passata con 172 sì, ma senza i voti dei tre deputati calabresi di Forza Italia: servivano "un ulteriore approfondimento e imprescindibili migliorie", hanno fatto sapere. "Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà - ha invece esultato sui social la presidente del consiglio, Giorgia Meloni - Un passo avanti per costruire un'Italia più forte e più giusta. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini". Reduci dalla prova della piazza, con la manifestazione a Roma contro le riforme, le opposizioni hanno annunciato una raccolta firme per il referendum abrogativo. Stavolta il campo largo al completo: Pd, M5s, Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa con le inedite adesioni di Azione e di Italia viva. "Meloni ha piegato la testa davanti ai ricatti della Lega. E meno male che diceva di non essere ricattabile - ha detto la segretaria Pd, Elly Schlein - A questo punto cambino il nome in Brandelli d'Italia. O Fratelli di mezza Italia, visto che la stanno spaccando in due. Continueremo a batterci insieme alle altre opposizioni". Il controcanto sarà anche sui conti. Il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia, ha chiesto che il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti spieghi in Aula "come intendano andare avanti, visto che la legge è in vigore e non c'è un euro". Si sono associati Avs, Italia viva e M5s. "Le vostre dichiarazioni - gli ha risposto il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo - sono la dimostrazione plastica di quanto state rosicando". Nella notte, solo interventi delle opposizioni, che hanno cercato di tirarla più alle lunghe possibile, con tanto di citazioni di Pinocchio, della Vispa Teresa, della Divina Commedia. A voto ancora caldo, Conte ha scritto un post: "Spaccano l'Italia col favore delle tenebre, condannando il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento di sanità, istruzione, trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze". Anche per i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, "il Parlamento e il Paese avrebbero meritato qualcosa di meglio che approvare lo Spacca Italia nella notte, tra lo sventolio vergognoso delle bandiere padane". La Lega ha esultato. Il gruppo ha posato nel cortile della Camera col padre della riforma, il ministro Roberto Calderoli, sventolando le bandiere delle regioni. Il segretario Matteo Salvini ha postato la foto: "Una giornata storica", ha scritto. "Mi tremano le gambe per l'emozione… - ha detto Calderoli - Un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese". Ma nella maggioranza qualche crepa si è vista. Quello di Forza Italia è stato il gruppo di centrodestra con la percentuale più bassa di partecipanti al voto (fra missioni e altro): il 51%. E gli azzurri eletti in Calabria - Francesco Cannizzaro, Giuseppe Mangialavori e Giovanni Arruzzolo - ci hanno tenuto a far sapere di non aver contribuito all'approvazione della riforma. Critico il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei: "Quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio". E il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin: "L'autonomia differenziata sia attuata in maniera tale da non creare ulteriori squilibri". Licenziata l'Autonomia, torna in campo alla Camera il premierato. Ma, probabilmente, dovrà attendere. Perché il testo arriverà in commissione Affari costituzionali, la stessa che deve discutere la riforma della Giustizia, con la separazione delle carriere. Salvini ha avvertito: su quella "è fondamentale andare fino in fondo".

      Reazioni e Commenti

      Sul premierato, "ho risposto io con una raccomandazione per tutti e la ribadirei", "Se vogliamo che durino (le riforme ndr) devono avere un coinvolgimento di tutti, Cerchiamo di fare tutti quanti il possibile perché sia così", e "sulla autonomia differenziata abbiamo fatto un documento Ufficiale, quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio, che dobbiamo fare?". Così il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, a margine di un convegno con esponenti del governo.

      "Nessun problema in Forza Italia, anzi proprio grazie agli emendamenti del mio partito prima in Consiglio dei ministri e poi al Senato il testo dell'autonomia differenziata è stato migliorato. Ma non ci sono ancora le risorse per finanziare i Livelli essenziali delle prestazioni. E allora è il centrodestra nel suo complesso che potrebbe avere delle ripercussioni, perché i pochi consensi che la nostra coalizione otterrà nel Nord del Paese a causa dell'approvazione di questa legge, di fretta e di notte, non compenseranno le contrarietà e le preoccupazioni delle Regioni del Sud. Quindi non è un bell'affare per il centrodestra". A dirlo Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia. "Ho letto diverse agenzie - ha aggiunto - che rappresentano la mia posizione come una posizione in contrapposizione a quella di Tajani. Non l'ho mai ritenuto. Se non ci fosse stato Tajani il mio partito, Forza Italia, oggi non sarebbe al 10%. Tajani ha la responsabilità di tenere unito il governo perché è vicepresidente del consiglio, quindi nessuna divisione all'interno di Forza Italia. Ho posto un problema che dovrebbe riguardare complessivamente il centrodestra".
      "Io non ho mai sostenuto che questa legge sia una legge spacca Italia perché ho sempre detto che l'autonomia differenziata è una possibilità già offerta dalla Costituzione ma che per il sud sarebbe stato molto più utile se attraverso questa discussione si fosse arrivati al finanziamento dei Lep". A dirlo, parlando con i giornalisti, il presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia Roberto Occhiuto. "Vorrei segnalare - ha aggiunto - che c'è un lep recentemente definito, quello per gli asili nido e che ha visto molte più risorse per gli asili nido al sud di quanto non avveniva in passato. Quindi se ci fossero state le risorse per finanziare i lep il sud avrebbe fatto un affare. Invece con questa legge, purtroppo, ancora le risorse non ci sono. E poi ho detto che c'erano alcune questioni che probabilmente andavano approfondite, come la valutazione di impatto sulle materie non Lep e ho fatto l'esempio del commercio estero. Che cosa succede agli agricoltori calabresi che esportano le loro merci se cinque o sei regioni si rendono autonome sul commercio estero? Ne hanno un vantaggio o uno svantaggio? Non lo sappiamo, bisogna fare una valutazione di impatto. Allora ho chiesto che si approfondisse questo tema". "Secondo me c'erano anche i tempi - ha detto Occhiuto - perché nessuno vuole mettere in discussione il programma del centrodestra, ma in quel programma, oltre a questa riforma c'è quella del premierato e quella della giustizia. Queste altre due riforme vedranno la luce fra tanti mesi e quindi non ho capito perché si doveva arrivare ad un'approvazione così repentina, che se invece fosse stata maggiormente discussa e rappresentata al Paese come meno divisiva forse sarebbe stata anche maggiormente compresa dai cittadini del sud". "Per me - ha detto ancora Occhiuto - è molto più complesso perché io sono un presidente di regione comunque del centrodestra e sono un dirigente nazionale del centrodestra. Quindi per me è molto più complicato assumere posizioni come quelle che ho assunto ma sono innanzitutto il presidente della Calabria e dei calabresi e come ho detto dall'inizio, questa riforma doveva riguardare l'autonomia differenziata ma anche il superamento della spesa storica. Io facevo l'esempio dei tre vagoni: uno l'autonomia, l'altro il superamento della spesa storica attraverso il finanziamento dei lep, l'altro la perequazione. Mi pare che invece per il modo in cui si è proceduto all'approvazione di questa riforma, di notte e di fretta, sembri più una bandierina da dare ad una forza politica che invece una riforma capace di superare anche il divario fra le regioni del sud e quelle del nord".
      "Il Partito democratico fa politica, io invece cerco di svolgere un'azione all'interno della mia coalizione. Devo dire che è il Pd ha avuto in Calabria tanti presidenti in passato, ha ancora tanti dirigenti nazionali, senatori e deputati e io verifico che l'unica voce che dalla Calabria si leva è quella del presidente della Regione. Quindi ogni tanto dovrebbero anche ringraziare il presidente della Regione se dà protagonismo alla loro regione e alla Calabria". Così Roberto Occhiuto, parlando con i giornalisti, ha replicato al Pd in merito alle critiche sulla sua posizione sull'autonomia differenziata.

      "Occhiuto si dovrebbe rileggere il programma elettorale e la legge approvata dal centrodestra". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini, commentando le critiche del governatore della Calabria Roberto Occhiuto all'autonomia. "L'autonomia sarà una grande opportunità per migliorare le Regioni del Sud. Chi è capace, non ha nulla da temere", ha concluso a margine dei festeggiamenti per i 50 anni de Il Giornale a Milano

      "Questa riforma rappresenta un grave attacco all'unità del nostro Paese, spaccandolo in venti e aumentando le diseguaglianze sociali tra regioni. L'Autonomia differenziata rende più difficile per i cittadini accedere a servizi essenziali quali sanità, istruzione e welfare. Questo modello annienta rischio il principio di solidarietà su cui è fondata la nostra Repubblica, minando gli sforzi di intere generazioni che hanno lavorato per garantire un'uguaglianza sostanziale e un progresso equo per tutti". Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Gianmichele Bosco. "Con questa riforma - prosegue - si evidenziano ancora di più le differenze tra strati sociali, colpendo i più deboli, i quali non possono ambire ad una parità di diritti e opportunità con il resto del Paese. Abbiamo costruito il nostro Paese sulla base dell'Unità, della solidarietà e dell'inclusione, e oggi questi valori sono sotto attacco. È nostro dovere difendere con tutti i mezzi democratici a nostra disposizione il principio che nessuno debba restare indietro, e che ogni cittadino italiano, ovunque viva, debba avere pari accesso ai servizi pubblici essenziali: l'autonomia differenziata azzera questo obiettivo fondamentale". "Ulteriore disapprovazione - conclude Bosco - per il fatto che a votare e sostenere questa legge siano stati i partiti con ispirazione sovranista, che sembrano più interessati a dividere il Paese che a promuovere l'unità e la coesione nazionale. Questo tipo di approccio non può essere accettato e dobbiamo lavorare per un futuro più unitario e più giusto per tutti. Nella consapevolezza che il destino di una regione non deve passare dalle capacità amministrative-dirigenziali di un singolo governatore".

      "Occhiuto, vuole giocare troppe parti in commedia, invece di alzare falsi polveroni si renda conto che il suo partito ha assecondato una riforma che farà male in primo luogo ai calabresi perché divide e crea disuguaglianze". Così in una nota il deputato democratico, Nico Stumpo, che sottolinea "salvo alcune timide prese di distanza, a cui non sono seguiti atti concreti, Forza Italia non ha aperto bocca durante tutto l'esame del provvedimento e ha piegato la testa davanti ad ogni mossa e ai tempi imposti dalla Lega. Peraltro - aggiunge il democratico - mentre si votava l'autonomia, sui banchi della maggioranza è stata fatta sventolare platealmente la bandiera della Regione Calabria. Invece di rilasciare dichiarazioni che non hanno alcun seguito, Occhiuto si attivi per approvare rapidamente in consiglio regionale un ordine del giorno unitario che certifichi con fermezza la contrarietà all'autonomia differenziata".

      "Stamattina mezza Italia è sparita, il Sud non esiste più. La Camera dei Deputati ha votato la riforma dell'Autonomia differenziata anche con il complice e colpevole voto dei deputati di maggioranza del Meridione. Dispiace perché la Politica è venuta meno, ancora una volta, all'impegno di tutelare i diritti di tutti i cittadini; dispiace perché questo provvedimento votato all'alba da uno dei due rami del Parlamento altro non è che il frutto di un accordo ricattatorio tra Fdi e Lega, con i primi che ieri hanno portato a casa la riforma del premierato e gli altri che oggi realizzano il sogno del secessionismo. Il principio di solidarietà nazionale è uno dei cardini fondamentali della nostra Costituzione... lo hanno calpestato". È quanto dichiara il consigliere regionale Giuseppe Graziano, nonché presidente di Azione Calabria, dopo il voto della Camera. Proprio ieri, lo stesso Graziano insieme al segretario di Azione Calabria Francesco De Nisi, aveva lanciato un appello ai deputati del Sud affinché si facessero interpreti di una "protesta civile e democratica" votando no al provvedimento. "Purtroppo - ha detto Graziano - non siamo stati ascoltati e questo sicuramente ci pone in una condizione di riflessione profonda".

      "Sì, ho avuto la tentazione di esporre la bandiera tricolore listata a lutto dal balcone di Palazzo De Nobili. Non l'ho fatto solo perché serbo un grande rispetto per l'istituzione che rappresento e perché non voglio essere accusato di strumentalizzazione politica. Ma resta un giorno di lutto per la Calabria, mortificata e condannata ad un triste destino da un'Autonomia differenziata costruita a vantaggio dei ricchi del Nord. La nostra battaglia proseguirà. È stato un grande dolore vedere sventolare le bandiere della Secessione nordista nell'aula del Parlamento. Il Sud reagirà e si rialzerà". A dirlo il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita.

      "La bandiera della nostra Calabria sventola ancora più forte grazie a Matteo Salvini, Roberto Calderoli e a tutta la Lega che hanno raggiunto un traguardo importantissimo dopo anni di battaglie". Lo dichiara la deputata calabrese della Lega Simona Loizzo. "Con l'Autonomia crescerà anche la nostra regione, pronta a correre per ridurre quel divario con il resto del Paese che fino ad oggi non ha reso merito alle potenzialità di questo territorio - prosegue - Adesso cambia tutto e andremo avanti con ancora più forza e determinazione nel segno della responsabilità e della trasparenza".

      "Coi favori delle tenebre hanno approvato l'Autonomia differenziata. Per spaccare il Paese. Una seduta notturna fiume finita da poco, nessun dialogo. I 172 colleghi che hanno votato a favore portano un macigno sulla coscienza". Lo ha scritto sui propri canali social, al termine della seduta notturna alla Camera, la deputata e coordinatrice calabrese del Movimento 5 stelle, Anna Laura Orrico. "Fra questi moltissimi meridionali, calabresi - ha aggiunto - 'Yes man' pronti ad eseguire ordini di scuderia. Sventolavano le bandiere delle varie regioni, loro. Noi eravamo col tricolore in mano. In tutto questo stiamo ancora attendendo l'intervento risolutore del governatore Occhiuto. Ah no, era solo l'ennesima televendita".

      "Abbiamo deciso di non partecipare ai voti sugli emendamenti ed a quello finale sull'autonomia differenziata perché a nostro avviso il testo del provvedimento avrebbe meritato un ulteriore approfondimento, imprescindibili migliorie, un iter parlamentare più sereno e lineare". Così, in una nota, i deputati calabresi di Forza Italia Francesco Cannizzaro, Giuseppe Mangialavori e Giovanni Arruzzolo. "Ringraziamo - aggiungono - la squadra di governo di Forza Italia e il nostro segretario nazionale, Antonio Tajani: con la loro azione il ddl Calderoli è stato in parte riscritto e reso meno indigesto per le regioni del Sud. Nonostante questo, però, abbiamo ritenuto insufficienti le garanzie soprattutto in merito alle materie non misurabili con i Lep, che potranno essere subito oggetto di intese tra Stato e Regioni, con probabili fughe in avanti di territori che già oggi vivono una situazione di vantaggio rispetto al Mezzogiorno". "Non abbiamo votato la legge - dicono ancora Cannizzaro, Mangialavori e Arruzzolo - per una decisione personale, esercitando la libertà di coscienza che c'è sempre stata in Forza Italia, regalo che abbiamo ereditato dal presidente Berlusconi. L'unità del partito e quella del nostro gruppo parlamentare, saggiamente guidato da Paolo Barelli, comunque, non sono messe in alcun modo in discussione".

      "Oggi siamo davanti ad una 'frattura strutturale' Nord-Sud che compromette qualità dei servizi sanitari, equità di accesso, esiti di salute e aspettativa di vita alla nascita, alimentando un imponente flusso di mobilità sanitaria dal Sud al Nord. E La legge sull'autonomia differenziata non potrà che amplificare le diseguaglianze già esistenti in sanità". Lo afferma il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. L'autonomia differenziata anzi, sottolinea, "renderà il Mezzogiorno ancora più dipendente dalle ricche Regioni del Nord, che a loro volta rischiano di peggiorare la qualità dell'assistenza per i propri residenti, perché non potranno aumentare in maniera illimitata la produzione di servizi e prestazioni sanitarie a favore dei 'migranti della salute'". Secondo il presidente Gimbe, inoltre, "oggi è stato dato anche il colpo di grazia al Servizio sanitario nazionale, pilastro della nostra democrazia e strumento di coesione sociale, per un machiavellico 'scambio di cortesie' tra le forze politiche di maggioranza".

      "Sull'autonomia differenziata Roberto Occhiuto è politicamente ambiguo e dunque ingiustificabile perché il fratello senatore, Mario, del suo stesso partito, ne aveva già votato il testo al Senato e ora il presidente della Regione parla, senza alcun imbarazzo, di errore del centrodestra nazionale rispetto alla recente approvazione del provvedimento alla Camera". Lo afferma il senatore Nicola Irto, del Pd e segretario regionale del partito in Calabria, in un post sulla sua pagina Facebook. "La bramosia di potere all'interno di Forza Italia - aggiunge Irto - crea cortocircuiti comunicativi imbarazzanti, ma oggi è impossibile ingannare i cittadini. Noi continueremo a lottare per impedire questa torsione autoritaria a opera del centrodestra e per difendere l'unità dell'Italia e i princìpi costituzionali di eguaglianza e libertà. Con l'autonomia differenziata e con il premierato, che ieri è passato a Palazzo Madama, il centrodestra vuole spaccare il Paese e governare a Roma senza limiti e controlli, mettendo da parte il Parlamento, il Presidente della Repubblica ed i necessari equilibri costituzionali tra i poteri dello Stato. È ormai chiaro il baratto tra Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Avevamo scritto e detto tanto a questo proposito, sia al Senato che nelle piazze. Avevo denunciato a chiare lettere gli scopi di potere che si nascondevano dietro questo patto politico, riprovevole, a danno dell'unità nazionale, della democrazia, della Costituzione e del Mezzogiorno".

      "Sono gravissime le ultime dichiarazioni del presidente della Regione Calabria e del vicesegretario nazionale di Forza Italia, Roberto Occhiuto, sulle scelte politiche nazionali del suo partito in riferimento all'Autonomia differenziata approvata in Parlamento. 'Temo che il centrodestra nazionale abbia commesso un errore, del quale presto si renderà conto', ha detto il governatore, condividendo la posizione dei deputati calabresi di Forza Italia, Francesco Cannizzaro, Giuseppe Mangialavori e Giovanni Arruzzolo, che non hanno votato la legge". Lo affermano, in una nota, i consiglieri regionali del PD Francesco Iacucci e Domenico Bevacqua. " Una posizione - aggiungono - che, da diverso tempo, insieme a tutto il gruppo, abbiamo assunto da tempo, anticipando quanto lamentato solo oggi dallo stesso presidente. Il mancato approfondimento delle conseguenze del Ddl, con un'approvazione avvenuta in un clima divisivo sia in Parlamento che nel Paese, come ha spiegato Occhiuto, e che rende impossibile ratificare le intese tra Stato e Regioni senza prima aver definito i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). E ancora la circostanza che questa norma è sembrata, fin dall'inizio, una bandierina di una singola forza politica. Praticamente Occhiuto si è espresso a parole nostre, sollevando perplessità sulle quali chiediamo attenzione da mesi e che sono rimaste puntualmente inascoltate. Soltanto adesso, quando il danno è fatto, il presidente Occhiuto torna sui suoi passi e dà ragione alla nostra battaglia contro l'Autonomia differenziata, parlando di una votazione a tappe forzate. Tuttavia, il cambio di rotta di Roberto Occhiuto ci fa ben sperare e significa che il nostro lavoro non è stato vano e che il Partito Democratico ci aveva visto lungo". "In ogni caso - dicono ancora Iacucci e Bevacqua - adesso l'Autonomia differenziata è legge e le conseguenze per il Mezzogiorno saranno delle più disastrose. Ora che anche il presidente è d'accordo sulle nostre ragioni, speriamo che possa, con coerenza, continuare la battaglia insieme a noi e bloccare l'approvazione della "legge-danno" che affossa il Mezzogiorno e che deve essere bloccata".

      "Oggi la Repubblica italiana non è più 'una e indivisibile'! Lo ha sancito un Governo di estrema destra, secessionista e a trazione settentrionale che dopo una sfiancante seduta notturna conclusa alle 7.45 di mattina, ha approvato alla Camera la legge sull'Autonomia differenziata. Una legge che mette la parola fine a tutte le speranze di riscatto e di crescita per il Sud Italia, condannato sempre di più all'isolamento e allo spopolamento, con intere generazioni di meridionali che al posto del corredino per la nascita avranno già pronta la valigetta per emigrare". Lo afferma in una nota il consigliere regionale Ernesto Francesco Alecci. "Una porcheria - prosegue - una riforma sciagurata che passa alla Camera con la colpevole connivenza del massimo rappresentante della nostra regione, il presidente Roberto Occhiuto, che oggi completa il suo tradimento nei confronti del mandato degli elettori calabresi. E con lui tutti i nostri rappresentanti alla Camera che hanno votato sì come avevano fatto Tilde Minasi, Mario Occhiuto, Fausto Orsomarso ed Ernesto Rapani al Senato". "E suonano ancora di più come una beffa - afferma Alecci - le dichiarazioni contraddittorie del presidente che parla solo oggi di disegno di legge migliorabile, di errore del centrodestra, citando i nomi di chi non ha votato la legge. Proprio lui che aveva votato a favore dell'Autonomia differenziata nella Conferenza Stato-Regioni già nel marzo del 2023 e aveva parlato di 'grande sfida e grande occasione' per la nostra regione, proprio lui che in tutti questi mesi non si è mai opposto a questa riforma scellerata sebbene non perda occasione per sottolineare il suo peso politico a Roma, proprio lui che ha provato a mischiare le carte con i soliti proclami e le solite trovate da showman ('No money, no party'), proprio lui che prima delle europee ha chiesto ai calabresi un nuovo sostegno per una Calabria più forte in Europa, quella stessa Calabria che anche lui insieme ai suoi colleghi di governo condanna ad un futuro sempre più povero e marginale". "La nostra regione - conclude Alecci - sarà sempre più penalizzata e avrà sempre meno risorse per la sanità, la scuola, i trasporti, le politiche sociali, l'ambiente, mentre aumenterà a dismisura il divario tra Nord e Sud, tra regioni più ricche e regioni più povere. Tutto ciò fa male e fa male sapere che i nostri rappresentanti nelle massime sedi istituzionali sono stati complici di questa disgrazia. Ma nonostante questo, non è possibile tirarsi indietro, noi continueremo a lottare in tutte le sedi democratiche per ostacolare questa deriva secessionista e provare a dare ancora una speranza ai nostri giovani".

      L'approvazione del disegno di legge sull'Autonomia differenziata rappresenta "un pericolo concreto per l'unità e la solidarietà del Paese". Lo afferma la consigliera regionale del Partito democratico Amalia Bruni. La lunga notte di discussione al Senato che consegna il varo del progetto, se portato a compimento, "darà forma istituzionale agli egoismi territoriali della parte più ricca del Paese, amplificando e cristallizzando i divari territoriali già esistenti, con gravissimo danno per le persone più vulnerabili e indifese". "La visione di crescita armonica per l'intero territorio nazionale richiamata anche dalla Conferenza Episcopale Calabra - afferma Bruni - non passa dalla 'secessione dei ricchi' ma dalla valorizzazione delle peculiarità e di ogni realtà particolare, soprattutto delle aree più periferiche. Voglio ricordare proprio il documento dei vescovi che faceva appello al principio di sussidiarietà, citando Papa Francesco: il principio di sussidiarietà ha un doppio dinamismo: dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto". "Questo approccio - prosegue l'esponente dem - richiama l'importanza di una politica inclusiva che promuova equità e solidarietà tra le diverse regioni del Paese. Non possiamo pensare di realizzare un futuro di tutela dei diritti costituzionali per tutti, e cito la garanzia della salute e dell'istruzione come esempio, dove le Regioni-Stato, con poteri estesissimi in materie fondamentali, innescheranno una dinamica di disintegrazione delle politiche e degli interventi. Le parole chiave restano integrazione e solidarietà. Nessuno deve restare indietro. Questo non è il momento della rassegnazione. Di fronte alle sfide poste dall'approvazione della legge sulle autonomie differenziate dobbiamo mobilitarci, partendo dall'organizzazione di occasioni di approfondimento e pubblica discussione. Siamo già impegnati per mettere in campo numerose iniziative. Non possiamo restare indifferenti: è ancora più forte la consapevolezza che il Paese avrà un futuro solo se tutti insieme sapremo tessere e ritessere intenzionalmente legami di solidarietà, a tutti i livelli". "Dobbiamo continuare a lottare - conclude Amalia Bruni - per un'Italia più unita e solidale, dove ogni regione possa prosperare senza lasciare indietro le più vulnerabili. Solo così potremo garantire un futuro migliore alla nostra regione. La battaglia più dura inizia adesso".

      "Sono stupito del silenzio assordante dei presidenti di Regione e dei sindaci della destra, così come dei parlamentari di destra eletti nel Mezzogiorno", sull'approvazione dell'autonomia differenziata. Lo dice Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna.

      "Meloni, Salvini e Tajani hanno fatto a gara per far votare in 24 ore le due pseudo riforme su premierato e autonomia differenziata. Al netto dei disastri che produrranno le due riforme, perché questo governo non ha fatto a gara per fronteggiare i problemi che affliggono questo Paese? Oggi gli italiani non chiedono premierato e autonomia, oggi da nord a sud c'è forte bisogno di sanità e acqua. Chiedete ad agricoltori e allevatori, chiedete a tutte quelle famiglie che hanno bisogno di farsi curare. Questo è il problema di un governo che si è rinchiuso dentro il palazzo e non ha la minima idea di ciò che succede nei territori. E nel frattempo i governatori Occhiuto e Schifani sostengono un governo (targato Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia) che prima ha scippato i fondi FSC destinati alla Calabria e alla Sicilia per dirottarli sul Ponte e oggi con questa pseudo Autonomia spacca l'Italia. Con Cateno De Luca e tutta la comunità di SUD chiama NORD andremo avanti mettendoci tutte le forze per cambiare questo sistema folle". Lo afferma Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord.

      "In riferimento alle scene di giubilo di calabresi in Parlamento, ribadisco la mia perplessità per l'approvazione della legge sull'autonomia differenziata, che è solo un pennacchio per qualcuno e che, così com'è, non tutela il nostro territorio". Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, della Lega. "La posizione sull'autonomia differenziata della maggioranza del Consiglio regionale della Calabria, condivisa dal presidente della Giunta, Occhiuto - aggiunge Mancuso - è sempre stata improntata al senso di responsabilità, che antepone le ragioni delle nostre comunità a tutto il resto, in un'imprescindibile visione unitaria del Paese. Una posizione che abbiamo rappresentato, con nettezza, fin da quando si è iniziato a discutere del progetto. Con linearità e trasparenza sia in Consiglio regionale, approvando uno specifico documento con cui chiedevamo garanzie specifiche circa la devoluzione alle Regioni delle materie non Lep, che nel dibattito pubblico, abbiamo pragmaticamente ritenuto che a certe condizioni la legge potesse essere un'opportunità per il Mezzogiorno. Alla fine, però, la legge approvata si è rivelata un pasticciaccio difficile persino da decifrare, non essendo agevole capire neppure se si tratta di un testo che rimuove la disparità di accesso ai servizi essenziali sul territorio o se, invece, incide negativamente sulla solidarietà tra Regioni favorendo quelle del Nord. E che, soprattutto, sarà difficile applicare, perché, in ogni caso, non si potranno mai violare i principi costituzionali, tra cui il diritto dei cittadini ad avere gli stessi servizi ovunque risiedano". "Purtroppo - dice ancora il presidente del Consiglio regionale della Calabria - il Parlamento, anziché prediligere la semplificazione e la chiarezza normativa, cedendo alla fretta, che non è mai buona consigliera, ha approvato un testo di legge confusionario e certamente non in linea con i bisogni reali del Mezzogiorno e neppure con quelli di un Paese che, per affrontare le sfide del momento, deve irrobustire e non mettere a rischio la coesione sociale e territoriale".

      "I successivi passaggi dei decreti attuativi sull'autonomia differenziata garantiranno i Lep. I meridionali abbiano fiducia in Giorgia Meloni". Lo afferma, in una nota, il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi. "Trovo paradossale - aggiunge - che la sinistra faccia polemiche dopo avere messo l'autonomia in Costituzione, con un ministro delle Regioni che all'epoca era addirittura un calabrese. E' risibile, e lo dico da calabrese, dire che un partito a forte vocazione nazionale come Fratelli d'Italia possa spaccare il Paese, come afferma la sinistra, ma è scandaloso votare una legge costituzionale e poi fare muro su una legge ordinaria. Sono due parti in commedia inaccettabili". "Sono certo - dice ancora Antoniozzi - che anche l'amico Roberto Occhiuto contribuirà, nelle successive e decisive fasi, a realizzare l'autonomia giusta che tutti vogliamo e che non deve sottrarre un euro al sud".

      "L'Autonomia non divide il nostro Paese, che al contrario contribuirà a rafforzare riducendo i gap territoriali, ma gli esponenti di Forza Italia". Lo dichiara il deputato della Lega Luca Toccalini. "Perché mentre in Lombardia si prodigano per promuovere le buone ragioni della riforma, in Calabria mostrano diffidenza, come se non conoscessero il programma del centrodestra - prosegue - Una situazione abbastanza singolare che i colleghi farebbero bene a risolvere al loro interno, perché non vogliamo che a pagarne siano i nostri cittadini. L'Autonomia è un'opportunità non solo per i territori che sapranno così mettere a frutto le proprie potenzialità, ma anche per i governatori che potranno gestire al meglio risorse e assicurare servizi efficienti alle proprie comunità".

      "Sono fiero di essere intervenuto in discussione generale alla Camera, contribuendo nel portare a casa la riforma dell'Autonomia, pur non avendola potuta votare perché sanzionato. Il ddl Calderoli, porta con sè in dote l'individuazione dei Lep il cui finanziamento è imprescindibile per l'assegnazione delle materie che ne richiedono la prerogativa". Lo afferma, in una nota, il vicecapogruppo della Lega alla Camera, Domenico Furgiuele, calabrese. "Per chiarezza - aggiunge Furgiuele - nessuna regione diventa autonoma da domani, ma ogni territorio potrà chiedere di avviare l'iter di assegnazione per materia. Il tutto attraverso un iter articolato di pesi e contrappesi volti a garantire, chi la materia la chiede, chi la materia la dà e chi decide di non partecipare a questo processo. L'autonomia differenziata non obbliga alcuna regione: chi vorrà sarà libero di non partecipare a questo processo. E poi basta con le fake news del Movimento 5 stelle: le persone potranno continuare a farsi curare dove meglio credono e il cittadino avrà di fronte una classe politica chiamata a gestirla in piena autonomia, responsabilità e nel rispetto dei vincoli costituzionali di solidarietà". "Sono felice - dice ancora il deputato della Lega - di avere visto la bandiera della Calabria sventolare in aula, ma mi dispiace per qualche collega di Forza Italia che ha votato in difformità con il proprio partito di appartenenza, che al Senato e alla Camera ha rispettato gli accordi sul programma di governo. Il centrodestra , tuttavia, ne esce forte e coeso".

      "Centosessant'anni dopo l'Unità d'Italia, caratterizzati da una doppia velocità nello sviluppo, nelle condizioni economiche e sociali tra nord e sud, ora si sancisce anche formalmente, con una legge, la condizione duale del Paese, con una prospettiva di allargamento delle distanze". Lo sostiene, in una nota, l'ex presidente della Regione, Mario Oliverio. "In questa prospettiva - aggiunge - le forze migliori del Sud saranno ulteriormente incentivate all'abbandono e, in particolare i giovani, a costruire altrove il loro futuro. Le regioni del Sud, a partire dalla Calabria, sono spinte ad una desertificazione irreversibile. La miopia ed i calcoli di potere di un governo e di una classe dirigente cinici ed inadeguati hanno partorito una legge che mortifica le energie del Sud. Rappresenta un fattore di divisione e di oggettivo indebolimento dell'intero Paese. Di fronte al consumarsi di questo disegno, assume una gravità inaudita la posizione dei governatori di centrodestra del Sud, che a gennaio scorso, in Conferenza Stato-Regioni hanno dato parere positivo al disegno di autonomia differenziata illustrato dal ministro Calderoli. Già in quell'occasione, avevamo avuto modo di esprimere incredulità, sconcerto, meraviglia e indignazione rispetto al voto favorevole espresso dal presidente Roberto Occhiuto che evidentemente ha fatto prevalere logiche di equilibri interni alla sua maggioranza di governo rispetto agli interessi della Calabria. Assumere atteggiamenti da pentito oggi è come il pianto del coccodrillo. La verità e la gravità della sua posizione è di aver rotto l'unità del fronte delle Regioni del Sud nella Conferenza Stato Regioni. Unità che nel 2018 fu decisiva per bloccare lo stesso disegno di Salvini, proprio in sede di Conferenza Stato Regioni. Purtroppo, in questo percorso, il sud ha subito anche il tradimento e l'inganno della rappresentanza parlamentare di centrodestra, che senza batter ciglio ed in modo supino e subalterno, si è accodata in questa operazione a danno delle regioni e delle popolazioni meridionali. Questa volta persino andando oltre la vecchia pratica dell'ascarismo meridionale. Forse, anzi sicuramente, a causa di una legge elettorale che sottrae al popolo sovrano il potere di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento. Una legge elettorale che ha prodotto un Parlamento di nominati dalle segreterie nazionali dei partiti. È fin troppo evidente constatare che con questo sistema elettorale i parlamentari rispondono alle segreterie dei partiti piuttosto che dare conto al popolo del loro operato e del loro voto sui provvedimenti legislativi". "Il Sud e la Calabria - dice ancora Oliverio - non possono accettare questo cinico destino. È necessario reagire con forza ed energia attraverso una larga mobilitazione culturale e popolare. Questa grave ferita inferta deve suscitare una reazione forte e adeguata. Il Sud non può accettare un ruolo residuale in un mondo attraversato da profonde trasformazioni ed un'Europa la cui funzione è includere ed aiutare le sue aree deboli e in ritardato sviluppo a crescere e a recuperare su tutti i fronti. In primo luogo su quello del contrasto allo spopolamento e alla fuga dei giovani".

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