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Mancini: La città di Cosenza ha bisogno del suo viale
Mancini: La città di Cosenza ha bisogno del suo viale 03 giu 24 “Che sia una fregatura per i cosentini (fregatura di quelle belle grandi), lo si capisce subito, basta soltanto il nome: parco del benessere. Del parco non c’è nulla”. Lo afferma in una dichiarazione Giacomo Mancini, già parlamentare socialista e membro della direzione del PD Calabria. “Gli unici alberi -scrive Mancini- sono stati piantumati dall’amministrazione guidata da Giacomo Mancini 25 anni fa. Quando si stava completando un boulevard cittadino, un viale attrezzato che collegasse Cosenza con Rende. E che con l’abbattimento del rilevato ferroviario, aprisse la città ad una contaminazione tra quartieri, prima di allora, fisicamente e socialmente isolati e incomunicabili. Oggi il boulevard non c’è più: è stato sventrato. E, di conseguenza, è stata anche paralizzata la circolazione in città e bloccata l’integrazione sociale tra quartieri diversi che erano alla base di quella lungimirante idea. Al posto dell’asse attrezzato -prosegue Mancini- ci sono quattro (si davvero quattro) piste ciclabili (esiste un censimento di quanti cosentini utilizzano la bici?), qualche aiuola di prato e alcune attrezzature per il fitness. E nella parte iniziale una fossa contenete acquadelle dimensioni maggiori di una pozzanghera, ma molto minori di quella di uno stagno I parchi di Cosenza sono altri: la Villa vecchia, il parco Emilio Morrone, il parco del Cardone, il parco del Vallone di Rovito, il parco Nicholas Green. Luoghi splendidi, ma mal curati e anche per questo poco attrattivi, poco conosciuti e poco frequentati. Di benessere poi – continua Mancini - nemmeno a parlarne. Da quando il viale Giacomo Mancini è stato sventrato infatti, il traffico cittadino è impazzito e di conseguenza sono aumentati i gas di scarico delle autovetture incolonnate per ore nei tanti ingorghi cittadini. E in più è diventato difficile raggiungere gran parte dei quartieri centrali di Cosenza. Basta chiedere conferma agli esercizi commerciali di via ventiquattro maggio, di via degli Alimena, di corso Umberto I, ma anche a quelli di corso Giuseppe Mazzini. E quando una città non attrae persone e capitali dalla provincia e da fuori è destinata rapidamente a spegnersi e a morire. Ecco perché – afferma Mancini -l’ennesima inaugurazione di questi giorni appare come una beffa atroce per i cosentini. Perché vede confermata una scelta sbagliata, operata dalle amministrazioni di centrodestra, e vede tradita una volta di più una grande intuizione di un grande sindaco socialista che era doveroso riprendere, salvaguardare e tutelare da parte di questa amministrazione. Perché qui non si discute soltanto di una strada, ma di una idea di città che si vuole vivere e realizzare. Quando il viale è stato sventrato è stata anche calpestata l’idea di città aperta a chi viene da fuori, inclusiva per i cosentini che la vivono e che favorisca la contaminazione tra cittadini di quartieri differenti, che abbatta le barriere sociali tra aree della stessa comunità, che consenta collegamenti rapidi, che attragga flussi di turisti e investitori. Ed è stata sostituita da una città chiusa, caotica, messa in ginocchio dal traffico, resa invivibile dagli ingorghi e dai gas di scarico. Che strangola il commercio e fa scappare nuovi investitori. Che alza le barriere tra quartieri e divide i cittadini dei diversi strati sociali. Questa idea scellerata è stata perseguita da chi ha stuprato il viale mosso da odio cieco verso chi lo aveva realizzato tanto da cancellarne anche il nome. E di fatto è stata continuata da quanti, eletti sul proposito dichiarato della discontinuità, non hanno voluto tornare all’idea originaria di viale e di città. Ecco perché l’ennesima inaugurazione è una beffa attrice e anche una occasione mancata. Occorreva e occorre – conclude Mancini -avere il coraggio e la determinazione di tornare alla grande intuizione del grande sindaco Giacomo Mancini e alle ambizioni che aveva tracciato e realizzato per la nostra città”.
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