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Tridico: quali azioni Commissione Ue su discarica Scala Coeli?
Tridico: quali azioni Commissione Ue su discarica Scala Coeli? 05 dic 24 Il caso della discarica di Scala Coeli approda in Commissione europea, alla quale Pasquale Tridico, capo delegazione del Movimento Cinque Stelle al Parlamento europeo, ha presentato un'interrogazione per sapere, con risposta scritta, "se ravvisi violazioni del Diritto europeo in tema di salute pubblica e quali azioni intenda intraprendere a tutela delle popolazioni interessate". Tridico chiede anche "se la Commissione abbia avviato o voglia avviare apposito «monitoraggio Bat» e, inoltre, come valuta la politica della Regione Calabria sui rifiuti rispetto alle Direttive Ue". Il parlamentare europeo, nell'interrogazione, chiama in causa le responsabilità della Regione Calabria, "nell'interesse - afferma - delle comunità locali, per salvaguardare la salute pubblica e l'ambiente in un territorio a lungo colpevolmente abbandonato". "La vicenda _ é detto in un comunicato - risale al 2010, con l'autorizzazione regionale a costruire la discarica in questione e con una successiva, nel 2019, all'ampliamento sino al 600 per cento delle dimensioni. La Regione Calabria, che secondo il giudice amministrativo aveva ecceduto nell'esercizio delle proprie funzioni, consentì l'espansione abnorme dell'impianto, nonostante, si ricorda nell'interrogazione, «il rigetto alla sdemanializzazione delle aste demaniali da parte dell'Agenzia del Demanio, confermato dal Tribunale superiore delle acque pubbliche; il parere negativo della Struttura tecnica di valutazione e del dipartimento regionale Agricoltura; l'assenza di autorizzazione sismica e la successiva realizzazione di opere abusive". Tridico aggiunge che "la discarica è situata in un'area agricola con produzioni biologiche certificate e allevamenti tradizionali di bovini; che nel 2022 i conferimenti iniziarono in violazione delle prescrizioni Aia, con accessi impropri attraverso il torrente Patia e senza un impianto di trattamento del percolato funzionante; che il 22 giugno 2023 una fuoriuscita massiva di percolato, tramite tubazioni abusive, contaminò il territorio circostante, sfociando nel Mar Ionio". "Davanti all'ostinato immobilismo della Regione Calabria - commenta Tridico - toccherà alla Commissione europea affrontare il caso, tenuto anche conto che è stato già certificato il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione di ferro, manganese e solfati".
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