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      Consiglio regionale approva a maggioranza modifica norme su fusione Comuni

       

       

      Consiglio regionale approva a maggioranza modifica norme su fusione Comuni

      22 mag 23 Il Consiglio regionale ha approvato, con i soli voti della maggioranza, dopo l'abbandono dell'Aula da parte dei gruppi della minoranza, la proposta di legge "omnibus" contenente anche la modifica delle norme sulla fusione dei Comuni. L'Assemblea ha anche detto sì alla proposta di legge recante "Modifiche alla legge regionale 14/1984 - Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro". L'ultimo atto adottato dal Consiglio è stata l'approvazione di una mozione presentata da Domenico Giannetta, di Forza Italia, sulla diffusione della peste suina asiatica nel territorio della provincia di Reggio Calabria.

      Maggioranza: minoranza irriguardosa

      "Abbandonare l'Aula, invece di accettare il confronto sugli argomenti dell'ordine del giorno, è stata una scelta democraticamente irriguardosa per l'Istituzione e per i calabresi, che dai consiglieri regionali si attendono soluzioni ai problemi e non polemiche pretestuose". Lo affermano, in una nota, i capigruppo del centrodestra del Consiglio regionale. "Riteniamo che la scelta degli esponenti delle opposizioni - aggiungono i capigruppo - non sia dovuta ad una diversità di opinioni nel merito, ma risponda ad esigenze esclusivamente politiche, dove per politica intendono che se la maggioranza non soggiace ai loro veti, le opposizioni provano a paralizzare l'Istituzione. Questo però non è l'Aventino, ma la fuga dalla responsabilità di contribuire, ognuno per la propria parte, a dare le risposte ai problemi della Calabria. Naturalmente il Consiglio regionale è pienamente legittimato ad esaminare e approvare i proposti provvedimenti legislativi. E il centrodestra a realizzare la piattaforma programmatica su cui i calabresi ci hanno dato ampia fiducia per elaborare e mettere a terra realistiche prospettive di sviluppo". "Risultano, inoltre, mistificanti - si afferma ancora nella nota - le spiegazioni della fuga dall'Aula. In realtà, da parte del centrosinistra persiste un inaccettabile atteggiamento pregiudizialmente orientato a dire 'no' ad ogni proposta della Giunta regionale e della maggioranza, sia perché, privi di strategia per affrontare le trasformazioni della società in corso, l'unico movente delle loro azioni è tutelare il modus operandi delle passate esperienze di governo, e sia perché la deriva populista del Pd, il cui unico obiettivo è strappare consenso ai 5Stelle in vista delle elezioni europee, spinge a esasperare la polemica per competere sul terreno dell'antipolitica sloganista e generalista. Tutto ciò, inclusa l'arroganza di ritenersi i detentori della verità anche rispetto a riforme per modernizzare il sistema-regione che dovrebbero vederci remare tutti nella stessa direzione, è sconfortante, specie se misurato alle tante emergenze della Calabria che, oggi come mai, chiede alla politica non di aumentare i decibel della protesta ma di individuare proposte performanti per i problemi vecchi e nuovi".

      Minoranza: non condividiamo metodi maggioranza

      "Non condividiamo più questo modo di procedere". Lo ha detto Domenico Bevacqua, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, nel corso di una conferenza stampa convocata per illustrare i motivi della decisione dei gruppi di minoranza di abbandonare l'Aula nel corso dei lavori dell'Assemblea. "I metodi della maggioranza - ha aggiunto Bevacqua - non sono assolutamente condivisibili sul piano dell'approccio e della capacità anche di coinvolgimento della minoranza, soprattutto in termini di partecipazione democratica. Ogni mese arrivano leggi omnibus, come nel caso della legge sugli impianti sciistici, che giungono in Aula senza nessuna discussione preventiva con le organizzazioni sindacali e con le parti interessate. È un metodo che rigettiamo perché rappresenta un vulnus per la democrazia. Leggi 'minestrone' con temi che dovevano, invece, essere dibattuti e confrontati". Bevacqua ha toccato anche il tema della legge sulla fusione dei Comuni. "Si tratta di un provvedimento - ha detto - che cancella il ruolo e le funzioni delle Autonomie locali. Sono decisioni che ci preoccupano, soprattutto per il ruolo e la dignità del Consiglio regionale. Ruolo che noi vogliamo garantire con dignità e responsabilità, ma anche con quella partecipazione in grado di contribuire a migliorare i provvedimenti normativi e le proposte legislative. Vogliamo essere protagonisti. Siamo qui per denunciare uno stato di frustrazione che ci rende impotenti rispetto a provvedimenti per i quali avremmo voluto dare un contributo serio e fattivo. E invece ci ritroviamo mortificati nel nostro ruolo". "Siamo qui - ha detto Antonio Lo Schiavo, del Gruppo Misto - per ribadire un principio. Non si può chiedere la collaborazione delle opposizioni e poi forzare la mano con l'arroganza dei numeri. È un metodo che non può andare bene. Ma c'è anche una questione di merito perché su alcune questioni le regole vanno condivise e non vanno cambiato peggiorandole. Questo non è decisionismo, è arroganza". Secondo il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise, "quella di oggi è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Con questa maggioranza è impossibile dialogare. Il lavoro dell'opposizione ha prodotto i suoi frutti facendo convocare l'Anci. In nessuna Regione italiana esistono leggi che tagliano il ruolo dei Comuni. In Emilia Romagna, addirittura, la Regione finanzia uno studio di fattibilità per verificare gli effetti della fusione tra Comuni".

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