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Corbelli: Ospedali aperti a familiari in tempo di Covid, Calabria esempio positivo
Corbelli: Ospedali aperti a familiari in tempo di Covid, Calabria esempio positivo 09 ott 20 “Gli ospedali aperti ai familiari dei malati non Covid(tre giorni la settimana, per adesso). La Calabria un esempio per l’intero Paese. Consentire adesso che non sia sempre lo stesso familiare a poter visitare il congiunto ricoverato, ma, a turno, anche altri componenti sempre del ristretto nucleo familiare, naturalmente sempre nel rigoroso rispetto delle misure anti Covid. La pandemia, che va affrontata con la massima attenzione e con tutte le precauzioni possibili, ma senza creare nessun allarmismo, non può e non deve cancellare i diritti sacrosanti e fondamentali dei malati e dei loro familiari. Per questo le porte degli ospedali devono continuare a rimanere aperte per i parenti dei malati(non Covid), nell’assoluta osservanza di tutte le misure anti epidemia". E’ quanto afferma il leader del Movimento, Franco Corbelli, “che, si legge in una nota, dopo aver ottenuto la prima grande conquista civile, con la visita, tre giorni alla settimana (un’ora al giorno, a giorni alterni: martedì, giovedì e sabato) per i familiari dei pazienti, punta adesso ad eliminare un’altra ingiustizia, un ulteriore motivo di disagio e sofferenza, e chiede, con un appello alla Presidente della Regione, Jole Santelli, che “il familiare che viene autorizzato ad incontrare il congiunto ricoverato, non sia solo e necessariamente sempre lo stesso soggetto, ma, a turno, anche altri componenti sempre del ristretto nucleo familiare, naturalmente sempre nel rigoroso rispetto delle misure anti Covid”. Corbelli continua sulla pagina Fb di Diritti Civili, con una grande partecipazione popolare e migliaia di adesioni, dalla Calabria e non solo(al momento, quasi 14mila visualizzazioni, in pochi giorni, al video appello del leader di Diritti Civili) quella che definisce una “campagna di Civiltà e Giustizia, assai apprezzata. “Molti sono quelli che ringraziano Diritti Civili perché dopo tanto tempo sono riusciti ad entrare in ospedale e andare a trovare i loro cari, continua Corbelli. Continuano ad arrivare a Diritti Civili messaggi in questo senso di tanti cittadini che ci ringraziano per la nostra importante battaglia civile, per la grande, importante conquista ottenuta e ci segnalano questo problema, motivo di disagio e sofferenza per i malati e gli stessi familiari. Ovvero l’obbligo che sia sempre lo stesso familiare a incontrare il congiunto ricoverato. Ci sono così tantissimi casi di interi nuclei familiari che non possono andare a trovare i loro cari, al di là dello stesso unico parente autorizzato, che nel caso fosse, quest’ultimo, per una qualche ragione, impedito ad andare, salterebbe la visita al parente ricoverato. Non ci sembra giusto. Per questo rivolgo un appello alla Governatrice Santelli. Perché impedire ad esempio che a turno un componente del ristretto nucleo familiare possa recarsi in ospedale a far visita al proprio congiunto e far sentire così allo stesso tutto l’affetto e la vicinanza dell’intera famiglia. Per i malati questa presenza dei loro familiari è fondamentale per aiutarli ad affrontare il periodo difficile della malattia e della degenza, spesso purtroppo lunga e sofferta, a non farli sentire soli, ma a fargli vedere e avere accanto l’intera famiglia. Faccio ancora una volta appello alla Presidente della Regione, Jole Santelli, di autorizzare questa visita a turno ad un familiare, non solo e necessariamente sempre lo stesso. Il tutto naturalmente dovrà avvenire, come adesso, nel rispetto assoluto delle norme anti Covid. Bisogna capire che saremo purtroppo per diverso tempo, speriamo non lungo, costretti a convivere con il virus, per questo bisogna considerare il dramma dei tanti malati (non Covid) ricoverati negli ospedali e nelle cliniche private e cercare di vedere come alleviare in qualche modo il loro disagio e la loro sofferenza. La presenza e vicinanza dei familiari è per questo fondamentale, di grande aiuto e conforto. Già per colpa del Covid in Italia sono stati rinviati oltre 600.000 interventi chirurgici negli ospedali, non possiamo perciò penalizzare ulteriormente questi malati ricoverati impedendo loro di avere almeno un familiare accanto, a turno, un componente della famiglia, per adesso, per un’ora, per tre giorni la settimana, ma molto presto ci auguriamo, e lotteremo per questo, tutti i giorni, com è sempre stato e come dovrà di nuovo essere in un Paese civile”.
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