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      Flash-mob davanti a statua Mancini contro il suo spostamento

       

       

      Flash-mob davanti a statua Mancini contro il suo spostamento

      18 gen 25 Un centinaio di cittadini si sono ritrovati dinanzi alla statua di Giacomo Mancini, questa mattina a Cosenza, per protestare contro la scelta del sindaco Franz Caruso di rimuoverla e destinarla ad altra collocazione. La decisione dell'amministrazione di spostare la statua del "Leone socialista", che per altro appartiene allo stesso partito del suo predecessore, sta alimentando un intenso dibattito. "Un atto ignobile, violento, volgare, offensivo. Ho finito gli aggettivi - ha detto Giacomo Mancini jr - per trasmettere e comunicare la nausea che noi, la Fondazione, i socialisti, i cosentini, i calabresi hanno registrato da quando è uscita questa disposizione di sfratto inviata via pec, una pec firmata il 2 gennaio. Non c'è un motivo, un motivo valido, né amministrativo né politico, è soltanto una vile azione per fare violenza di una storia, una storia apprezzata da tutti i cosentini, da tanti calabresi e per sradicare dal luogo più simbolico un simbolo che in soli due anni è diventato un punto di riferimento per tanti cittadini e tante cittadine". La statua, realizzata in bronzo dal maestro Domenico Sepe, attraverso un finanziamento collettivo al quale avevano partecipato anche attuali rappresentanti della maggioranza del sindaco Caruso, tra cui Pina Incarnato attuale assessore all'urbanistica di Cosenza e appartenente al Partito socialista, era stata collocata e inaugurata nel 2022 per celebrare i venti anni dalla scomparsa di Mancini. All'inaugurazione aveva partecipato anche il sindaco Franz Caruso. "Temo che a muovere la mano del sindaco della città - ha poi aggiunto Mancini jr - sia stata un'avversione contro la mia persona, per aver mosso delle critiche a questa amministrazione. Ognuno può avere legittimi punti di vista ed è legittimo ed è democratico che ognuno gli esprima. Anzi, dal confronto possono migliorare poi anche le condotte amministrative, ma non si può mettere in discussione il rispetto della storia, il rispetto per uno tra i simboli più belli, più considerati, che rappresenta una personalità che a distanza di tanto tempo è ancora tanto stimata e tanto apprezzata e così considerata da tanti cosentini e non solo cosentini".

      La scelta di spostare la statua di Giacomo Mancini in un luogo diverso da dove si trova adesso, davanti al Comune di Cosenza, "risulta incomprensibile ed ingiustificata". Lo scrive l'ex presidente della Regione Mario Oliverio in una lettera al presidente della Fondazione Mancini, Giacomo Mancini. "Ti ringrazio - scrive Oliverio - per l'invito a partecipare al flashmob di sabato 18 gennaio. Ho già avuto modo di esprimerti incredulità e stupore quando ho appreso la notizia della rimozione della statua dedicata a Giacomo Mancini, collocata appena qualche anno fa, non a caso, all'inizio di Corso Mazzini, nello spazio antistante al Comune di Cosenza di cui è stato, per dieci anni, autorevole sindaco. Trattandosi di un'opera rappresentativa di un calabrese illustre, una personalità di primo piano nella storia dell'Italia repubblicana, un grande socialista, che ha svolto importanti ruoli politici, istituzionali e di governo del Paese, mi piace ricordare che la scelta di allocare la statua nel posto in cui si trova oggi fu non solo largamente condivisa, ma furono anche apprezzate le motivazioni che erano alla base di quella scelta. Come per tutti i monumenti dedicati a grandi personalità, anche i luoghi dove sono collocati hanno un significato ben preciso, legato alla loro opera ed al loro rapporto con la comunità". "L' annunciata volontà di rivedere quella scelta e la decisone di spostare la statua in altro luogo, distante e staccato da Palazzo dei Bruzi, ovvero dalla massima Istituzione della Città - prosegue - risulta per questo incomprensibile ed ingiustificata. E le motivazioni addotte non giustificano questa decisione. Confesso che nel leggere la notizia su un giornale locale ho pensato si trattasse di una fake, messa in circolazione per screditare il protagonista dell'iniziativa, a cui mi permetto, disinteressatamente e sinceramente, di consigliare un supplemento di distaccata, intelligente e lucida riflessione". "Mi preme anche precisare - conclude Oliverio - che Giacomo Mancini non ha bisogno di difensori post mortem, né io mi sento tale. Anche perché la sua opera di ministro e di sindaco di Cosenza, costituisce un patrimonio che i cosentini ed i calabresi ricordano positivamente anche al di là delle appartenenze politiche".

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