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      Premio Sila, Andrea Tarabbia presenta a Cosenza “Il continente bianco”

       

       

      Premio Sila, Andrea Tarabbia presenta a Cosenza “Il continente bianco”

      05 mag 23 Andrea Tarabbia arriva a Cosenza all’indomani della prima presentazione che terrà in Sicilia nell’ambito del Premio Strega. “Il continente bianco”, edito da Bollati Boringhieri, è, infatti, candidato nella dozzina del più ambito riconoscimento letterario italiano, oltre che finalista del Sila ’49 verso il cui pubblico, presente in gran numero all’evento, l’autore mostra moltissima attenzione. Tarabbia si ferma, spiega, commenta, chiacchiera con chi è giunto negli spazi del Bak&Bros per ascoltarlo. «Il mio è un romanzo che è un po’ un debito – dice lo scrittore – verso Goffredo Parise che mi ha insegnato a leggere, un omaggio al suo “L’odore del sangue”, nonché un modo nuovo, per me, di raccontare una storia». “Il continente bianco” è, del resto, l’ideale proseguimento del libro di Parise, che racconta il triangolo amoroso tra una coppia dell’alta borghesia romana e un giovane militante nei movimenti di estrema destra. «Parise – continua Andrea Tarabbia – racconta ciò che fa questo ragazzo sempre per interposta persona: il lettore sa, quindi, ciò che il giovane compie, ma non chi è. Io, al contrario, nel mio romanzo, vado a indagare chi è costui, chi è veramente Marcello Croce, dandogli un nome e ambientando la vicenda ai giorni nostri». Ai giorni nostri e a Roma, città che diventa tra l’altro grande protagonista del libro. «La sfida era difficilissima – chiosa l’autore – Come si fa a raccontare in maniera originale la città più raccontata nella storia della letteratura italiana? Così ho deciso di parlare delle sue periferie, dal Nord al Sud, tappandola: Roma non si vede perché, nell’epoca del Superbonus e della fibra ottica, è in (ri)costruzione. Si tratta – aggiunge – di uno spazio che credevamo eterno e invece cambia, mentre noi rimaniamo uguali». Diversi gli spunti offerti, inoltre, dal critico cinematografico Ugo G. Caruso che dialoga con Andrea Tarabbia, oltre agli aneddoti che riguardano l’incontro con lo stesso Parise. «Lo incontrai – dice Caruso – al Festival del cinema di Venezia negli anni Ottanta e lo intervistai per una radio. Per prima cosa gli chiesi dove abitasse, per capire da dove si affacciasse sul mondo. Parise rispose di stare alla Camilluccia, dove poi “Il continente bianco” è in parte ambientato». I luoghi, dunque, per Tarabbia sono molto importanti. «Su di essi – afferma la direttrice del Premio Sila Gemma Cestari, presente all’incontro – ci si sporge per compiere un’indagine sul male. Perché sì, questo è un romanzo che entra nei “mali” di oggi». «Ho cercato, in definitiva – conclude l’autore -, di raccontare la crescita della destra parlamentare ed extraparlamentare, l’accettazione da parte della comunità di alcuni temi e linguaggi violenti proposti dal mondo politico. Un giorno ho riflettuto sul fatto che i discorsi fatti al bar dalle persone fossero molto simili a quelli di Rauti nel ’49 e, così, dopo aver riletto “L’odore del sangue”, è nato “Il continente bianco”». Una lettura consigliata per comprendere il contemporaneo.

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