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![]() Giornalista fermato, Questura: soggetto ostile, procedura standard. Ora atti in Procura![]()
Giornalista fermato, Questura: soggetto ostile, procedura standard. Ora atti in Procura 24 mar 25 "Il personale dell’Ufficio Volanti ha ritenuto di identificare un cittadino che assumendo una posizione ostile, rifiutava di declinare le proprie generalità. La resistenza opposta dalla persona oggetto del controllo ha reso necessario utilizzare le standardizzate procedure di contenimento per accompagnare il soggetto in Questura per completare l’accertamento". Questo il comunicato della Questura di Cosenza che in una nota dell'Ufficio stampa di poco fa ha fornito la versione dei fatti che ha visto coinvolto il giornalista Gabriele Carchidi portato di forza in Questura a seguito di un controllo del territorio di due squadre Volanti avvenuto nel quartiere San Vito. L'accaduto ha destato molto scalpore mediatico finendo sulle testate nazionali e sollevando diversi dubbi sul modus operandi degli agenti filmato da un video girato da una finestra di un cittadino testimone dell'accaduto. Ora la vicenda passa alla Procura di Cosenza a cui sono stati trasmessi tutti gli atti, verbali e video compresi "per consentire una compiuta ed esaustiva ricostruzione dei fatti". La dichiarazione del giornalista: "Non ho inteso esibire i documenti ai poliziotti perché, quando mi hanno fermato, non stavo facendo nulla che potesse ingenerare sospetti. Stavo facendo semplicemente jogging e stavo raggiungendo il vicino campo scuola del Coni". Così il giornalista Gabriele Carchidi, direttore del blog "Iacchité", racconta quanto é accaduto ieri sera a Cosenza. "Ho chiesto all'agente che è sceso dalla Volante - aggiunge Carchidi - perché avrei dovuto esibirgli i documenti. Ma poiché non ha risposto alla mia domanda, mi sono rifiutato di esibirglieli, cercando di evitarlo e di proseguire. A quel punto mi ha messo le mani addosso e mi ha spinto contro la sua auto, mentre un'altra poliziotta, scesa anche lei dalla Volante, aiutava il collega a tenermi fermo e, contemporaneamente, telefonava chiedendo l'intervento di un'altra volante, che é arrivata dopo meno di un minuto a sirene spiegate". Secondo il racconto del giornalista, dall'auto "sono scesi due agenti che, senza chiedermi nulla, hanno iniziato a picchiarmi. Io ho cercato di difendermi ma sono finito ugualmente per terra e mi hanno messo le manette. Poi mi hanno caricato con la forza su una delle due auto e mi hanno portato in Questura. Qui hanno completato il loro controllo, identificandomi e perquisendomi corporalmente dopo avermi fatto denudare". Carchidi sostiene di aver "chiesto loro chi fossero e per tutta risposta uno dei due, dopo che mi ha riferito il suo nome, mi ha detto che io, a suo parere, sono un diffamatore, provocando la mia immediata reazione. 'Allora, mi conosci?, gli ho detto. Per tutta risposta, dopo l'esito negativo della perquisizione corporale, sono stato portato negli uffici della polizia scientifica per le foto segnaletiche e il rilascio delle impronte digitali. Dopodiché - conclude - mi hanno notificato una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e finalmente mi hanno rilasciato". Ministro Piantedosi: "C'è stato un comunicato stampa fatto dalla Questura che ha dato spiegazione e giustificazione, nel rispetto di quelli che sono i protocolli in relazione alle circostanze in cui si verificano certi episodi". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo a margine della sua visita al villaggio 'Agricoltura È' in merito al caso del giornalista fermato a Cosenza. Non riscontra alcuna sproporzione di forza?, gli è stato chiesto. Il comunicato della Questura, ha risposto Piantedosi "ha dato la spiegazione ufficiale, non ho motivo di ritenere che ci sia qualcosa di diverso da quello che è stato detto". Dichiarazioni e commenti: Alleanza Verde Sinistra al Senato presenterà un'interrogazione sul caso del giornalista fermato e portato in Questura a Cosenza. Lo annuncia il capogruppo Peppe De Cristofaro. "Il clima di crescente repressione e controllo che si sta diffondendo nel Paese è allarmante. L'episodio avvenuto ieri a Cosenza nei confronti del direttore del blog 'Lacchitè', Gabriele Carchidi, rappresenta un grave campanello d'allarme per lo stato della libertà di informazione in Italia. Il giornalista è stato fermato per un controllo, gettato a terra e ammanettato da quattro agenti della Polizia di Stato mentre passeggiava per le vie della città: una scena che, documentata in un video, solleva seri interrogativi sul rispetto dei diritti fondamentali e delle garanzie costituzionali. Con la destra al governo si respira un clima pesante e di controllo, e la prossima approvazione del ddl Sicurezza aggraverà la situazione. Presenterò un'interrogazione urgente al Ministro Piantedosi per sapere i motivi di questo fermo, per fare piena luce sulla vicenda e per accertate eventuali responsabilità. Episodi come questo non possono e non devono diventare la norma", spiega. "I giornalisti, soprattutto quelli che conducono inchieste scomode, devono poter lavorare senza timore di abusi o ritorsioni, prosegue De Cristofaro. Il Ddl Sicurezza, di prossima approvazione, rischia di aggravare ulteriormente la situazione, perché contiene norme securitarie che mettono a rischio il diritto di manifestare, la libertà di stampa e le più elementari garanzie costituzionali", aggiunge il senatore. "Non è possibile che questo Paese sia diventato un porto franco per i torturatori libici e un pericolo per le libertà fondamentali dei cittadini. Ci opponiamo a qualsiasi deriva autoritaria e difendiamo con fermezza i principi dello Stato di diritto. La libertà di stampa è un pilastro essenziale della nostra democrazia", conclude De Cristofaro. "Esprimo preoccupazione per l'episodio avvenuto a Cosenza, che ha coinvolto il giornalista Gabriele Carchidi. Secondo quanto riportato dalla stampa e testimoniato da un video divenuto virale, le cui immagini risultano essere molto forti, Carchidi è stato fermato, gettato a terra e ammanettato da alcuni agenti di polizia in circostanze che sollevano interrogativi sui diritti fondamentali dei cittadini. È impensabile che in un Paese democratico si verifichino tali episodi su chiunque, ma ancora di più ai danni di un rappresentante della stampa. Sarebbe opportuno, anche di fronte l'opinione pubblica, fare piena luce sull'accaduto. Auspico pertanto chiarimenti dettagliati sulle circostanze dell'intervento delle forze dell'ordine e sulle motivazioni che hanno portato a un trattamento così drastico nei confronti di un giornalista sessantenne. Cosenza ha una lunga tradizione di democrazia e libertà di pensiero che non può e non deve venire meno nei confronti di nessuno". Così la deputata del M5S Anna Laura Orrico. Link collegati: - Giornalista fermato e portato di forza in Questura a Cosenza, video sui social
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