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      Brunori trionfa a Sanremo, è terzo esaltando la musica d'autore

       

       

      Brunori trionfa a Sanremo, è terzo esaltando la musica d'autore

      16 feb 25 “Grazie di cuore, è stata una esperienza straordinaria”. Così Dario Brunori in arte "Brunori Sas" aveva salutato il pubblico al termine della sua esibizione nell'ultima serata del 75' Festival di Sanremo. Senza sapere, neanche ad immaginarlo, che qualche ora dopo, come ogni serata a cui ha partecipato, si è ritrovato puntualmente tra i migliori cinque cantanti dell'happening canoro nazionale in assoluto. Ma questa volta in quei cinque c'era il vincitore. E lui ne è uscito trionfante con un terzo posto dietro Olly, mattatore genovese che giocava in casa che ha vinto con Balorda Nostalgia e Lucio Corsi con la sua 'Volevo essere un duro'.

      L'albero delle noci, poesia del suo essere padre da tre anni, è il racconto della meglio tradizione cantautorale che con le canzoni esprimono sentimenti, passione e quel 'qualcosa da raccantare' che fa parte del suo essere genitore, padre, complice della piccola Fiammetta e della sua compagna. Con tutti i dubbi che l'esperienza più bella della vita, mettere al mondo i figli, di questi tempi pone. Quell'albero di noci di fronte casa che sembrava secco e che invece germoglia le foglie verdi è un inno alla vita.

      Per Dario quell'albero è invece la consacrazione, quasi un battesimo, nella galassia musicale italiana dove spunta con tutta la sua forza, i suoi ventanni di canzoni scritte, musicate e interpretate in maniera magistrale. Oltre ogni campanilismo, quasi una bandiera per i calabresi e per la sua Cosenza, il suo essere musicista di quella musica che sembrava si fossero perse le tracce: la musica d'autore. La sua testa dura, quella si da calabrese, ha avuto il giusto riconoscimento sul palcoscenico più importante che non è soltanto un Festival ma è lo scenario dove vince la musica italiana. Con garbo e simpatia. Ha vinto la sua scommessa portando a casa il podio, battendo il meglio della musica italiana. Da Fedez a Cristicchi, da Giorgia ad Achille Lauro, lui se li è messi tutti dietro. Bravo Dario. Il lavoro di chi crede nelle sue opere paga sempre. Così come il premio Bardotti per il miglior testo che già l'accademia della Crusca gli aveva, in un certo senso, anticipato. La ciliegina sulla torta a conferma del buon lavoro di chi crede nei suoi mezzi e se la gioca benissimo. Auguri Dario, è stato un trionfo.

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