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![]() Frode da 100 mln, 179 indagati da Torino a Crotone![]()
Frode da 100 mln, 179 indagati da Torino a Crotone 06 feb 25 Scoperta dalla Guardia di finanza di Reggio Emilia una associazione a delinquere finalizzata a una frode fiscale per oltre 100 milioni di euro: un giro che coinvolge 400 aziende - tra reali e fittizie - e vede indagate 179 persone, con 91 perquisizioni in tutta Italia, da Torino a Crotone. L'operazione - ribattezzata "Ombromanto" - è scattata questa mattina con perquisizioni e sequestri - delegati dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia - nei confronti di 87 persone fisiche e 4 società, domiciliate in varie province italiane, di cui 23 in provincia di Reggio Emilia. Gli indagati sono indiziati di aver preso parte a una organizzazione criminale radicata a Reggio Emilia, dedita alla perpetrazione di reati tributari, tra cui frodi fiscali e indebita compensazione di crediti d'imposta per quasi 104 milioni. Le attività interessano le province di Reggio Emilia, Bologna, Piacenza, Parma, Modena, Rimini, Bolzano, Torino, Asti, Milano, Pavia, Monza, Verona, Perugia, Terni, Firenze, Pisa, Pesaro, Roma, Rieti, Frosinone, Pescara, Napoli, Caserta, Benevento, Taranto, Crotone, Trapani. L'indagine 'Ombromanto' della Guardia di Finanza è partita da una segnalazione dell'Agenzia delle Entrate, sede di Reggio Emilia, riguardo un soggetto ufficialmente nullatenente e nullafacente, ritenuto invece il 'dominus' dell'organizzazione. Il sistema ricostruito dall'accusa comprenderebbe 40 società cartiere e altre 369 destinatarie delle indebite compensazioni. Sono oltre 400 aziende coinvolte, per una frode allo Stato del valore di 100 milioni. Un vero e proprio sistema economico, con un giro d'affari esteso su tutta Italia e con base operativa nella città del Tricolore, incentrato sull'emissione di crediti fittizi poi ceduti alle aziende, tali da creare una voragine nelle tasse pagate allo Stato. Un'organizzazione che sarebbe stata gestita da due coniugi di Reggio Emilia, che operava per conto di imprese sparse su tutto lo Stivale, che pagavano poi loro una percentuale. Uno degli aspetti "più preoccupanti", ha detto il procuratore capo di Reggio Calogero Gaetano Paci, "è l'evidente connivenza di 22 professionisti tra notai e commercialisti", che risultano indagati ma che non figurano nell'odierno decreto di sequestro; tra loro anche due notai di Bologna (uno di loro chiamato "genio del male"). Tutti questi professionisti avrebbero apposto il "visto di conformità" sulle operazioni finanziarie e le false fatture create fittiziamente per ottenere i crediti. Di questi 22 sedicenti professionisti almeno 12 sarebbero addirittura privati cittadini che si spacciavano per esperti avendo carpito le credenziali per accedere ai portali di riferimento. "Reggio Emilia è al centro di un sistema economico patologico e di illegalità, dove a farne le spese è principalmente lo Stato. Un sistema attuale e operante anche oltre il periodo preso in esame dall'inchiesta", ha proseguito Paci.
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