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      Preso a manganellate primario Pronto Soccorso Ospedale Lamezia

       

       

      Preso a manganellate primario Pronto Soccorso Ospedale Lamezia

      12 nov 24 Il primario del Pronto soccorso dell'ospedale di Lamezia Terme, Rosarino Procopio, è stato aggredito ieri sera dai parenti di una degente che doveva essere dimessa dal reparto di Osservazione breve intensiva. Procopio, durante il colloquio con i familiari, stava spiegando che il periodo di osservazione clinica era terminato, l'iter diagnostico concluso e la signora poteva rientrare a casa con la terapia prescritta dai sanitari. Uno dei tre parenti che erano presenti al colloquio, ha cominciato a inveire contro il medico opponendosi alla dimissione. Quando Procopio si è girato per rientrare nella sua stanza lo ha colpito alla schiena con un manganello che teneva nascosto sotto un giubbotto. Sul posto sono intervenuti tempestivamente gli uomini della sorveglianza aziendale, gli agenti del posto di polizia del pronto soccorso e agenti del Commissariato che stavano scortando un paziente. Accertamenti sull'episodio sono ancora in corso da parte della Polizia mentre l'Azienda sanitaria sta seguendo la vicenda garantendo la tutela legale al sanitario, in attesa di costituirsi parte civile contro l'autore dell'aggressione. "L'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro - è scritto in una nota - esprime profonda solidarietà al dottor Rosarino Procopio. Condannare un'aggressione premeditata è tristemente scontato, ci aspettiamo una risposta forte da parte delle Autorità competenti, perché questi fenomeni danneggiano, oltre al personale sanitario, anche tutta l'utenza". "In questo caso - conclude l'Asp - non sono neanche invocabili possibili giustificazioni come la tensione emotiva. Non è tollerabile che si entri in un ospedale con un manganello per imporre con la forza e la violenza un abuso. L'Azienda farà come sempre la sua parte".

      Primario Non lavoriamo sereni

      "Siamo arrivati ad un punto estremo dove il medico non ha più la libertà, serenamente, di decidere sulla terapia, sull'assistenza di un paziente. Praticamente siamo vessati tutti i giorni sia dai pazienti stessi ma anche dai familiari su cosa dobbiamo fare, su quale indagini richiedere, quando dimettere e se dimettere. Non è più possibile accettare una situazione di questo tipo perché non si lavora serenamente e poi si rischia, se poco poco si è contrari alle loro richieste, di subire fisicamente". Lo ha detto il primario del Pronto soccorso di Lamezia Terme, Rosario Procopio, aggredito la notte scorsa ed oggi rientrato al lavoro. "È la prima volta che succede a Lamezia una cosa di questo tipo e fisicamente il personale sanitario ne risente sul posto di lavoro". Procopio, che ha denunciato il suo aggressore, ha ripercorso quanto accaduto nella notte e parlato delle sue condizioni. "Sono completamente indolenzito - ha detto - non ho fratture sul torace, sulla scapola, né sull'avambraccio, per fortuna, dove sono stato colpito con questo manganello. Era uno sfollagente mi hanno detto poi i poliziotti che sono intervenuti. Sono molto indolenzito, però per fortuna non ho fratture". "Il discorso - ha aggiunto il medico - è che non hanno accettato la mia decisione di dimettere questa paziente che comunque era già da 24 ore nel nostro Obi, che è un servizio di osservazione breve, appunto perché vengono fatti degli accertamenti dopodiché il paziente o va a casa o viene ricoverato. In questo caso la signora doveva essere dimessa perché il suo iter diagnostico era stato completato, quindi non era più caso che rimanesse qui, dandomi modo, tra l'altro, di avere letti liberi durante la notte per altre persone". "Mi sento deluso - ha concluso il primario - perché in effetti finora, con tutto il personale sanitario, al di là di diverbi o di scontri verbali, qui a Lamezia, non era mai successo niente. Solo qualche vetro rotto da parte dell'utenza ma sul personale sanitario non era stato mai provocato alcun che di fisico".

      Serve divieto accesso con armi in ospedale

      "Siamo stanchi della solidarietà. Vogliamo invece che si facciano controlli e si impedisca ai cittadini di poter entrare nelle strutture sanitarie con le armi". Lo afferma il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, dopo l'ultima aggressione ad un medico verificatasi a Lamezia Terme. "Ancora una vile aggressione, questa volta nei confronti del primario del Pronto soccorso di Lamezia Terme. Ancora una volta - afferma Anelli - si usano armi improprie per aggredire, alle spalle, un professionista sanitario".

      Pazzesco portare manganello in ospedale

      "L'ennesimo episodio violento nei confronti del personale sanitario desta grande allarme e richiama l'urgenza di attivare ogni misura necessaria per tutelare i nostri medici e i nostri infermieri. Vicende di tale gravità, come quella avvenuta ieri sera nell'ospedale di Lamezia Terme, in cui il primario del Pronto soccorso Rosarino Procopio è stato aggredito con un manganello riportando varie contusioni, stanno diventando sempre più all'ordine del giorno". Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. "Per questo, ancora una volta - prosegue - rinnovo l'invito alle istituzioni affinché si attivino tutte le opportune contromisure per arginare un fenomeno così inquietante". "Sincera solidarietà e vicinanza - conclude Occhiuto - al dottor Procopio, ai suoi colleghi, ai pazienti, e a tutta l'Asp di Catanzaro. Mi auguro che l'individuo che si è permesso di entrare in ospedale con un manganello, un comportamento davvero pazzesco, con l'evidente intento di usare la violenza contro qualcuno, venga assicurato alla giustizia per il suo atto criminale e indegno di un Paese civile".

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