NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
  z

      Condividi su Facebook

      Operazione contro cosca Latella-Ficara a Reggio, 12 arresti dei CC

       

       

      Operazione contro cosca Latella-Ficara a Reggio, 12 arresti dei CC

      27 mag 24 Operazione contro la cosca di 'ndrangheta Latella-Ficara a Reggio Calabria condotta dai carabinieri del Comando provinciale per l'esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare, 11 in carcere e una domiciliari. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip distrettuale su richiesta della Dda, diretta da Giovanni Bombardieri, che ha coordinato l'attività investigativa.

      I reati contestati alle persone destinatarie delle ordinanze sono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni e traffico di armi. L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Walter Ignazitto, ha consentito di ricostruire dinamiche e assetti della cosca di ndrangheta che controlla le attività illecite nel quartiere "Arangea", da qui il nome dell'operazione, nella periferia sud di Reggio Calabria. I carabinieri sono riusciti a ricostruire, in particolare, i metodi seguiti dal gruppo criminale per imporre le estorsioni a numerosi imprenditori di vari settori.

      Tra gli 11 indagati per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere c'é Demetrio Palumbo, di 75 anni, detto "Mico", considerato elemento di vertice della famiglia Latella, federata con i De Stefano-Tegano-Libri nella "guerra di mafia" che insanguinò Reggio Calabria dal 1985 al 1991. In quegli anni Palumbo si muoveva, per tutelare la propria incolumità, soltanto a bordo di auto blindate. Uomo di fiducia dei boss Latella, Demetrio Palumbo nel 1989 fu vittima di un agguato messo in atto dalla cosca Serraino. In passato Palumbo era stato coinvolto, con l'accusa di omicidio, nel processo "Valanidi", a conclusione del quale fu condannato all'ergastolo. Pena poi ridotta a 30 anni e che Palumbo ha già scontato.

      Ruolo apicale di 'Mico' Palumbo

      "Demetrio Palumbo, detto 'Mico', era colui che autorizzava e decideva le nuove affiliazioni, si occupava della riorganizzazione della cosca, con il conferimento delle due cariche di 'contabile e capo società', e si manifestava come conoscitore esperto degli equilibri criminali". É un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale di Reggio Calabria, Giovanna Sergi, su richiesta della Dda, a carico delle 12 persone coinvolte nell'operazione "Arangea" contro la cosca Latella-Ficara. "In virtù della sua posizione apicale - si afferma ancora nell'ordinanza - Palumbo era anche in grado di interfacciarsi con autorevolezza con i principali esponenti delle altre articolazioni di 'ndrangheta, che gli riconoscevano l'autorevolezza dovuta a chi è posto ai vertici di un sodalizio". Demetrio Palumbo era in libertà dal 2016, anno in cui aveva finito di scontare una condanna a 30 anni di reclusione per tre omicidi avvenuti durante la seconda guerra di mafia a Reggio Calabria.

      Gli arresti

      Oltre che per Palumbo, il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere per il figlio del presunto boss, Antonino, di 50 anni; gli omonimi Antonio Autolitano di 71 e 36 anni; Saverio Autolitano (63); Vincenzo Autolitano (42), Antonino Ficara (61); Carmelo Gullì (44); Domenico Modafferi (34); Luigi Musolino (48), e Sebastiano Praticò (72). La persona finita ai domiciliari è Pasquale Federico, di 73 anni. Le indagini della Dda e le intercettazioni registrate dai carabinieri hanno dimostrato come la cosca Latella-Ficara avesse sottoposto il territorio di "Arangea" a un "controllo mafioso asfissiante e caratterizzato da un diffuso sistema estorsivo nonché dalla gestione occulta di diverse imprese economiche".

      Gli imprenditori vessati dall'organizzazione criminale, ancor prima di intraprendere qualsiasi lavoro, dovevano darne preventiva comunicazione, secondo quanto é emerso dalle indagini, alla 'ndrangheta, che ha tentato di infiltrarsi sia nel settore della grande distribuzione, con l'intento di imporre assunzioni, che in quello agrumario, e in particolare in quello del bergamotto, in cui erano attive due società, intestate a prestanome, che sono state sottoposte a sequestro preventivo. "È stata un'attività d'indagine - ha affermato il Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri - che ha incrociato varie fonti a partire dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia". "Ci è sembrato di ritornare indietro di 30 anni", ha detto il Procuratore aggiunto, Walter Ignazitto, secondo cui "l'indagine ci restituisce un ritorno ad una certa ortodossia della 'ndrangheta".

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca"

     

     
Pubblicità


news Oggi in Italia e nel mondo

news Oggi in Calabria

Copyright © 20003-2024 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito