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      In Calabria economia in frenata, report di Bankitalia

       

       

      In Calabria economia in frenata, report di Bankitalia

      13 giu 24 In Calabria a pesare negativamente, oltre agli intensi flussi migratori di capitale umano in uscita con particolare riferimento a laureati tra i 25 e i 39 anni, è la mancanza di un'ecosistema favorevole alla crescita e allo sviluppo dell'iniziativa imprenditoriale privata. E la dimostrazione è il fatto che oltre la metà dei mille soci fondatori di imprese ad alta crescita nati nella regione punta dello Stivale, ha avviato una società altrove a fronte del numero contenuto di soci nati fuori dalla regione che hanno fondato un'impresa dello stesso genere in Calabria. E' quanto indica il Rapporto annuale su 'L'economia in Calabria' realizzato dalla filiale della Banca d'Italia e presentato oggi a Catanzaro. "Tra il 2014 e il 2019 le imprese ad alta crescita in Calabria - è scritto nel report - sono state circa 400, pari a 2,0 ogni 100 mila abitanti, un valore nettamente inferiore alla media italiana e a quella del Mezzogiorno, rispettivamente 3,7 e 3,2. Anche la loro incidenza tra le nuove imprese è risultata minore rispetto alla macroarea e al Paese. La distribuzione sul territorio regionale ha mostrato una presenza per abitante più alta nelle province di Catanzaro e Vibo Valentia". "A differenza del resto del Paese, inoltre - segnala il report di Bankitalia - le imprese ad alta crescita in regione si sono maggiormente concentrate nel commercio, nelle costruzioni, nei servizi di trasporto e magazzinaggio e in quelli di alloggio e ristorazione e risultano invece meno presenti nella manifattura, nell'Ict e nei servizi professionali".

      Economia in frenata

      Economia in frenata nel 2023 in Calabria con una crescita che non va oltre lo 0,6% annuo rispetto al 2022 e che fa registrare dato simile a quello del Mezzogiorno ma inferiore alla media italiana. E' questo il trend, dopo il biennio di recupero sostenuto che aveva fatto seguito alla crisi pandemica, emerso dal rapporto annuale della filiale regionale di Bankitalia, i cui risultati sono stati illustrati a Catanzaro dal direttore Marcello Malamisura, dal vice direttore Riziero Bruno e dai ricercatori Giuseppe Albanese, Antonio Covelli, Enza Maltese, Graziella Mendicino e Iconio Garri'. A pesare sono stati in particolare la perdita del potere di acquisto delle famiglie e l'irrigidimento delle condizioni di accesso al credito in uno con l'andamento dei consumi risultato nel complesso meno favorevole di quello degli investimenti. Ad aprire in prospettiva qualche spiraglio è, però, il calo dell'inflazione registrato a fine 2023 e legato al raffreddamento dei prezzi dell'energia. Qualche nuvola potrebbe addensarsi, per i timori legati alla situazione geopolitica e all'incertezza circa il clima di fiducia generale. Per gli analisti calabresi di Bankitalia sull'andamento economico della regione ha influito in generale il rallentamento della crescita del fatturato a prezzi costanti delle imprese. In sostanziale tenuta il settore delle costruzioni dove il calo dell'edilizia residenziale è stato compensato dall'aumento delle attività nelle opere pubbliche. Giù la produzione industriale. Penalizzato dall'andamento climatico il settore agricolo, in primis l'olivicoltura. Restano elevate la redditività e la liquidità delle imprese. Aumenta l'occupazione sia quella autonoma che, in particolare, quella dipendente con un più ampio ricorso ai contratti a tempo indeterminato. Per paradosso, segnala il report di Bankitalia, "nonostante l'aumento delle persone in cerca di impiego, la difficoltà di reperimento della manodopera segnalata dalle imprese è però ancora cresciuta, riguardando principalmente figure tecniche o a elevata specializzazione". Nel 2023 l'espansione del credito bancario si è arrestata, rispecchiando soprattutto la riduzione della domanda di prestiti connessa al peggioramento delle condizioni di finanziamento, mentre per quanto concerne la finanza pubblica decentrata "nel 2023 la spesa degli enti territoriali è significativamente aumentata". "Sull'andamento economico più rallentato della Calabria - ha detto il direttore dell filiale Malamisura - hanno pesato sicuramente le dinamiche inflazionistiche che hanno ancora prodotto i loro effetti e l'aumento dei tassi derivante dalla restrizione monetaria attuata in risposta alle pressioni dell'inflazione. Da registrare il buon andamento dell'occupazione che in generale è cresciuta e ha avuto riflessi positivi sul reddito delle famiglie".

      In Calabria occupati in aumento +1.9%

      Nel 2023 il numero degli occupati in Calabria secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell'Istat è cresciuto dell'1,9 per cento. Lo rileva il rapporto annuale di Bankitalia Calabria. Sebbene più contenuto rispetto a quello registrato per l'Italia e il Mezzogiorno (rispettivamente 2,1 e 3,1 per cento) - annota il report - tale ulteriore aumento ha consentito di riportare i livelli occupazionali a quelli del 2019. Il tasso di occupazione è salito al 44,6 per cento, un valore superiore a quello pre-pandemico anche per effetto del calo della popolazione in età lavorativa. Il divario dal dato italiano resta comunque particolarmente ampio e stabile a quasi 17 punti percentuali. L'aumento degli occupati è stato alimentato unicamente dai servizi; l'occupazione nelle costruzioni è lievemente diminuita dopo un biennio di forte espansione, mentre si è ulteriormente intensificata la riduzione nell'agricoltura. Nel complesso, la crescita ha riguardato sia la componente autonoma che quella alle dipendenze ed entrambi i generi, ma per gli uomini e gli autonomi l'occupazione non ha ancora recuperato i livelli del 2019. Nel 2023 le condizioni del mercato del lavoro calabrese hanno mostrato segnali di miglioramento in termini di partecipazione. Dopo un triennio di diminuzione, le forze lavoro in Calabria sono aumentate del 3,5 per cento, portando il tasso di attività delle persone tra i 15 e i 64 anni al 53,3 per cento (era 51,1 nel 2022); continua comunque a persistere un divario significativo dalla media nazionale, pari a 13,4 punti percentuali. Nonostante tale miglioramento, le forze lavoro rimangono ancora ben al di sotto dei livelli precedenti l'emergenza sanitaria, mentre il tasso di attività è tornato pari a quello del 2019 anche per effetto del calo della popolazione in età da lavoro. Con la ripresa dei livelli di partecipazione è significativamente aumentato il numero delle persone in cerca di lavoro (13,0 per cento in più rispetto al 2022); il tasso di disoccupazione è quindi salito al 15,9 per cento (era 14,6 per cento nel 2022 e 21,0 nel 2019). In particolare, l'incremento di quanti cercano un lavoro è stato alimentato soprattutto da individui senza esperienza di lavoro e da donne ex-occupate.

      Rallenata il turismo (+3%)

      E' stata del 3% la crescita delle presenze turistiche in Calabria nel 2023, in rallentamento rispetto all'anno precedente. A dirlo è il report annuale di Bankitalia che cita i dati dell'Osservatorio sul turismo della Regione. "All'aumento degli arrivi - è detto nel report - si è contrapposto un lieve calo della permanenza media. L'aumento dei flussi turistici ha interessato la componente straniera, a fronte di una sostanziale stabilità delle presenze di italiani. L'andamento è risultato più favorevole nella provincia di Vibo Valentia, che rappresenta l'area che ha recuperato maggiormente dopo la forte riduzione seguita alla crisi pandemica; nel complesso della regione le presenze rimangono ancora inferiori di circa un quinto rispetto al 2019".

      Ridotto rischio insolvenza imprese

      "Nell'ultimo decennio gli indicatori sulla qualità del credito bancario hanno mostrato una progressiva e marcata riduzione degli episodi di difficoltà di rimborso tra le imprese calabresi". E' quanto rileva il rapporto di Bankitalia sull'Economia della Calabria utilizzando i dati di bilancio di fonte Cerved Group, per analizzare l'evoluzione della rischiosità delle società di capitali con sede in regione. "Nel periodo 2007-22 - è scritto nel rapporto - la probabilità di default media a dodici mesi si è ridotta di oltre due terzi, allineandosi nel contempo al dato nazionale. Le imprese caratterizzate da un elevato rischio di insolvenza ('rischiose') sono giunte a rappresentare nel 2022 soltanto il 6,8 per cento del totale e il 5,4 per cento degli occupati delle società di capitali (rispettivamente 20,0 e 20,6 per cento nel 2007). Il miglioramento della situazione economica e finanziaria aziendale è stato diffuso, sia a livello dimensionale sia settoriale. La probabilità di default si mantiene comunque più elevata per le imprese di minori dimensioni e per quelle appartenenti al settore delle costruzioni". Per gli analisti di Bankitalia "la riduzione del rischio di insolvenza rilevato tra le imprese calabresi è il risultato della combinazione di due distinti fattori: la selezione realizzata dalla doppia recessione degli anni 2008-13, che ha comportato l'uscita dal mercato delle imprese più fragili, cui si è aggiunto nel periodo successivo un miglioramento dei bilanci per le imprese in essere, favorito anche dalla ripresa dell'attività economica. Sulla base delle analisi realizzate da Cerved è possibile scomporre l'andamento del rischio di insolvenza tra diverse aree di bilancio. Per le imprese calabresi, il calo della rischiosità del decennio 2013-22 è ascrivibile a tutte le principali aree del bilancio aziendale. Il contributo più rilevante è derivato dal miglioramento della struttura finanziaria: rispetto al passato, le imprese presentano un più basso grado di indebitamento (leverage), anche per un aumento del patrimonio, e un minor peso dei prestiti a breve termine. Tra le altre aree di bilancio, ha inciso positivamente pure l'aumento dell'efficienza operativa e la migliore gestione del circolante".

      Cresce reddito famiglie, frenano consumi

      La fase espansiva dell'occupazione in Calabria ha avuto effetti positivi sul reddito disponibile lordo delle famiglie cresciuto del 4,2 per cento a valori correnti rispetto all'anno precedente. Lo attesta il report annuale della filiale catanzarese di Bankitalia. "Tuttavia, come nel 2022 - è scritto nello studio - il potere d'acquisto ha continuato a diminuire a causa dell'incremento dei prezzi, solo parzialmente compensato dalla dinamica salariale. in termini reali l'indicatore ITER-red della Banca d'Italia ha registrato una dinamica negativa su base annua (-1,0 per cento), con un miglioramento negli ultimi mesi dell'anno derivante dal calo dell'inflazione. L'andamento in Calabria è risultato, nella media dell'anno, lievemente peggiore rispetto a quanto osservato per l'intero Paese (-0,5 per cento). In base ai Conti economici territoriali dell'Istat, nel 2022 il reddito familiare reale era diminuito del 3,1 per cento (a fronte di una crescita nominale del 5,1). In termini pro capite, il reddito disponibile lordo era pari in regione a quasi 15.000 euro, un valore inferiore alla media italiana (circa 21.000 euro). Secondo l'indicatore Iter-con, nel 2023 i consumi in Calabria hanno sensibilmente rallentato, dopo la marcata ripresa osservata nel biennio precedente. La dinamica ha risentito del calo del potere d'acquisto, nonostante il modesto miglioramento del clima di fiducia. delle famiglie osservato nel corso dell'anno. Il recupero dei consumi rispetto ai valori pre-pandemia non risulta dunque completato: in base alle stime, i livelli attuali sono ancora inferiori in Calabria di quasi l'1 per cento rispetto al 2019.

      Ridotti mutui per acquisto casa

      "Nel 2023 i prestiti per l'acquisto di abitazioni in Calabria si sono lievemente ridotti (-0,6 per cento a dicembre; 3,6 alla fine del 2022), una tendenza che è proseguita nei primi mesi dell'anno in corso. Nel complesso, i nuovi mutui sono scesi a poco più di 330 milioni di euro, un valore inferiore di oltre un quarto rispetto al 2022 e più contenuto anche del minimo raggiunto nella fase più acuta della pandemia, riflettendo principalmente il calo della domanda di credito delle famiglie. Lo rileva Bankitalia. "Sulla base di elaborazioni condotte sui dati della Rilevazione analitica sui tassi d'interesse attivi, il ridimensionamento delle nuove erogazioni - è scritto nel report annuale dell'istituto - è riconducibile essenzialmente alla riduzione della numerosità dei contratti, più intensa di quella delle compravendite realizzate con maggiore frequenza senza il ricorso all'indebitamento, come indicato a livello nazionale dal Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni; anche l'importo medio è diminuito. La diminuzione delle erogazioni di nuovi mutui abitativi ha interessato tutte le classi di età, anche quella più giovane, che aveva trainato la crescita nel 2022. Nel 2023 il ricorso dei giovani alle garanzie del Fondo prima casa si è più che dimezzato. Nel complesso, la quota del valore dei nuovi mutui concessi ai giovani si è lievemente ridotta (37,4 per cento), rimanendo comunque su livelli superiori a quelli pre-pandemici. I tassi di interesse sui nuovi mutui nel 2023 sono ancora cresciuti, anche se meno intensamente dell'anno precedente: a fine anno, si attestavano mediamente al 4,5 per cento (3,5 per cento a dicembre 2022). Informazioni preliminari sul primo trimestre 2024 segnalano invece una lieve riduzione del costo dei mutui a tasso fisso".

      Calano richieste finanziamenti

      "In Calabria i prestiti bancari al settore privato non finanziario nel 2023 si sono pressoché stabilizzati (erano in crescita del 2,1 per cento a fine 2022), a fronte di una riduzione registrata nel resto del Paese. Tale dinamica deriva dal rallentamento dei prestiti alle famiglie e dal calo osservato per il settore produttivo, che è prevalentemente ascrivibile alla riduzione del credito bancario relativo alle relazioni creditizie che erano ancora in essere alla fine dell'anno". Lo rileva Bankitalia nel suo rapporto annuale sull'economia calabrese. "Secondo le indicazioni fornite dalle banche operanti in Calabria che partecipano all'indagine regionale sul credito bancario (Regional Bank Lending Survey, RBLS), nel 2023 - è scritto nel rapporto - la domanda di finanziamenti da parte delle imprese è diminuita per tutti i settori. Vi ha influito in particolare il rialzo generalizzato dei tassi di interesse che si è associato a un minor ricorso al credito per la realizzazione degli investimenti; anche la domanda di credito finalizzato alla ristrutturazione di posizioni debitorie pregresse si è contratta. Le condizioni di offerta alle imprese da parte degli intermediari si sono lievemente irrigidite soprattutto nel primo semestre, in particolare nel comparto delle costruzioni e in quello dei servizi. Anche la domanda di prestiti da parte delle famiglie è diminuita, soprattutto per i mutui per l'acquisto di abitazioni. Dal lato dell'offerta, gli intermediari hanno segnalato condizioni solo lievemente più selettive sul credito al consumo, a fronte di una sostanziale invarianza per i mutui.Nel 2023 il deterioramento del credito è tornato a crescere lievemente, come nel Mezzogiorno e nel Paese, mantenendosi tuttavia ancora su livelli storicamente contenuti. Il rapporto tra i nuovi prestiti deteriorati e il totale dei crediti in bonis a inizio periodo (tasso di deterioramento) si collocava a fine anno all'1,6 per cento. Nel comparto delle famiglie consumatrici, il tasso di deterioramento è salito all'1,2 per cento, due decimi di punto in più rispetto al valore di fine 2022. L'aumento è stato più intenso nel settore produttivo, dove l'indicatore è passato dal 2,1 al 2,7 per cento, interessando a livello settoriale la manifattura e i servizi, e principalmente le imprese medie e grandi. La qualità del credito risulta peggiore per le imprese che durante la pandemia avevano fatto ricorso ai prestiti assistiti da garanzia pubblica".

      Bandite gare PNRR per 1.9 mld

      "Analizzando l'esito dei bandi e i decreti per l'attribuzione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), alla data del 7 dicembre 2023 risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici 4,7 miliardi per interventi da realizzare in Calabria, il 4 per cento del totale nazionale. In rapporto alla popolazione le risorse assegnate sono superiori alla media italiana (2.570 euro pro capite contro 1.902)". A riferirlo è il rapporto annuale di Bankitalia Catanzaro nella sezione riservata alla finanza pubblica decentrata. "Con riferimento alle missioni in cui si articola il Piano - riporta il documento - particolare rilevanza assumono quelle dedicate alla digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo (missione 1) e rivoluzione verde e transizione ecologica (missione 2). La responsabilità maggiore delle risorse assegnate fa capo a operatori nazionali e ai Comuni, competenti rispettivamente per il 35 ed il 29 per cento degli importi (valore quest'ultimo lievemente maggiore della media delle aree di confronto). Lo scorso 8 dicembre il Consiglio dell'Unione europea ha approvato la proposta di revisione del Pnrr, con la quale è stata introdotta una nuova missione (missione 7, REPowerEU) e sono state modificate quelle esistenti. In Calabria, gli investimenti non più ricompresi nel Piano ammontano a 378 milioni (l'8 per cento delle assegnazioni totali, in linea con il dato nazionale), concentrati nell'ambito della tutela del territorio, prevalentemente di competenza comunale. Per le misure che sperimentano una modifica parziale della fonte di finanziamento non esistono al momento informazioni di dettaglio; ipotizzando che le amministrazioni calabresi subiscano una riduzione delle risorse loro assegnate pari a quella media nazionale, verrebbero collocati al di fuori del Piano ulteriori interventi per poco più di 380 milioni. Per gli interventi che richiedono l'esecuzione di lavori o la fornitura di beni o servizi, la fase successiva a quella dell'assegnazione delle risorse è costituita dallo svolgimento delle gare di appalto". "Nel periodo 2020-23 le amministrazioni pubbliche - annota il report dell'Istituto - hanno bandito gare finanziate dal Pnrr che insistono sul territorio regionale, per un importo stimato di circa 1,9 miliardi (il 52 per cento delle risorse destinate alla regione per le quali è richiesta una procedura di affidamento; il 57 per cento in Italia); risulta aggiudicato il 42 per cento delle gare, rappresentative del 58 per cento degli importi (rispettivamente 41 e 69 per cento nella media nazionale). I bandi aventi ad oggetto la realizzazione di lavori rappresentavano in regione la quota più significativa del totale di quelli pubblicati (circa l'80 per cento".

      Record movimentazione container

      Ancora numeri record per il porto di Gioia Tauro. La movimentazione di container dello scalo calabrese - indica il rapporto annuale di Bankitalia sull'economia calabrese - è cresciuta per il quinto anno consecutivo (5 per cento rispetto all'anno precedente), a oltre 3,5 milioni di Teus, superando il precedente picco del 2008. "Nonostante i timori legati all'evolversi della crisi geopolitica nel Mar Rosso - riferisce il documento - e gli effetti dell'estensione della normativa europea Ets (il sistema europeo di tassazione delle emissioni di gas a effetto serra) al trasporto marittimo, nel primo trimestre del 2024 il traffico portuale dello scalo ha fatto registrare un ulteriore aumento".

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