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Istat stima a ribasso inflazione, a novembre +1,3%, sale carrello spesa
Istat stima a ribasso inflazione, a novembre +1,3%, sale carrello spesa 16 dic 24 Nel mese di novembre 2024, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell'1,3% su base annua (da +0,9% del mese precedente); la stima preliminare era +1,4%. Lo rende noto l'Istat rivedendo la stima preliminare. La risalita del tasso d'inflazione risente in primo luogo dell'accelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +3,9% a +7,4%) e dell'attenuarsi della flessione di quelli dei beni energetici non regolamentati (da -10,2% a -6,6%). "A novembre l'inflazione torna allo stesso livello del luglio scorso - ricorda l'Istat - La nuova accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi al consumo riflette dinamiche inflazionistiche concentrate in alcuni settori. Si acuiscono le tensioni sui prezzi dei beni alimentari, che registrano un'accentuazione della loro crescita su base annua, e dei beni energetici, la cui spinta deflazionistica risulta fortemente ridimensionata. In accelerazione tendenziale sono anche i prezzi dei servizi relativi ai trasporti". Un sostegno all'inflazione, spiega in dettaglio l'Istat nella nota, "deriva inoltre dall'andamento dei prezzi dei beni alimentari, sia non lavorati (da +3,4% a +3,8%) sia lavorati (da +1,7% a +1,9%), dei servizi relativi ai trasporti (da +3,0% a +3,5%), dei beni non durevoli (da +0,9% a +1,4%) e, in misura minore, di quelli dei servizi relativi all'abitazione (da +2,3% a +2,5%) e dei servizi relativi alle comunicazioni (da +1,0% a +1,2%)". Accelera da +1,8% a +1,9%, a novembre, l'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici (da +1,9% a +2,0%). La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra un'inversione di tendenza portandosi su valori positivi (da -0,5% a +0,2%) e quella dei servizi accelera lievemente (da +2,7% a +2,8%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce quindi, portandosi a +2,6 punti percentuali (dai +3,2 di ottobre). La diminuzione congiunturale dell'indice generale, spiega l'Istituto di statistica, "si deve principalmente ai prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,2%) e a quelli dei beni durevoli (-0,6%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall'incremento dei prezzi degli energetici regolamentati (+2,7%), degli alimentari non lavorati (+1,2%), degli alimentari lavorati, dei servizi relativi all'abitazione e dei beni non durevoli (tutti +0,3%)". L'inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l'indice generale e a +2,0% per la componente di fondo. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell'1,5% su base annua (in accelerazione da +1,0% di ottobre); la stima preliminare era +1,5%. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e aumenta dell'1,2% su base annua. Sale carrello della spesa A novembre scorso i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona - il cosiddetto carrello della spesa - accelerano su base tendenziale da +2,0% a +2,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +1,0% a +1,6%). Lo comunica l'Istat diffondendo i dati definitivi sui prezzi al consumo.
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