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      Don Mimmo Battaglia, in San Pietro col Papa, da cardinale

       

       

      Don Mimmo Battaglia, in San Pietro col Papa, da cardinale

      08 dic 24 Don Mimmo Battaglia, il primo cardinale calabrese di questo secolo oggi era assieme ai nuovi cardinali nella Basilica di San Pietro dove stamane il Papa, nella solennità dell'Immacolata Concezione, presiede all'Altare centrale della Confessione la messa con i cardinali creati nel Concistoro ordinario pubblico svoltosi ieri pomeriggio. Tra i 21 nuovi cardinali, di cui 20 elettori in un eventuale Conclave, cinque sono gli italiani: l'ex nunzio apostolico Angelo Acerbi - l'unico non elettore -, il vicario di Roma Baldassare Reina, l'arcivescovo di Torino Roberto Repole, quello di Napoli, il calabrese Domenico Battaglia, il sotto-segretario ai migranti del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale Fabio Baggio. Gli altri 16 neo-porporati di questo decimo Concistoro di Francesco provengono da Perù (Castillo Mattasoglio), Argentina (Bokalic Iglic), Ecuador (Cabrera Herrera), Cile (Chomalì Garib), Giappone (Kikuchi), Filippine (Siongco David), per la prima volta la Serbia (Nemet), Brasile (Spengler), Costa d'Avorio (Bessi Dogbo), Algeria (Vesco), Iran (Mathieu), Canada (Leo), Lituania (Makrickas), Australia (l'ucraino Bichok), Inghilterra (Radcliffe), India (Koovakad).

      Un recente incontro di mons. Battaglia con Papa Francesco

      Il messaggio del Papa sulla pace

      "A cosa servono i soldi in banca, le comodità negli appartamenti, i finti 'contatti' del mondo virtuale, se poi i cuori restano freddi, vuoti, chiusi? A cosa servono gli alti livelli di crescita finanziaria dei Paesi privilegiati, se poi mezzo mondo muore di fame e di guerra, e gli altri restano a guardare indifferenti? A cosa serve viaggiare per tutto il pianeta, se poi ogni incontro si riduce all'emozione di un momento, a una fotografia che nessuno ricorderà più nel giro di qualche giorno o qualche mese?". Lo ha chiesto papa Francesco nell'omelia della messa Nella Basilica di San Pietro con i nuovi cardinali, nella solennità dell'Immacolata Concezione. "Vediamo purtroppo, attorno a noi, come la pretesa del primo peccato, di voler essere 'come Dio' (cfr Gen 3,1-6), continui a ferire l'umanità, e come questa presunzione di autosufficienza non generi né amore, né felicità", ha affermato il Papa. "Chi esalta come conquista il rifiuto di ogni legame stabile e duraturo, infatti, non dona libertà - ha aggiunto -. Chi toglie il rispetto al padre e alla madre, chi non vuole i figli, chi considera gli altri come un oggetto o come un fastidio, chi ritiene la condivisione una perdita e la solidarietà un impoverimento, non diffonde gioia né futuro".

      Non c'è salvezza senza la donna

      "Dio ha scelto Maria, una donna, come compagna per il suo progetto di salvezza. Non c'è salvezza senza la donna, perché la Chiesa è donna". Così il Papa nell'omelia della messa nella Basilica di San Pietro con i nuovi cardinali, nella solennità dell'Immacolata Concezione.
      Il rischio nel guardare alla figura delI'Immacolata "sarebbe di pensare che si tratti di una bellezza lontana, troppo alta, irraggiungibile. Non è così". Così il Papa nell'omelia della messa Nella Basilica di San Pietro con i nuovi cardinali, nella solennità dell'Immacolata Concezione. "Anche noi infatti - ha spiegato Francesco - la riceviamo in dono, nel Battesimo, quando veniamo liberati dal peccato e fatti figli di Dio. E con essa ci è affidata la chiamata a coltivarla, come la Vergine, con amore filiale, sponsale e materno, grati nel ricevere e generosi nel donare, uomini e donne del 'grazie' e del 'sì', detti con le parole, ma soprattutto con la vita; pronti a far posto al Signore nei nostri progetti e ad accogliere con tenerezza materna tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino". Secondo il Pontefice, "l'Immacolata allora non è un mito, una dottrina astratta o un ideale impossibile: è la proposta di un progetto bello e concreto, il modello pienamente realizzato della nostra umanità, attraverso cui, per grazia di Dio, possiamo tutti contribuire a cambiare in meglio il nostro mondo". "Oggi noi guardiamo a Maria Immacolata, e le chiediamo che il suo Cuore pieno d'amore ci conquisti, che ci converta e che faccia di noi una comunità in cui la figliolanza, la sponsalità e la maternità siano regola e criterio di vita - ha detto ancora -: in cui le famiglie si riuniscono, gli sposi condividono ogni cosa, i padri e le madri sono presenti in carne e ossa vicino ai loro figli". "Questa è la bellezza di cui ci parla l'Immacolata, questa è la 'bellezza che salva il mondo'", ha aggiunto Francesco. "Celebriamo questa Eucaristia assieme ai nuovi cardinali - ha quindi concluso -. Sono fratelli a cui ho chiesto di assistermi nel servizio di Pastore della Chiesa universale. Vengono da tante parti del mondo, portatori di un'unica Sapienza dai molti volti, per contribuire alla crescita e alla diffusione del Regno di Dio. Affidiamoli in modo particolare all'intercessione della Madre del Salvatore".

      Nel concistoro di sabato

      Ieri pomeriggio si è tenuto il Concistoro ordinario pubblico per la creazione di 21 nuovi cardinali - di cui 20 'elettori' e un ultra-ottantenne -, l'imposizione della berretta, la consegna dell'anello e l'assegnazione del Titolo o Diaconia. I 21 nuovi cardinali, fra cui cinque italiani, sono: Angelo Acerbi, nunzio apostolico, l'unico non elettore; Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio, arcivescovo di Lima; Vicente Bokalic Iglic, arcivescovo di Santiago del Estero (Argentina); Luis Gerardo Cabrera Herrera, arcivescovo di Guayaquil (Ecuador); Fernando Natalio Chomalí Garib, arcivescovo di Santiago del Cile; Tarcisio Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo; Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan (Filippine); Ladislav Nemet, arcivescovo di Belgrado, primo cardinale della Serbia; Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre (Brasile); Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo di Abidjan (Costa d'Avorio); Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri; Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo di Teheran-Ispahan; Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa; Baldassare Reina, vicario generale del Papa per la Diocesi di Roma; Frank Leo, arcivescovo di Toronto (Canada); Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della Basilica papale di Santa Maria Maggiore; Mykola Bychok, vescovo di Melbourne degli Ucraini (Australia); Timothy Peter Joseph Radcliffe, teologo; Fabio Baggio, sotto-segretario del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale; George Jacob Koovakad, coordinatore dei viaggi apostolici; Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli. All'inizio della celebrazione il primo dei nuovi Cardinali, Angelo Acerbi, rivolge al Papa, a nome di tutti, un indirizzo di omaggio e di ringraziamento. Quindi dopo l'orazione e la lettura di un brano del Vangelo secondo Marco (10,32-45) il Pontefice pronuncia l'omelia. Francesco legge poi la formula di creazione e proclama solennemente i nomi dei nuovi cardinali, annunciandone l'Ordine presbiterale o diaconale. Il rito prosegue con la professione di fede dei nuovi cardinali davanti al popolo di Dio e il giuramento di fedeltà e obbedienza a papa Francesco e ai suoi successori. I nuovi cardinali, secondo l'ordine di creazione, si inginocchiano dinanzi al Pontefice che impone loro lo zucchetto e la berretta cardinalizia, consegna l'anello cardinalizio e assegna a ciascuno una chiesa di Roma quale segno di partecipazione alla sollecitudine pastorale del Papa nell'Urbe, consegnando loro la Bolla di creazione cardinalizia e di assegnazione del Titolo o della Diaconia. Dopo la consegna, Francesco scambia con ciascuno dei nuovi porporati l'abbraccio di pace.

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