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      Operazione antindrangheta DDA Brescia, 25 fermi, coinvolta suora

       

       

      Operazione antindrangheta DDA Brescia, 25 fermi, coinvolta suora

      05 dic 24 Gli investigatori della Polizia di Stato e i militari della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia, hanno eseguito 25 misure cautelari ed il sequestro preventivo per oltre 1,8 milioni di euro e numerose perquisizioni nelle province di Brescia, Reggio Calabria, Milano, Como, Lecco, Varese, Verona, Viterbo e Treviso, in relazione ad un'associazione mafiosa di matrice 'ndranghetista operativa in territorio bresciano. L'associazione era dedita alla commissione di estorsioni, traffico di armi e droga, ricettazioni, usura, reati tributari e riciclaggio. Gli investigatori hanno contestato il reato di scambio elettorale politico mafioso. Contestualmente, militari dell'Arma dei Carabinieri del Comando provinciale di Brescia stanno eseguendo un'ulteriore ordinanza cautelare emessa nell'ambito dello stesso procedimento, anche nei confronti di promotori e partecipi dell'associazione 'ndranghetista per reati della stessa specie, aggravati dal metodo mafioso.

      Coinvolta una suora

      Ci sono anche un ex consigliere comunale di Brescia in quota Fratelli d'Italia, finito ai domiciliari, e una religiosa ritenuta "a disposizione del sodalizio per garantire il collegamento con i sodali detenuti in carcere", tra i 25 arrestati nell'inchiesta della procura di Brescia contro un presunto gruppo criminale legato alla 'ndrangheta. Ai domiciliari anche un ex esponente della Lega nel Comune di Castel Mella, nel Bresciano, arrestato in passato per tangenti e poi a scarcerato e assolto. Sono due le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di 25 persone accusate a vario titolo di estorsioni, traffico di armi e droga, ricettazioni, usura, reati tributari e riciclaggio. I coinvolti avrebbero favorito la cosca calabrese Tripodi, "sia al fine di conseguire vantaggi patrimoniali illeciti che di mantenere e rafforzare la capacità operativa del sodalizio e la fama criminale del gruppo criminoso". Secondo le indagini della procura antimafia, ex consigliere - ora ai domiciliari - si sarebbe rivolto Stefano Terzo Tripodi che gli avrebbe proposto "da candidato sindaco al Comune di Castel Mella, di procurargli voti in cambio dell'ottenimento di appalti pubblici in occasione delle consultazioni comunali di Castel Mella del mese di ottobre 2021".

      Arrestato anche medico

      Secondo gli inquirenti della Procura antimafia di Brescia l'ex consigliere comunale di Brescia in quota Fratelli d'Italia, arrestato e ai domiciliari nell'ambito di un'inchiesta per presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nel Bresciano, si sarebbe messo a disposizione del gruppo 'ndranghetista guidato dai Tripodi nella veste di medico quale è "anche in occasione di ferimenti degli appartenenti al sodalizio e dei loro complici durante l`esecuzione di reati".

      Procuratore: 'ndrangheta si è adeguata a territorio

      "È un'indagine che conferma il radicamento di organizzazioni criminali che trovano articolazioni anche in questo territorio. Parliamo di soggetti legati alla 'ndrangheta che avrebbero sfruttato la fama criminale dell'organizzazione d'origine, adeguandosi al territorio del nord dove si occupa di materia fiscale". Lo ha detto il procuratore capo di Brescia Francesco Prete in merito all'inchiesta antimafia che ha portato ad una serie di arresti per presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nel territorio bresciano. Un'inchiesta, coordinata dai pm Francesco Carlo Milanesi e Teodoro Catananti, durata tre anni. "Nel Bresciano c'è un radicamento mafioso viscido - ha aggiunto Prete - che rende difficile il nostro lavoro".

      Suora accusata di cocorso esterno

      "Il dato inquietante è l'autorità del sodalizio criminale rispetto alla collettività civile. I politici locali coinvolti hanno dimostrato lo stretto rapporto con il gruppo Tripodi e i politici locali riconoscevano nel gruppo dei Tripodi l'autorità. Una sorta di para Stato". E' quanto ha spiegato il pm di Brescia Teodoro Catananti parlando nella conferenza stampa sugli arresti - tra i quali una suora e due politici - per presunte infiltrazioni mafiose sul territorio bresciano. La suora, che si trova ai domiciliari, "è accusata di concorso esterno in associazione mafiosa. Sì è messa in qualche modo a disposizione del sodalizio per veicolare informazioni dal carcere al gruppo dei Tripodi". Per chi indaga, "sono coinvolti anche imprenditori in difficoltà poi vittime di usura e imprenditori alla ricerca della classica protezione".

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