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      Studenti in piazza a Cosenza: soldi alla scuola non alla guerra

       

       

      Studenti in piazza a Cosenza: soldi alla scuola non alla guerra

      24 feb 23 Corteo studentesco, stamani, a Cosenza, contro la guerra ad un anno esatto dall'inizio del conflitto in Ucraina. "La manifestazione di oggi - è scritto in una nota degli studenti - si vuole esprimere contro la guerra in corso e contro il coinvolgimento italiano in questo conflitto: il prezzo di questa politica lo pagano in primo luogo i popoli direttamente coinvolti e in secondo luogo noi, con l'aumento dei prezzi e con i tagli alla spesa sociale. Comparando il bilancio del 2020 con la prospettiva di bilancio entro il 2024, il governo Meloni prevede di aumentare la spesa militare e in armamenti di circa 10 miliardi di euro, passando dal 1.4% al 2.0% del Pil previsto in un totale di 4 anni. Dall'altra parte assistiamo al calo della spesa per il settore scolastico, che già è tra le spese percentuali sul PIL più basse d'Europa, che segnala un taglio pari a 2.5 miliardi di euro tra il 2021 e il 2022. Ogni centesimo dato alla guerra è un centesimo tolto alle nostre scuole". Per gli studenti, tagliare soldi alla scuola significa "peggiorare la già allarmante situazione dell'edilizia scolastica. Il 47% delle scuole italiane non ha il certificato di collaudo statico, il 54% non ha il certificato di agibilità, circa 2000 istituti contengono ancora amianto e si conta mediamente un crollo ogni tre giorni". Inoltre, sostengono i ragazzi, "il costante invio di armi non fa altro che alimentare il conflitto in Ucraina che paghiamo con l'aumento dei prezzi e con i tagli all'istruzione mentre il popolo ucraino continua a subire una guerra brutale nel proprio paese". "Gli studenti e le studentesse cosentine - si legge nella nota della federazione cosentina del Fronte della Gioventù Comunista- stamattina scendendo in piazza hanno voluto ribadire la loro contrarietà alla guerra imperialista. Contro ogni coinvolgimento del nostro paese nella guerra che causa solo morte e devastazione, siamo in piazza per rivendicare maggiori finanziamenti all'istruzione pubblica e alla ricerca. Per una scuola realmente pubblica, gratuita ed accessibile a tutti. Soldi alla scuola e non alla guerra!".

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