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      Traffico di rifiuti in Europa, la mente in Calabria, arresti e sequestri

       

       

      Traffico di rifiuti in Europa, la mente in Calabria, arresti e sequestri

      15 feb 23 Quattordici arresti e diverse perquisizioni sono in corso su un provvedimento cautelare del gip di Milano a seguito di un' indagine, in collaborazione con le autorità giudiziarie e di polizia tedesche, da parte dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Milano per reati in materia di traffico illeciti di rifiuti, in vari Paesi europei, con un giro di false fatturazioni e attività di riciclaggio. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, gli indagati sono accusati di associazione a delinquere per il traffico illecito di rifiuti, riciclaggio, auto riciclaggio e altri reati. Le indagini sono condotte dalla Procura di Milano, Monaco e Reggio Calabria. Così e' stata creata una squadra investigativa comune per accertare reati in materia di traffico illeciti di rifiuti che in questo caso si è sviluppato in vari Paesi europei con un giro di false fatturazioni ed attività di riciclaggio.

      La mente in Calabria

      La sede legale dell'azienda di recupero di materiali ferrosi, considerata dagli investigatori il perno dell'associazione a delinquere promossa da un calabrese di 56 anni, è a Milano. Sempre secondo le indagini nelle sedi operative situate tra Lombardia e Piemonte venivano raccolti rifiuti ferrosi in nero poi dichiarati come acquistati in Germania da una società riconducibile allo stesso imprenditore calabrese. I rifiuti raccolti, dopo un processo di bonifica dichiarato ma mai effettuato, venivano rivenduti alle acciaierie. Ma quel che preoccupa è l'acquisto di 7.000 tonnellate di scarti pericolosi da un impianto del varesotto fatti poi rientrare nel circuito normale di smistamento dei rifiuti con false certificazioni. L'operazione rientra nell'ambito di un "Action Day" coordinato da Eurojust per i profili internazionali, con il supporto di Europol, ed è condotta congiuntamente dal Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Milano e dell'Ufficio Federale di Polizia Criminale (BKA) di Monaco di Baviera (Germania).

      Quattordici arresti

      Gli arresti eseguiti dai CC del Noe di Milano sono stati quattrodici. Per sei degli indagati, tra i quali l'ex patron del Novara calcio, M. R., è stato disposto il carcere, per otto i domiciliari e per altri quattro l'obbligo di dimora. L'inchiesta è diretta dal procuratore aggiunto, a capo della Dda di Milano, Alessandra Dolci e dal pm Francesco De Tommasi. In Germania è aperto un procedimento per riciclaggio e le attività illecite erano proseguite dal 2017 fino almeno al 2021, quando Rullo e un altro indagato decisero di mettere in liquidazione la Tm Commodities su cui era incentrato il sistema. Si erano creati una "contabilità parallela" e un "sistema di reingresso in Italia dei capitali illeciti", stando all'ordinanza di custodia cautelare, caratterizzato da "spericolate operazioni bancarie" che "non sono sfuggite all'attenzione degli operatori professionali e bancari in Germania", tanto che appunto è aperta un'inchiesta per riciclaggio.

      Sequestrati beni per 90 mln, quote di Novara Calcio

      Il gip di Milano nell'ambito dell' l'operazione in corso in Lombardia, Piemonte e Calabria e in Germania ha disposto il sequestro di 90 milioni di euro. Nell'ambito dell'inchiesta è stato appurato dagli investigatori che le somme erano invesite nello stesso traffico illecito e ma anche in altre attività lecite tra cui l'acquisto di quote di della società Novara calcio 1908. La società calcistica era stata dichiarata fallita nel gennaio di quest'anno. Nell'inchiesta risulta coinvolto M. R., ex proprietario della storica società. Dalle carte si evince che "il finanziamento per l'acquisizione del Novara calcio spa da parte di R. M.", presidente del Cda dal maggio 2019 al 5 agosto 2012, ora in carcere con altri cinque, "sarebbe avvenuto impiegando il denaro proveniente dal traffico illecito di rifiuti ferrosi. Si tratta di 797.500 euro che - hanno ricostruito le indagini - da un conto corrente tedesco furono trasferiti su quelli della società di calcio con la causale "acquisto quote" e "finanziamento soci". Su quel conto corrente, intestato a una società di M.R., "iniziavano già a confluire dal 2016 i proventi illeciti".

      Novara Calcio fallito a gennaio 2023

      Maurizio Rullo, l'industriale coinvolto nell'operazione "Black steel" aveva rilevato l'80% delle quote del Novara Calcio, dal gruppo Policlinico di Monza dei De Salvo (rimasti soci di minoranza) il 20 dicembre 2019 e aveva annunciato Marcello Cianci (coinvolto anche lui nell'operazione di oggi) come presidente della società ed Elisa, figlia del maggior azionista, vicepresidente. Ai deludenti risultati della squadra (che a gennaio 2021 era ad un passo dall'ultimo posto) hanno fatto eco le vicissitudine di una società perennemente in vendita. La situazione era precipitata ad inizio febbraio 2021 con la notizia della denuncia del presidente Cianci da parte della guardia di finanza di Locri per il possesso di 200mila euro in contanti, trovati in un sacchetto della spesa, dei quali non è riuscito a dimostrare la provenienza. Rullo decise di assumere la carica di presidente, ma ormai era avvenuta la rottura con la tifoseria: iniziano pesanti contestazioni. Fino all'epilogo a fine maggio 2021, con il passaggio nello studio di un notaio milanese dell'80% delle quote di maggioranza (con una situazione debitoria di 6,5 milioni di euro) all'immobiliarista Leonardo Pavanati. Una lenta agonia, che si conclude con la mancata iscrizione al campionato di serie C 2021-2022 del Novara Calcio, dichiarato ufficialmente fallito il 10 gennaio 2023.

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