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      Università della Calabria festeggia 50 anni, Parisi: stop cambiamento clima

       

       

      Università della Calabria festeggia 50 anni, Parisi: stop cambiamento clima

      19 set 22 "È un anniversario importante perché questa università ha laureato più di centomila giovani calabresi che oggi in gran parte costituiscono la classe dirigente della nostra regione, realizzando in parte il sogno dei padri fondatori dell'Unical che avevano posto tra gli obiettivi quello che l'ateneo doveva diventare fucina della formazione della futura classe dirigente". A dirlo il rettore Nicola Leone a margine della cerimonia del cinquantesimo anniversario dall'avvio delle attività didattiche dell'Università della Calabria. L'Unical è il campus immaginato da Beniamino Andreatta, al servizio di oltre 25mila studenti. È il più grande d'Italia - con i suoi 200 ettari immersi nel verde - e ospita, insieme ad aule e a 120 laboratori, oltre 2.500 posti letto, 5 mense, due teatri, due cinema, due anfiteatri, il sistema bibliotecario più grande del Sud Italia, l'orto botanico e i musei, un Centro sportivo, il Centro sanitario, un polo d'infanzia, un incubatore di startup innovative, un Polo tecnologico che si sviluppa intorno a una innovativa sorgente a raggi X. "È un ateneo moderno - ha poi aggiunto il rettore Leone in occasione dell'apertura dell'anno accademico - che tiene forte il legame alle sue radici, si rivolge alle classi più deboli garantendo la copertura del cento per cento delle borse di studi, ma che si apre anche all'Italia e all'estero. Solo quest'anno abbiamo ben dieci lauree magistrali internazionali che hanno ricevuto più di cinquemila domande. Realizzando, così, un altro sogno di Andreatta che voleva che l'Unical diventasse un punto di riferimento per la Calabria ma anche per studenti di tutto il mondo è in particolare del bacino del Mediterraneo". Tra gli ospiti della giornata anche la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza. "Sono qui - ha detto - per ribadire la forte alleanza tra il CNR e l'Unical che vanta diversi progetti, tra cui intelligenza artificiale e dissesto idrogeologico. E sono qui per dire che nel piano di rilancio del CNR c'è una massima integrazione con l'università". Nel corso della cerimonia è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo di mons. Francesco Nolè, l'arcivescovo di Cosenza morto la settimana scorsa.

      Stop cambiamento clima

      "In questi giorni, l'umanità deve fare delle scelte essenziali; deve contrastare il cambiamento climatico. Per decenni, la scienza ci ha avvertito che il comportamento umano stava gettando le basi per un drammatico aumento della temperatura del nostro pianeta. Ma la scienza da sola non è sufficiente". A dirlo il professor Giorgio Parisi, premio Nobel nel 2021 per la Fisica per i suoi studi sui sistemi complessi, intervenendo via skype alla cerimonia per i 50 anni dalla fondazione dell'Università della Calabria. "Sono necessarie - ha aggiunto - decisioni politiche soprattutto da parte dei Paesi ricchi. Dobbiamo andare oltre il miope interesse nazionale per risolvere i problemi globali con lo spirito di 'whatever it takes'. Il Covid ci ha insegnato che siamo tutti collegati e ciò che accade nei mercati dei giochi o nella foresta amazzonica riguarda profondamente tutti noi. Purtroppo, le azioni intraprese dai governi non sono state all'altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati estremamente modesti. Ora che il cambiamento climatico sta iniziando a influenzare la vita delle persone, c'è forse una reazione più decisa, ma abbiamo bisogno di misure molto più forti. Il risparmio energetico è un capitolo da affrontare con decisione: ad esempio, finché la temperatura interna delle nostre case rimarrà quasi costante tra estate e inverno, sarà difficile fermare le emissioni. Bloccare con successo il cambiamento climatico richiede uno sforzo mostruoso da parte di tutti: si tratta di un'operazione con un costo colossale, non solo finanziario ma anche sociale, con cambiamenti che influiscono sulla nostra vita". "La politica - conclude - deve garantire che questi costi siano accettati da tutti: coloro che hanno utilizzato più risorse devono contribuire di più, per incidere il meno possibile sulla maggior parte della popolazione; i costi devono essere distribuiti in modo giusto ed equo tra tutti i Paesi: non solo la decenza richiede che i Paesi che attualmente incidono sulle risorse del pianeta facciano gli sforzi maggiori, ma se così non accadrà, sarà politicamente impossibile contrastare il cambiamento climatico in maniera efficace".

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