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Pizzo a imprenditore alberghiero, 5 arresti a esponenti cosca Facchineri
Pizzo a imprenditore alberghiero, 5 arresti a esponenti cosca Facchineri 23 mag 22 Cinque persone, ritenute vicine alla cosca Facchineri di Cittanova e San Giorgio Morgeto, sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, nell'ambito di un'inchiesta per associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento di beni, ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di ingenti quantità di droga. L'indagine ha preso il via grazie al coraggio di un imprenditore di San Giorgio Morgeto - deceduto nel settembre scorso per Covid - che gestiva una struttura alberghiera sequestrata nell'aprile 2018 perché ritenuta frutto dei proventi illecita della cosca "Raso-Gullace-Albanese". L'imprenditore, attivo nei settori ricettivo e della ristorazione, aveva fatto rientro in Calabria dopo lunghi anni trascorsi nel nord Italia. Per valorizzare il proprio paese di origine, prima ha rilevato e dato nuova vita ad un ristorante di San Giorgio Morgeto, e poi aveva chiesto la gestione di una struttura alberghiera, l'Uliveto Principessa, sorta negli anni 2000 a Cittanova. Dopo avere subito l'estorsione si è rivolto ai carabinieri della Compagnia di Taurianova. Poco prima di prendere in gestione entrambi gli esercizi pubblici, il denunciante, secondo l'accusa, è stato avvicinato dagli indagati che, sfruttando il grado di infiltrazione della cosca Facchineri nel tessuto economico di Cittanova, avrebbero dapprima imposto all'imprenditore di acquistare prodotti alimentari e bevande da una società di fatto gestita dai capi del sodalizio e, in seguito, lo avevano costretto a subire la loro "protezione" ambientale, attraverso il pagamento del "pizzo" o l'instaurazione di rapporti di assunzione del personale, soprattutto all'interno del ristorante di San Giorgio Morgeto. Il blitz è scattato stanotte quando i militari dell'Arma hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri. Due dei tre arrestati sono accusati di essere i capi promotori della famiglia mafiosa operante nella Piana di Gioia Tauro. Imponevano bevande di lusso durante lockdown Imponevano a tabaccai, titolari di piccoli bar o supermercati l'acquisto di merce, in particolare, di champagne o liquori dal valore di oltre 200 euro a bottiglia e bevande energetiche di nicchia nonostante il lockdown imposto a causa della pandemia da Covid rendesse praticamente impossibile vendere quei prodotti. E' una delle accuse mosse dalla Dda di Reggio Calabria alle 5 persone arrestate stamani al termine di un'indagine avviata grazie al coraggio di un imprenditore che ha denunciato gli esponenti della cosca Facchineri che lo stavano taglieggiando. I carabinieri, partendo da quella denuncia, hanno avviato un un complesso monitoraggio degli indagati, durato dall'ottobre 2019 al giugno 2020, e sono convinti di avere ricostruito anche altre estorsioni compiute nella zona di Cittanova. Secondo l'accusa, nel pieno della pandemia da Covid 19, l'organizzazione avrebbe perseguito l'obiettivo del controllo totale del territorio e delle attività economiche di Cittanova facendo leva sull'aura di mafiosità promanante dall'appartenenza alla 'ndrangheta. In particolare, gli indagati avrebbero imposto a numerosi esercenti locali di acquistare bevande. Inoltre risulterebbe emersa in capo ad una società dietro cui operavano gli indagati, come affermato dagli stessi nel corso di alcune conversazioni intercettate, l'esclusiva per prodotti riconducibili anche ad un noto ex calciatore che non è indagato. Oltre agli arresti, su disposizione del gip i carabinieri hanno eseguito il sequestro preventivo della società di distribuzione dei prodotti alimentari e bevande imposti agli imprenditori vessati, per un valore stimato di circa 200 mila euro. L'autorità giudiziaria ha, infatti, ritenuto in questa fase delle indagini preliminari, che le presunte condotte estorsive poste in essere dai Facchineri e dagli altri sodali siano state agevolate dalla disponibilità del complesso aziendale colpito dal provvedimento.
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