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      Truffa bonus edilizi, da Gdf un arresto e sequestro per 3,5 mln, anche a Cosenza

       

       

      Truffa bonus edilizi, da Gdf un arresto e sequestro per 3,5 mln, anche a Cosenza

      10 giu 22 Un arresto e il sequestro di una somma complessiva di oltre 3,5 milioni di euro, nei confronti di 6 indagati, quale profitto di una truffa a danno del bilancio dello Stato nel settore dei bonus edilizi. E' questo il bilancio di un'operazione della Guardia di Finanza di Modica che è stata denominata "Easy credit".

      Una misura cautelare in carcere e cinque persone indagate per avere commercializzato in concorso oltre 3,5 milioni di euro di facili crediti d'imposta relativi al regime del "Sisma bonus". Il Gip ha disposto il sequestro delle quote societarie, beni, disponibilità finanziarie degli indagati e il blocco sul portale dell'Agenzia delle Entrate dei crediti compensabili nei cassetti fiscali e riconducibili a 8 imprese con sede in provincia di Pistoia, Roma, Milano, una a Cassino, una a Brescia, una a Cosenza . E' l'esito del provvedimento emesso stamane dal Gip presso il Tribunale di Ragusa. I bonus erano stati creati per interventi di recupero/restauro di edifici inesistenti, attraverso la falsa attestazione di lavori mai eseguiti. L'accusa è di truffa aggravata e autoriciclaggio. Tramite i dati estratti alla piattaforma "Cessioni crediti" dell'agenzia delle Entrate e dopo un'approfondita analisi bancaria, i finanzieri del comando provinciale di Ragusa, coordinati dal Colonnello Giorgio Salerno, dal Maggiore Davide Di Giovanni e dal capitano della Tenenza di Modica, Francesco Sozzo, hanno portato alla luce il complesso meccanismo fraudolento con il quale è stata perpetrata la truffa al bilancio dello Stato. Sequestrati 3,5 milioni di euro, otto immobili e otto autovetture. In carcere l'imprenditore modicano R.G.F. operante nel settore della costruzione di edifici residenziali. La società facente capo all'indagato, ha acquistato i crediti d'imposta generati da fittizi lavori mediante l'operazione "sconto in fattura", in proprietà di altre persone fisiche all'oscuro di tali operazioni. L'indagine è partita grazie ad una denuncia di una ignara proprietaria di un immobile che si è vista recapitare una fattura di lavori in realtà mai commissionati e quindi mai eseguiti . "L'imprenditore è stato favorito grazie alle falle del sistema normativo - ha commentato il Procuratore della Repubblica di Ragusa, Fabio D'Anna. Una volta creati, attraverso la falsa attestazione di lavori mai eseguiti, i crediti fittizi sono stati oggetto di ripetute cessioni a terzi per consentire la monetizzazione presso intermediari finanziari del "bonus" e la successiva dispersione del profitto". In tal modo, secondo l'accusa, gli indagati si sono assicurati i proventi illeciti che sono stati in gran parte autoriciclati per fare perdere ogni traccia.

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