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      Insediato il nuovo Arcivescovo di Reggio, Morrone: mi sento a casa

       

       

      Insediato il nuovo Arcivescovo di Reggio, Morrone: mi sento a casa

      12 giu 21 "Qui mi sento a casa". Ha commentato così mons. Fortunato Morrone, nel giorno di insediamento da Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, il suo arrivo in città, e l'accoglienza a lui riservata a palazzo "Corrado Alvaro", sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Ad accoglierlo il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, il prefetto Massimo Mariani, le massime autorità delle forze dell'ordine, della magistratura, dell'università, di Camera di commercio, e amministratori locali. Mons. Morrone ha ricevuto da Falcomatà il benvenuto nella città che accolse per la prima volta in Italia San Paolo di Tarso. "Una città, aperta, accogliente - ha affermato - che da sempre si è aggrappata al suo padre spirituale, così come ha fatto con molti Vescovi quando sono stati vissuti momenti molto difficili della sua storia in un rapporto che spero prosegua sulla strada del dialogo". Un appello raccolto a piene mani dal nuovo Presule. "Il nostro motivo di fondo - ha spiegato - è di lavorare insieme per il bene di questa città. Io ho osato spingere oltre i confini della Città Metropolitana perché perché qui ci sono tutte le energie possibili. Qui c'è grande potenzialità. Polo che attrae tutti gli altri. La rinascita della Calabria parte da qui. Ora dobbiamo dimostrare di essere all'altezza della situazione. Che Reggio sia faro di luce per tutta la Calabria". Nel suo intervento, ammirando la bellezza della sala "Mons. Giovanni Ferro", il nuovo presule ha parlato della luce: "Dobbiamo partire dalla luce, è la luce che svela la bellezza". Ed ha espresso un sogno, "quello di una cittadinanza coesa e una politica di alto profilo".

      "Sono contento di essere qui con voi. Il Signore ci sorprende e mi ha sorpreso. Di questo passaggio del peso del Pastorale ringrazio il Signore con il cuore aperto". È con queste parole che mons. Fortunato Morrone, nuovo arcivescovo della Diocesi di Reggio Calabria Bova, ha aperto la sua omelia nella Basilica cattedrale del duomo a Reggio Calabria durante la cerimonia di insediamento nel suo nuovo ministero pastorale. Qui è stato accolto e salutato dal delegato ad Omnia dell'arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova, monsignor Salvatore Santoro, che gli ha rivolto a nome della comunità diocesana il messaggio di benvenuto e l'invito a contare sull'aiuto del clero reggino: "Conti su di noi - ha detto - e ci sappia, tutti, pronti a rimetterci in cammino, assieme a lei ed in ascolto di quanto ci indicherà, perché la gioia del Signore sia in noi, e la nostra gioia sia piena". "Sono veramente indegno di portare questo peso che il Signore mi ha dato - ha detto nell'omelia mons. Morrone - ma è lui che porta me. Qui mi sento a casa, con voi, uno di voi, in questa bellissima e maestosa Cattedrale quasi architettonicamente custoditi perché possiamo gustare e celebrare in questa Santa liturgia il mistero della fede". E proprio il tema della Fede è stato il fulcro del suo messaggio ai fedeli, in una Basilica occupata, in ogni ordine di posto, pur con i limiti imposti alla pandemia. Presente anche una folta rappresentanza di fedeli della comunità parrocchiale di San Leonardo di Cutro, dove mons. Morrone era parroco, assieme a numerosi presbiteri della Diocesi di Crotone-Santa Severina. "Questa Chiesa - ha poi evidenziato il nuovo arcivescovo di Reggio - non è forse figlia di questo fuoco Paolino generato dallo Spirito del Signore? Abbiamo una grande verità, non mortifichiamo la fiamma di questa Fede che ha spostato in questa Diocesi le montagne" ed ha elencato i nomi di quelli che ha definito "scintille di questo fuoco dello Spirito che come luce gentile rischiara il nostro cammino e ci sollecita ad osare di più dietro Gesù", da San Gaetano Catanoso a mons. Giovanni Ferro, don Domenico Farias, Maria Mariotti, don Italo Calabrò, Franca Maggiolini Sesti, suor Antonietta Castelliti. "La Fede di questi testimoni - ha aggiunto - è stata convincente e generativa, perché sull'esempio luminoso della Vergine Maria hanno posto il loro umano humus a totale servizio del Signore, ben consapevoli che il loro, come in Maria Santissima, l'Onnipotente avrebbe operato grandi cose". "E' questa la Fede che ci occorre - ha concluso Mons. Fortunato Morrone - . Facciamo tesoro di tanta bellezza. Aiutatemi a non spadroneggiare sulla vostra Fede, ad essere autentico servitore e collaboratore della vostra e della nostra unita gioia in Cristo Gesù".

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