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      Tentata rapina a portavalori, 5 arresti PS a Reggio Calabria

       

       

      Tentata rapina a portavalori, 5 arresti PS a Reggio Calabria

      16 dic 19 La squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato 5 persone accusate di avere fatto parte di un commando che ha tentato una rapina, nel settembre scorso a Reggio, ai danni di un furgone portavalori. Il gruppo era armato e intendeva utilizzare divise della Polizia e tute da operatori addetti alla raccolta di rifiuti.

      Presunti autori incastrati da videosorveglianza

      Armati e travestiti da poliziotti e dipendenti della società Avr che si occupa della raccolta dei rifiuti, erano pronti a rapinare un furgone portavalori che avrebbe dovuto ritirare l'incasso del Centro Commerciale Le Ninfee e consegnare 160 mila euro alla filiale di una banca. Sono Claudio Amato, di 31 anni, Marco Venuti (27), Pietro Cristian Scarmozzino (24), Oberto Alessandro Mirandoli (35) e Domenico Condello (27) le cinque persone arrestate dalla Polizia di Stato di Reggio Calabria, al termine di indagini coordinate dalla Procura, con l'accusa di tentata rapina, detenzione e porto illegale di armi e riciclaggio di auto rubata. I fatti risalgono al 9 settembre scorso e sono stati ricostruiti dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto Alessandro Moffa che hanno accertato che gli indagati erano pronti a compiere la rapina. A segnalare la circostanza furono agenti di scorta ad un magistrato della locale Dda, i quali informarono la Questura. All'arrivo di una volante in due si diedero alla fuga, facendo perdere le loro tracce. All'individuazione dei cinque arrestati gli investigatori sono giunti con l'esame di tutte le immagini registrate dai numerosi sistemi di video sorveglianza presenti. Inoltre, sono state sentite alcune persone presenti come i responsabili del Centro Commerciale e della sicurezza della banca ed effettuate numerose perquisizioni domiciliari allo scopo sia di ricostruire la dinamica dei fatti, sia di individuare e identificare gli autori della tentata rapina. Dalla visione delle immagini è stato possibile ricostruire che i quattro soggetti ripresi mentre parlavano tra di loro, erano rimasti per circa un'ora e mezza (dalle 7,30 alle 9) nelle immediate vicinanze del centro commerciale, nel punto in cui sarebbe giunto, di lì a poco, il furgone portavalori. Il quinto arrestato, secondo quanto emerso, avrebbe atteso i complici poco distante fornendo loro la sua auto personale per consentire che si allontanassero.

      Decisivo intuito agenti PS

      "Un tentativo di rapina messo a punto in ogni particolare e solo grazie all'intuito di due poliziotti di scorta ad un magistrato è stato possibile sventarla e identificare gli ideatori". Lo ha detto il Procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri nella conferenza stampa indetta a seguito dell'operazione 'fake identity', che ha portato all'arresto di cinque persone con precedenti. "I movimenti sospetti - ha proseguito Bombardieri - di due persone in divisa da poliziotto dinanzi ad un centro commerciale di viale Calabria, nella periferia sud della città, sono stati notati da due addetti alla sicurezza di un magistrato e grazie agli impianti di sicurezza e di telecamere della zona, siamo riusciti a ricostruire ogni particolare della vicenda". "Abbiamo operato in una situazione di difficoltà - ha sottolineato il questore Maurizio Vallone - e solo la grande professionalità degli operatori delle 'volanti' e della squadra mobile, ci ha permesso di raggiungere questo importante obiettivo. Mi auguro che i sistemi di sicurezza passiva, dimostratisi molto efficaci, siano potenziati nella zona ed anche nel resto della città". "L'individuazione dei responsabili del tentativo di rapina - ha detto il procuratore aggiunto Dominijanni - evidenzia le qualità degli operatori di polizia. Grazie a loro, oltre che gli indagati travisati da poliziotti, abbiamo anche individuato e denunciato gli altri componenti del gruppo di rapinatori che indossavano delle divise in uso agli operatori ecologici e, sotto il giaccone un giubbotto antiproiettile, segno evidente che non temevano di fare ricorso alle armi". Per il dirigente della squadra mobile, Francesco Rattà, che ha diretto le indagini, "l'intervento dei colleghi delle scorte che hanno segnalato la presenza anomala di due poliziotti in divisa la mattina presto che confabulavano con un presunto operatore ecologico, ha giovato alle indagini". Nelle abitazioni degli arrestati sono stati sequestrati una macchinetta conta soldi, circa diciassettemila euro in contanti, due giubbotti antiproiettile, guanti e passamontagna. A conclusione Bombardieri ha ringraziato il capo della polizia Franco Gabrielli per avere destinato alla Squadra mobile di Reggio nove ispettori destinati al potenziamento investigativo.

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