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    Guerra di mafia a Cosenza,. Tra gli indagati ass.Provincia ed ex Sindaco Rende

     

     

    Guerra di mafia a Cosenza, 16 arresti. Tra gli indagati assessore alla Provincia ed ex Sindaco Rende

    06 dic 11 Un'operazione è in corso a Cosenza per l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di 18 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa e di tre omicidi compiuti all'inizio degli anni 2000 nel corso della guerra di mafia che insanguinò Cosenza, oltre che di numerosi episodi di estorsione ed usura compiuti nell'ultimo decennio. L'operazione, condotta da personale della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro, della polizia e dei carabinieri di Cosenza, ha colpito boss e gregari della cosca Lanzino-Ruà, ritenuta la più potente a Cosenza. Tra gli indagati, secondo l'accusa, vi sarebbero anche i responsabili degli omicidi di Vittorio Marchio, ritenuto un esponente di vertice della criminalità cosentina, ucciso il 26 novembre del 1999, di Enzo Pelazza, ucciso il 28 gennaio 2000 a Cosenza, e di Antonio Sassone, ucciso il 9 giugno 2000 a Terranova da Sibari. L'inchiesta rappresenta l'ultima fase dell'operazione "Terminator" che nel maggio dello scorso anno portò in carcere otto persone accusate, a vario titolo, di altri tre omicidi compiuti sempre nella guerra di mafia consumatasi in provincia di Cosenza tra il 1998 ed il 2001. Tre politici cosentini sono indagati in uno dei filoni dell'inchiesta che stamani ha portato all'arresto di 18 persone affiliate alla cosca Lanzino-Ruà. All'ex assessore alla Provincia di Cosenza Pietro Ruffolo, all'ex sindaco di Rende ed attuale consigliere provinciale Umberto Bernaudo, entrambi del Pd, ed al consigliere comunale di Piane Crati, Pierpaolo De Rose, di una lista civica, è stato notificato un decreto di perquisizione in cui si ipotizzano, a vario titolo, il concorso esterno ed il voto di scambio. Complessivamente sono una decina le perquisizioni in corso che riguardano altrettante persone coinvolte nell'inchiesta della Dda di Catanzaro. Nel corso delle indagini sulla cosca Lanzino, finalizzate a fare luce su una serie di omicidi, secondo quanto si è appreso sarebbero emersi una serie di contatti tra presunti affiliati ed i politici. Da qui l'iscrizione nel registro degli indagati e l'emissione di un avviso di garanzia contestuale al decreto di perquisizione.

    Video: Operazione Terminator

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    Gli arrestati: Due delle persone coinvolte nell'operazione condotta dalla Dia dai carabinieri e dalla polizia non sono stati arrestate perché erano già latitanti. Si tratta di Ettore Lanzino, di 56 anni, indicato come il capo dell'omonima cosca, e Francesco Presta, di 51, anch'egli affiliato alla cosca Ruà-Lanzino. Le altre 16 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Catanzaro su richiesta della Dda sono state tutte eseguite. I provvedimenti riguardano: Francesco Patitucci, 50 anni; Simine Andretti, 41 anni; Salvatore Ariello, 37 anni, Biagio Barberio, 37 anni; Domenico Cicero, 54 anni; Giovanni Di Puppo 38 anni, Michele Di Puppo, 47 anni; Luigi Gagliardi, 38 anni; Mario Gatto 42 anni; Luigi Gaudio 55 anni; Pilerio Giordano 46 anni; Waalter Gianlcua Marsico 44 anni; Giuseppe Perri 55 anni; Mario Piromallo, 44 anni; Roberto Porcaro 27 anni; Costantino Scorza 57 anni

    Assessore Ruffolo e Bernaudo indagati. Pietro Ruffolo, uno dei politici cosentini indagati in uno dei filoni dell'inchiesta della Dda di Catanzaro che stamani ha portato all'arresto di 18 persone ritenute affiliate alla cosca Lanzino di Cosenza, è stato rinviato a giudizio, nell'ottobre scorso, per usura aggravata dalle modalità mafiose. In seguito alla decisione del gup distrettuale di Catanzaro (il processo è iniziato nel marzo scorso), Ruffolo si è autosospeso dall'incarico di assessore. Quell'inchiesta vede coinvolto Ruffolo non per la sua attività di amministratore pubblico, ma in qualità di ex consulente piccole imprese dell'agenzia Unicredit di Belvedere Marittimo (Cosenza) e riguarda un vasto giro di usura che sarebbe stato gestito da altri indagati, tra i quali figurano presunti affiliati alla cosca Muto di Cetraro, una delle più potenti del cosentino. Ruffolo, così come un altro degli indagati dell'inchiesta odierna della Dda catanzarese, Umberto Bernaudo, sono approdati al Pd dopo anni di militanza nel Partito socialista. Un terzo politico indagato è un consigliere comunale di Piane Crati.

     

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