Il Cosenza ha paura di vincere, pari (1-1) col Perugia

30 set 18 Probabilmente il pari di oggi salva la panca a mister Nesta che, bontà della dirigenza umbra, non viene mandato in mixed zone per le interviste di fine partita e non conosciamo il suo pensiero. Una decisione che viola il diritto di cronaca in maniera così palese da essere segnalato alla Lega di B. Ma questa è solo la ciliegina di una torta venuta decisamente male. Una nuova giornata di passione, mista a rabbia, per i tifosi rossoblù, accorsi anche oggi numerosi, quasi 7000, che hanno salutato il fine partita con una bordata di fischi. Ingiusti o meno gli uomini di Braglia stanno, al momento, portando una media retrocessione. Pari in casa e sconfitta fuori, o quasi. Alla sesta giornata la classifica dice soltanto: tre punti, buoni soltanto per il terz'ultimo posto. Eppure gli uomini di Braglia erano partiti col piede giusto. Sul piatto, per entrambe le formazioni, un carico da tre punti utili per lasciare i bassifondi della classifica. Neanche 12 minuti e Maniero, assistito da un prezioso tocco di Garritano la mette, indisturbato, in porta. Perugia che perde completamente la bussola e sbaglia di tutto e di più. Tant'è che Saracco fa lo spettatore per tutto il primo tempo. Solo nei minuti prossimi allo scadere l'ex attaccante del Cagliari, Melchiorri, prova il drop dal limite dell'area cogliendo la traversa. Il Cosenza non è proprio nello splendore delle forze per via dell'impegno infrasettimanale. Decisamente fuori condizione la catena di sinistra dove D'Orazio fatica più del solito accusando un calo. Sarà proprio su di lui che Nesta, espulso ad inizio ripresa, giocherà la carta Kingsley Dogo che gli permette di acciuffare la partita per i capelli. Accade dopo il 25' quando Capela deve uscire per infortunio ed al suo posto entra Tiritiello. Braglia aveva pure dovuto fare a meno di Maniero, sostituito da Perez. A destra Tiritiello è in ritardo su di una ripartenza ospite, per una palla persa in attacco del Cosenza, e Dermaku deve chiudere sul cross che pesca libero Vido in area, marcato da Legittimo. Il numero 10 si gira e al volo impegna Saracco. Il portiere rossoblu respinge d'istinto corto con i piedi e Kingsley, lasciato libero da D'Orazio, che si accorge all'ultimo del tiro ptovamdo a piazzarsi sulla linea di porta, mette tra lui e Saracco la palla del pari. A dirla tutta da qualche minuto il Perugia aveva preso coraggio e grazie ai cambi si era trovato con quattro attaccanti a pressare, due esterni e due centrali, per tentare il tutto per tutto. Eppure, nonostante ciò, Perez e Tutino hanno avuto due palle gol che non riescono a concretizzarsi per la fretta il primo e per una chiusura chirurgica sul secondo, proprio all'ultimo minuto di recupero. Paura di vincere? Può darsi. Braglia crede ancora in questo gruppo. Lo dice anche a fine gara. Ci mancherebbe altro. Il campo pesante, pieno di sabbia, e la gara infrasettimanale così come per il Cosenza lo era anche per gli avversari. Probabilmente c'è ancora da mettere mano sul reparto nevralgico del campo, magari qualche giocatore svincolato, a rafforzare il centrocampo che ci sembra un pò leggero. Certo Mungo e Garritano danno velocità e imprevedibilità, ma un uomo che dia spinta e più fisicità farebbe al caso di questa formazione. Il pari, alla fine, lascia l'amaro in bocca al Cosenza e ai suoi tifosi. E' la terza volta che succede in questo avvio di stagione. Cinque gare giocate, tre sconfitte e due pareggi, lo ribadiamo, sono un cammino da retrocessione. Se non si trova una soluzione, ora che ancora la classifica è abbordabile, si corre il rischio di rimetterci le penne e fare un campionato da comparse. L'ottimismo di Braglia fa ben sperare. Ma non poteva essere diversamente. Domani, finalmente, una giornata di riposo per i calciatori che da martedì potranno mettere a fuoco quanto fatto in questa settimana giocata così intensamente, tre gare in 7 giorni pesano, lavorando così sulle pecche viste in campo. Sabato si va a Carpi. C'è tutto il tempo per prepararla al meglio. Nel frattempo aumenta l'autonomia e si accresce il rodaggio, checchè se ne dica, di un campionato tutto nuovo, e ancor più bello, da seguire.