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Corbelli "Dare libertà a malato di tumore quasi cieco, in carcere"

 

 

Corbelli "Dare libertà a malato di tumore quasi cieco, in carcere"

05 apr 16 "Malato di tumore, quasi del tutto cieco, non autosufficiente, in carcere nella stessa cella con il nipote che lo assiste. Accade in un carcere calabrese". E' quanto denuncia, in un comunicato, il leader del movimento Diritti civili, Franco Corbelli. "Quest'uomo F. I., di 66 anni - prosegue Corbelli - mi ha scritto, con l'aiuto del nipote, chiedendomi di aiutarlo a terminare la sua esistenza nella sua casa accanto ai suoi familiari e di rendere noto il dramma, la sofferenza e l'ingiustizia che sta subendo, perché non accada mai più a nessun altro essere umano". "Quest'uomo, malato di tumore al cervello - afferma ancora Corbelli - e già operato nel 2007 a Milano, viene arrestato nel 2011. Per lui è la fine di ogni speranza. In carcere diventa anche quasi completamente cieco e non più autosufficiente. Da qualche mese è stato messo in una piccola cella insieme ad un suo nipote, anche lui detenuto, che lo assiste. Il nipote cucina per lui, gli legge e scrive le lettere, lo aiuta anche nell'igiene intima. Quest'uomo racconta tutta la sua disperazione e si domanda se questo suo martirio si possa definire giustizia. Lui ringrazia il nipote, per il buon cuore, chiede solo di poter essere curato e di finire la sua esistenza tra le mura di casa con l'affetto dei suoi familiari". "Chiedo, e mi rivolgo direttamente al Ministro della Giustizia: si può tenere in una cella un uomo malato di tumore, cieco e non autosufficiente - conclude Corbelli - lasciando che sia il nipote ad assisterlo per quel poco che gli resta da vivere? Si può consentire una simile ingiustizia, una tale disumanità, in un Paese civile e in uno Stato di diritto?".

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