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Oliverio incontra i sindaci della Locride
Oliverio incontra i sindaci della Locride 07 mar 15 "Sono qui perché in campagna elettorale presi un impegno con voi ed a me gli impegni piace sempre mantenerli". E' quanto ha detto, tra l'altro, il presidente della Regione, Mario Oliverio, nel corso di un incontro con i sindaci della Locride svoltosi presso il Centro Pastorale Diocesano di Locri. "Voglio ringraziare innanzitutto - ha aggiunto Oliverio - i numerosi sindaci presenti e quanti hanno accolto il nostro invito. Un ringraziamento particolare lasciatemelo rivolgere al vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva, alle autorità civili e militari, agli assessori, ai consiglieri regionali, provinciali e comunali, ai rappresentanti della società civile (sindacati, imprese, associazioni), ai semplici cittadini. Questo per me non è affatto un incontro occasionale o formale. Non è più il tempo delle passerelle o degli annunci propagandistici che producono solo danni. Noi siamo qui per ascoltare i cittadini ed i territori e per pensare, insieme ad essi, le soluzioni da dare ai loro problemi. Questo incontro, pertanto, vuole essere per me l'inizio di un percorso, di un cammino comune. Io ritengo che il metodo per affrontare i problemi è quello del confronto. Se non assumiamo questo metodo non andremo da nessuna parte". "L'incontro di oggi, partecipatissimo - ha detto ancora Oliverio - inaugura, pertanto, una campagna di ascolto permanente che intendo proseguire nel corso dell'intero mandato della mia azione di governo. Nel mese di marzo, oltre a quello di oggi, sono previsti altre due iniziative a Crotone e a Sibari, dove incontrerò i rappresentanti degli enti locali, dei sindacati, delle categorie produttive, il mondo della scuola, degli ordini professionali, gli studenti e tutti i cittadini che vorranno proporre, confrontarsi, segnalare e ascoltare". Per comunicare idee, proposte e appuntamenti è nato l'hastag #dilloaMario". All'incontro ha partecipato anche il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva. "Ringrazio i Sindaci - ha detto il vescovo - per gli sforzi di leggere le problematiche del territorio in un'ottica unitaria. Sanno bene che gli eccessi di particolarismi e i campanilismi non portano da nessuna parte e soprattutto non aiutano a risolvere le difficoltà esistenti. Questa sua venuta era tanto attesa. Ed è facile per lei intuirne le ragioni. Questa terra avverte un senso di trascuratezza e di emarginazione, che va ad aggravare quella che la collocazione geografica le assegna, e che il sistema viario dei trasporti aggrava. Sappiamo che non c'è una soluzione magica ai problemi esistenti. Ma siamo consapevoli che l'impegno della chiesa nella formazione delle giovani generazioni e nella proposta di modelli e di stili evangelici è una via imprescindibile per superare quella povertà culturale e morale che è alla base di tutte le povertà del nostro territorio. In questo l'organizzazione scolastica consapevole della propria vocazione formativa può contribuire molto nella formazione di coscienze libere, di personalità formate al senso civico ed al valore del principio di legalità. Il diritto allo studio merita di essere maggiormente sostenuto e tutelato nelle aree più povere. Sappiamo che la subcultura e la povertà intellettuale, alimentate da un non trascurabile livello di evasione scolastica, sono il terreno più adatto allo sviluppo della delinquenza, dell'illegalità e della corruzione". "Il messaggio evangelico - ha detto poi il presule - è portatore di un annuncio di speranza e salvezza per tutti. Senza questa prospettiva di redenzione umana e civile non c'è carcere che tenga. Anzi il loro sovraffollamento è segno, oltre che del crescere di diffuse forme di illegalità, della grave difficoltà delle istituzioni preposte di rispondere in modo concreto e positivo al problema della delinquenza. Di fronte alla mancanza del pane e del lavoro, alla disoccupazione e precarietà occupazionale (non dispiace l'attenzione prestata al precariato LSU-LPU), di fronte alla povertà delle famiglie è inutile perdere tempo in ragionamenti. Se non si affrontano i problemi sociali sottostanti non c'è speranza di perseguire risultati decisivi anche nella lotta alla 'ndrangheta". "Nessuno di noi - ha concluso il Presule - si attende promesse o cose del genere. Non ce n'è proprio bisogno. La politica è anzitutto ascolto delle esigenze di tutti i cittadini, e particolarmente delle fasce più deboli. C'è tanta fiducia in lei, ma in tanti c'è anche il timore che questa terra possa essere relegata a terra periferica. Sappiamo che in politica c'è tanto da combattere contro il particolarismo e localismo, gli egoismi territoriali e individuali, ma una cosa è certa: la vera politica è quella che sa fare sintesi e cogliere gli interessi comuni partendo dai bisogni degli ultimi e più deboli"
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