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Calcioscommesse Lega Pro e Serie D: PM "frodi per vincere campionato"
Calcioscommesse Lega Pro e Serie D: PM "frodi per vincere campionato,serve riforma scommesse" 19 mag 15 Erano finalizzate alla vittoria del campionato di alcune società, quali Neapolis e Brindisi, oltre che per lucrare sulle scommesse, le combine organizzate dalle due associazioni sgominate dalla polizia di Stato. Il primo gruppo ruotava attorno alle figure di Mario Moxedano e Antonio Ciccarone, rispettivamente presidente e direttore sportivo del Neapolis, squadra di Lega dilettanti girone I, e Pietro Iannazzo, ritenuto esponente di spicco dell'omonima cosca di 'ndrangheta attiva su Lamezia Terme, arrestato nei giorni scorsi nell'ambito di un'inchiesta contro la cosca. I tre, scrive il pm Elio Romano nel decreto di fermo, "valendosi della collaborazione di dirigenti sportivi, calciatori delle altre squadre di Lnd, affaristi senza scrupoli, organizzano frodi sportive il cui scopo primario è quello di procurare la vittoria del campionato al Neapolis". Le frodi investono anche gironi diversi da quelli del Neapolis, "mosse dal fine di effettuare scommesse sulle gare falsate così da lucrare su facili vincite o cedere l'informazione alla cerchia di accoliti, tra i quali non mancano i calciatori, per consentire loro di scommettere sulle partite alterate. Moxedano e Ciccarone vengono così a conoscenza di altre società, ad esempio il Brindisi, che perseguono il medesimo scopo di vincere il campionato, in un girone diverso, ma con i medesimi mezzi". La seconda associazione, che si occupa della Lega Pro, si dipana attorno alla figura di Fabio Di Lauro, ex calciatore, "faccendiere - scrive il pm - che approfitta della parte marcia dell'ambiente che ben conosce, traendo cospicui guadagni dalle scommesse sulle partite oggetto di frode che finanzia attraverso gli stretti rapporti che intrattiene con 'signori' delle scommesse dell'Est Europa nonché con gli 'addetti ai lavori' del calcio nostrano". Tra questi ultimi, per il pm, spiccano le figure di Ercole Di Nicola, direttore sportivo de L'Aquila e di Daniele Ciardi, magazziniere del Santarcangelo, entrambe formazioni di Lega Pro girone B. Di Nicola avrebbe invaso anche altri gironi e addirittura, scrive il pm, "riesce ad introdursi nel campionato di serie B, cedendo ai complici, dietro finanziamento della combine, informazioni su partite combinate del torneo cadetto". Ciardi, dal canto suo, avrebbe "messo in vendita le prestazioni di calciatori compiacenti della squadra per cui lavora". Seguendo l'opera di Di Lauro, gli investigatori arrivano a Mauro Ulizio, ex direttore sportivo del Monza, e Massimiliano Carluccio, socio di fatto al pari di Ulizio, della Pro Patria che "si dedicano a combinare gli incontri che coinvolgono squadre di Lega Pro girone A". Serve riforma radicale scommesse. Il calcioscommesse "è la patologica conseguenza del tramonto della vecchia innocente schedina. Urge evidentemente una riforma radicale della normativa che regolamenta tali tipologie di scommesse che hanno finito per inquinare il mondo sportivo ad esse collegato". Lo scrive il pm di Catanzaro nel decreto di fermo Dirty soccer. La schedina, prosegue il pm Elio Romano, è stata "soppiantata ormai da scommesse sulle singole partite e addirittura sugli eventi all'interno delle singole partite. Sicché diventa molto forte la tentazione per i protagonisti di quel singolo evento, magari scevro da particolari tensioni sportive per mancanza di obiettivi da raggiungere, di lucrare ingenti somme da un risultato sportivo che essi stessi sono in grado di determinare e condizionare". Un nuovo romanzo criminale. Un "nuovo romanzo criminale" i cui attori arrecano "danno economico, si fanno beffa delle passioni di quanti seguono la propria squadra del cuore e ledono gli investimenti di denaro e speranze che impegnano le famiglie dei ragazzi che si affacciano al mondo del calcio". Lo scrive il pm nel decreto di fermo Dirty soccer. "Un mondo malato, quello del calcio - prosegue il magistrato - gestito dagli indagati, dove la fragilità di giocatori, sedotti dal mito del guadagno rapido e facile, ovvero dalla prospettiva di ingaggi con altre squadre, si intreccia con la spietatezza di scaltri dirigenti sportivi e con la criminalità organizzata, passando attraverso l'indifferenza delle società calcistiche. Il dato più raccapricciante che emerge è quello consistente nell'amara quanto palese constatazione di cosa sia diventato lo sport calcistico gestito dagli indagati, in cui emergono palesemente le condotte di tali direttori sportivi, presidenti e manager calcistici che ormai concepiscono la gestione delle proprie società o di quelle da acquisire di volta in volta, esclusivamente come una 'fonte di reddito' derivante dalle scommesse che essi stessi piazzano e fanno piazzare sulle partite che sono stati in grado di truccare". Due gruppi criminali finanziati dall'estero. "Due gruppi criminali organizzati, tra loro distinti, ma aventi un trait d'union soggettivo, dediti ad architettare frodi sportive, 'combinando' incontri di calcio del campionato dilettantistico e dei tornei professionistici". E' quanto ha portato alla luce l'inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta da squadra mobile e Sco secondo quanto scrive il pm titolare delle indagini, Elio Romano, nel decreto di fermo eseguito oggi nei confronti di 50 persone. Un'organizzazione, prosegue il pm, "alimentata anche dal denaro che proviene dai 'signori' delle scommesse e cioè personaggi, di cui alcuni ancora non identificati, che vivono in Asia (Kazakistan), nell'est d'Europa (Serbia e Slovenia) ed in Russia e che, comunque, in Italia hanno la loro longa manus nel gruppo criminale. Attraverso la mediazione di dirigenti sportivi disonesti e avventurieri in cerca di facili profitti, i finanziatori stranieri irrorano le casse delle organizzazioni criminali oggetto d'indagine fornendo denaro ai criminali 'nostrani', che lo usano in primis per 'corrompere' i calciatori in modo da avere partite combinate su cui scommettere e realizzare ingenti guadagni, sempre senza l'alea propria della scommessa (fatti salvi i casi in cui - per una sorta di perfida nemesi del Dio del Calcio - la combine 'salta', con tutte le conseguenze del caso, generando poi ulteriore attività criminale - a base violenta stavolta - come emerge dai capi di imputazione dedicati alle estorsioni e al sequestro di persona a scopo di estorsione)". L'inchiesta, scrive ancora il pm, ha permesso di far emergere "la parte marcia del mondo del 'pallone' della LND e della Lega PRO, che è poi quello più visceralmente legato alla 'provincia' italiana". 70 i coinvolti CALCIATORI
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