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Negli obiettivi c'erano appalti Expo2015 e carabiniere da presentare alle europee

 

 

Negli obiettivi c'erano gli appalti di Expo2015 e un carabiniere da presentare alle europee

13 lug 10 Il tentativo di mettere le mani sugli appalti per l'Expo da parte della 'ndrangheta e' emerso dall'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano e Reggio Calabria che oggi ha portato alla maxi operazione con oltre 300 arresti. Nelle indagini e' stato ricostruito il tentativo, come si legge in una nota distribuita in conferenza stampa a Milano, di infiltrarsi nell'Expo in programma a Milano nel 2015.

Volevano candidare carabiniere in elezioni. Secondo quanto contenuto nell’ordinanza emessa dal gip Giuseppe Gennari, la cosca che faceva riferimento a Salvatore Strangio si era rivolta ad un comandante provinciale dei carabinieri del Piemonte, perché si presentasse alle elezioni europee dello scorso anno. Nelle carte giudiziarie si legge che “Il ritratto che emerge del personaggio delle istituzioni, militare e con responsabilità di comando di un certo livello, è sconfortante. Briga con il calabrese Strangio per ottenere entrature politiche e in cambio promette favori e pressioni per fare cessare l’intervento della Stradale sui camion di Perego”. E ancora “Questo è un amico per davvero. E questo, detto dalla bocca di Strangio, non ha un significato comune, ma implica una fiducia che va assai oltre quello che, per persone normali, è un rapporto di amicizia. Emblematico è il chiaro suggerimento che il cc fornisce a Strangio sull’uso dei cellulari e sulla necessità di utilizzare schede intestate a terzi. Di questo anomalo rapporto, discutendo tra un ‘compare’ e l’altro, l’idea è quella di sostenere la candidatura, invero assolutamente improvvisata, del colonnello”. L’intermediazione per convincere il colonnello ad accettare la candidatura sarebbe stata affidata ad un consigliere regionale lombardo e già assessore regionale all’Ambiente, dagli inquirenti considerato personaggio organico agli interessi della cosca. Ciò sta a dimostrare, è scritto nell’ordinanza che “la strategia di inquinamento della vita istituzionale contempli non solo il fatto di intessere rapporti con professionisti della politica, ma anche di scendere in campo personalmente con uomini di comprovata fiducia”.

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