Documento del Senato Accademico Unical sulla manovra economica del Governo

15 lug 10 Il Senato Accademico, nella riunione dello scorso 12 luglio, ha approvato un documento, predisposto dal Co.Co.P. (Comitato di Coordinamento e Programmazione dell’Ateneo), relativo alla manovra economica del Governo (DL 78/2010), consultabile integralmente sul Portale dell’Ateneo all’indirizzo www.unical.it. In estrema sintesi, nel suddetto documento viene evidenziato che “gli interventi correttivi decretati dal Governo (DL n.78/2010) per fronteggiare la crisi economico-finanziaria penalizzano soprattutto i dipendenti pubblici, con gravi ripercussioni sull’autonomia funzionale ed organizzativa di servizi primari garantiti dallo Stato”; si sottolinea, inoltre, che “all’interno del settore pubblico, la nuova normativa si accanisce particolarmente su una categoria di lavoratori, quali quelli del comparto universitario: il personale tecnico -amministrativo, i ricercatori ed i professori, che sono attaccati proprio nel momento in cui il disegno di legge in corso di discussione - il DDL Gelmini - pone particolari problemi di riorganizzazione e razionalizzazione dell’intero sistema universitario>. I professori e ricercatori dell’Università della Calabria, in vista della conversione parlamentare del DL 78/2010 chiedono in particolare:
1) Che la normativa previgente concretizzi i suoi effetti fino a tutto il 2010, evitando l’applicazione di un tetto retroattivo per gli incrementi stipendiali conseguiti nel biennio 2008-2009.
2) Esentare dal blocco degli scatti i ricercatori che risultano particolarmente penalizzati dalla manovra.
3) Sia estesa ai professori e ai ricercatori universitari la disposizione di cui al comma 22 dell’articolo 9 che ripristina, a conclusione del blocco per il 2011-2013, scatti e aggiornamenti stipendiali recuperandone gli importi, rivalutati secondo l’indice dei prezzi IPCA calcolato dall’Istat per il triennio di vacanza.
4) Che gli atenei siano finanziati con risorse, non derivanti da ridefinizioni del fondo di finanziamento ordinario, che ha subito riduzioni dalle manovre finanziarie precedenti tali da rendere estremamente difficile la prosecuzione delle attività istituzionali in corso.

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