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      Il Cosenza calcio e il mal di sinistra

       

      Sciaudone non tocca affatto l'avversario che si tuffa accentuando la caduta

       

      Il Cosenza calcio e il mal di sinistra

      10 mar 19 Non va giù a nessuno, neanche il giorno dopo, la sconfitta interna del Cosenza contro il Brescia. Una gara che sembrava messa in cassaforte nei primi quarantacinque minuti e poi... E poi un crollo inatteso. Paura. Forse il caldo, forse la voglia di vincere a tutti i costi. Sta di fatto che il campo continua a raccontare un'altra storia. Dati alla mano, il Cosenza soffre alla sua sinistra. Da lì, la destra degli avversari, sono arrivati tutti e tre i goi del Brescia. Al di là dei madornali errori della terna arbitrale (un rigore inesistente ed un gol in netto fuorigioco i più clamorosi) e della mancanza di un sostituto naturale di Palmiero, prima o poi infortunio o squalifica il problema si sarebbe posto comunque, il Cosenza soffre sulla catena di sinistra. Tant'è che ad un certo punto Legittimo ha dovuto sbrigarsi da solo tutto il lavoro svolgendo egregiamente il suo compito. Ma un solo uomo non può cantare e portare la croce. Le critiche più ricorrenti quelle di non aver tolto chi non spingeva più sulla fascia per tenere lontani Torregrossa e Bisoli, con uno tra Izco e D'Orazio. Il scondo con più gamba avrebbe dato una mano. Magari passando con la difesa a tre e lui a spingere. Facile parlarne con la velocità di chi guarda da fuori, per giunta il giorno dopo. Ma è una deduzione logica. Di sicuro le scelte del tecnico sono dettate da una conoscenza diretta dello spogliatoio e delle condizioni dei singoli. Ma probabilmente nella concitata gara di ieri, che ha messo a nudo alcune fragilità del Lupi, si è appalesata anche poca freddezza da parte di tutti. Essere rimontati di due gol manda in bambola chiunque. La paura di non farcela ha fatto abbassare troppo la squadra e quando ti trovi mille gambe in area di rigore può succedere di tutto. Come è successo. Calano le energie e tra queste anche la lucidità. Parlarne a frittata fatta serve soltanto ad evitare che qualcosa del genere si possa ripetere in futuro. Non per rinfiammare polemiche. Di fronte c'era comunque la capolista con un organico di un certo spessore. Ora però è il futuro che interessa il Cosenza. Serve fare nove punti nelle nove gare rimaste per garantirsi la salvezza. E serve ripartire subito. Al tecnico ora tocca trovare quella giusta concentrazione e la quadratura di un cerchiio sempre più squilibrato dalle assenze e dagli infortuni.

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