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Cosenza calling ... da Dublino a Pescara per sostenere i Lupi
Silvio Martirano con il fratello Giancarlo allo stadio "Adriatico" di Pescara
Cosenza calling ... da Dublino a Pescara per sostenere i Lupi 22 giu 18 Quando la passione, è proprio il caso di dirlo, non conosce confini. Oltre 2600 km per un viaggio durato 16 ore. Una sorta di record alimentato dalla fiamma del tifo per la squadra della tua città. Lui è Silvio Martirano, 46 anni, dirigente di una nota multinazionale delle vendite on line, sposato, con una figlia, da 20 anni a Dublino. La squadra, ovviamente, è il Cosenza calcio. Due colori, il rosso del cuore e il blu del cielo su cui stanno volando i tifosi dei Lupi in questi giorni. Un viaggio che ha affettato in due l'Europa. Partenza venerdì sera poco dopo mezzanotte da Cork, in Irlanda, bus per Dublino, alle 7 aereo per Roma, a Roma auto a noleggio fino a Pescara. Arrivo alle 16. Sedici ore di viaggio per assistere alla finale Play Off tra Cosenza e Siena. Senza mai riuscire a chiudere occhio. Ma non è la prima volta che Silvio Martirano, innamorato dei viaggi oltre che del Cosenza, ha compiuto simili trasferte. Già nell'82, ci racconta, fece un viaggio simile per arrivare a Siena, corsi e ricorsi storici, quando il Cosenza perse per 1-0. Allora segnò Coppola, attaccante che poi vestì anche la casacca rossoblu. Sabato, come possiamo dire, la dolce vendetta. La vittoria sul Siena che è valsa la promozione in serie B. "In Irlanda è un po difficile seguire il mio Cosenza. Fino ad oggi mi ero affidato a SportTube ma adesso in B non so". Se Sky trova l'accordo la B si può seguire on demand su internet. Poi l'offerta della piattaforma televisiva farà le sue proposte. "Seguirla da qui è sempre difficile ma di solito mi organizzo le vacanze per seguire qualche partita del Cosenza, così come via satellite riesco a segirlo quando Raisport ha trasmesso le gare". Una bella impresa per i cosentini all'estero seguire i Lupi. E sono tanti. Partenza da Dublino sotto la pioggia Ma come sei arrivato in Irlanda? "Tutto è iniziato con un viaggio Erasmus nel '93 quando ero studente all'università a Bologna. L'Irlanda mi piacque e dopo laureato sono andato a Cork per il mio primo lavoro. Mi è sempre piaciuto viaggiare e tra Londra e l'Irlanda ho avuto diverse esperienze di lavoro. Poi vent'anni fa mi stabilii a Dublino dove vivo tuttora". La storia di uno dei tanti cervelli cosentini in fuga. Ma quando ci si mette la passione, il calcio unisce a tutte el latitudini del mondo. Sabato Sivlio si ritrova con suo fartello seduto fianco a fianco nella tribuna "Adriatica" dello stadio di Pescara. Lui in borghese il fratello con la maglia del Cosenza. Ma la maglia? "Mio fratello mi ha detto che quella era di suo figlio così ha trovato una scusa per non avermela portata. Vorrà dire che ad agosto, quando vengo a Cosenza, un salto allo store me lo faccio". Arrivo a Roma (Si vede il cupolone di San Pietro) Ma quando hai creduto alla possibilità di tornare in Serie B? "Guarda, voglio essere sincero. Durante il campionato non pensavo proprio che il Cosenza potesse farcela. Ma durante i play off ho cominciato a crederci. Sulla carta a inizio stagione, visto i nomi, sembrava davvero cosa possibile. Poi gli alti e bassi del campionato, sinceramente, mi hanno fatto passare l'idea che il Cosenza potesse farcela. Poi a fine campionato la vittoria col Trapani ha fatto intravedere qualche numero, belle giocate, una bella gara sul campo. Poi passando nei play off la vittoria col Trapani, il nostro portafortuna, mi ha fatto capire che potevamo farcela. Arrivati alle semifinali sarei voluto venire a vedere il Sudtirol. Le ventimla persone mi stuzzicavano troppo. Vado, non vado. Vado a tutte e due, Vado ad una sola. Ero indeciso. La vittoria mi ha convinto e allora ho deciso di andare a Pescara. Ero sicuro che il Cosenza ce l'avrebbe fatta. In pratica la decisione finale l'ho presa giovedì prima della partita. Sono corso a prenotare l'aereo, macchina a noleggio , i biglietti, solo un giorno prima della finale". Un racconto tutto d'un fiato. Che ti lascia a bocca aperta e ti sorprende. Ma ti sorprende ancor di più quando ci racconta che la figlia di appena 2 anni e mezzo ha imparato la canzone di Baclet e del mojto. La passione si trasmette così. Da padre in figlio. Poi la festa a Pescara. Il rientro in hotel dove finalmente è riuscito a riposare senza prima, però, raccogliere le raccomandazioni del fratello: fatti scortare dalla polizia che qui non è per niente tranquillo. Raccomandazioni inutili perchè il nostro eroe è tornato tranquillamente in albergo vedendosi e rivedendosi sul telefonino le immagini registrate della partita, dei gol, dei video subito on line. Uno spettacolo senza fine. Grazie Silvio, sono le storie come la tua che ci danno la forza di continuare a raccontare questo splendido gioco che è quello del calcio. Ti aspettiamo a Cosenza e ... 23:56
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