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Belmonte "Al cuor non si comanda, ho tifato per i Lupi"
Nicola Belmonte difensore del Perugia (Foto Sky Sport)
Belmonte "Al cuor non si comanda, ho tifato per i Lupi" 21 giu 18 "Non mettermi in difficoltà, ho una grande stima e amicizia di Mister Mignani, che conosco personalmente, e del Siena dove ho tanti amici, ma quando assieme a moglie e figli ho visto la finale al maxischermo in pizzeria a Cosenza, non ce l'ho fatta. Ho portato a festeggiare i figli in città. Al cuor non si comanda". Rispnde così, da grande professionista qual'è, Nicola Belmonte, classe '87, cosentino 100%, granitico difensore centrale, titolare del Perugia in serie B. Una carriera divisa trala A e la cadetteria, la sua. Da professionista Nicola prova a nascondere l'emozione, ma non gli riesce. La squadra della sua città, dopo 15 anni, torna in B e lui, tra i 50mila riversati per strada, si è goduto la festa con tutta la famiglia "Diciamo che ho portato i figli a festeggiare" dice sorridendo "Li ho portati alla sfilata facendogli assaporare un pò l'ambiente da Lupo, da cosentino". Poi ci racconta come si vive lontano dalla sua città: "Ho seguito il Cosenza da appassionato e da tifoso durante i playoff e qualche partita durante il campionato quando possibile, su Raisport, visto che la lontananza non mi permetteva di venire allo stadio perchè impegnato con la mia squadra. Ero a Cosenza per le semifinali, ne ho approfittato ed ho portato mia moglie e i miei figli al Marulla. Ero tra i ventimila della gara con il Sudtirol". Poi l'analisi sulla stagione dei Lupi: "Il Cosenza ha fatto un campionato molto travagliato per poi arrivare ai play off, suo vero obiettivo. Secondo me alla fine ha fatto qualcosa di straordinario, inaspettato, di incredibile. Il Cosenza nei play off ha giocato il calcio migliore, sette vittorie, un pari e una sola sconfitta risicata: se l'è strameritato. Va solo detto bravi a tutta la squadra, alla società, ai tifosi e ringraziare tutti perchè hanno riportato la serie B a Cosenza". Poi da profondo conoscitore della cadetteria gli chiediamo che campionato troveranno i Lupi in B: "E' un campionato massacrante sia a livello fisico che a livello mentale. L'importante è non perdere mai la testa. La ricetta è un po quella di tutti i campionati. Fai tre o quattro vittorie di fila e tri ritrovi su, ne perdi tre e ti ritrovi giù. Secondo me bisogna non esaltarsi quando va bene e non buttarsi giù quando non va. I conti si fanno sempre alla fine. Io dico sempre che i cavalli in corsa si vedono sempre all'arrivo". A questo punto gli chiediamo, per quello che ha visto, come giudica il Cosenza. "Io ho visto una 'squadra' in campo e di questo, grande merito va dato a Braglia. Una squadra che la pensava allo stesso modo, una squadra che ragionava tutta con la stessa testa. Una squadra! E questo vuol dire che il suo staff assieme al Mister e al Direttore hanno fatto un lavoro fantastico". Sul gruppo la sua analisi è secca: "Non voglio esser cattivo ma anche chi stava in panchina, chi gioca meno non ha fatto casino, non ha mai creato problemi. Dall'esterno si è visto questo. Poi quando sono stati chiamati in causa hanno fatto sempre bene. Quando chi non giocava entrava e segnava, esultavano tutti. Ho visto proprio una squadra. Un gruppo compatto. Questo ha fatto la differenza". Parlando di gol ed esultanza, arriva il deja vu, la sua infanzia in curva sud "Non posso dimenticare che quando il Cosenza segnava esultavano tutti: i giocatori, i fotografi, gli steward, i poliziotti, i pompieri di servizio, gli infermieri della Croce Rossa. Così è stato anche ora. Questo vizio non l'abbiamo perso. E' bellissimo". E così il discorso scivola sul pubblico. Il dodicesimo uomo in campo. "Il pubblico ha fatto la differenza. I ventimila con il Sudtirol hanno fatto la loro parte oltre alla squadra che non ha mai fatto arrivare i sudtirolesi in area senza permettergli nessun tiro in porta. Gli va dato grande merito. Ma il merito è anche dei tifosi per come hanno spinto la squadra al successo. E poi l'esodo di Pescara. 9000? secondo me erano di più. Che dire. Pescara a noi ci porta bene. Punto". Per la prossima stagione in B chi vedi favorito? "Bè nel campionato di B, le retrocesse dalla A sono sempre le favorite. Vedi Crotone. Ma poi ci sono sempre le outsider. Vedi Crotone due anni fa, la Spal e il Parma di quest'anno. Ogni anno c'è sempre una sorpersa. Poi ti ritrovi squadre blasonate come Bari, Palermo, Spezia, squadre super attrezzate e navigate che hanno fatto per anni la A. Un campionato veramente duro e poi la qualità si sta alzando sempre più in serie B". Cosa ne pensi del fatto che il Cosenza, anzi Braglia, è intenzionato a lasciare intatto il gruppo protagonista di questa storica cavalcata? "Penso che sia giusto dare il giusto merito a questi ragazzi. Un premio per questa cosa straordinaria che hanno fatto". A questo punto la domanda sorge spontanea: Nicola che possibilità ci sono di vederti con la maglia della tua città? "A questa domanda non so rispondere. Dovete chiedere a Trinchera e Guarascio. Spero di vedermi con loro a giorni. Poi se dovessi uscirne soddisfatto. Chissà. Ma ci sono tanti altri fattori. Bisognerà vedere cosa dice il Perugia. Tante cose possono incidere. E' ancora troppo presto per parlarne". Ma un messaggio glielo lanci a questo Casenza in B? La risposta è sibillina: "Spero di darglielo in prima persona......."
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