Cosenza pari, a suon di calci, con la Reggina (1-1)

19 feb 18 La sindrome del San Vito. Si ripete ogni qualvolta il Cosenza gioca in casa su di un terreno disastrato. Quarto pareggio di fila (14esimo risultato utile consecutivo) e ancora una volta si battezza il primo gol di un deb, manco 20 anni, avversario. E’ successo a Catania si è ripetuto questa sera con la Reggina. Era un derby, ne è emerso una partita di calci. Partita cattiva, con un arbitro incapace a reggerne i ritmi, a volte violenti, che pasticcia e punisce, oltremodo, la squadra di casa. Un’espulsione esagerata negli ultimi minuti fa la rima a due calci di rigore reclamati dal Cosenza ed un terzo assegnata che ci poteva stare. In campo Braglia decide per il turnover in modo da far riposare chi ha speso tanto nella partita di Coppa Italia. Non ha tutti i torti. Chi scende in campo ed aveva giocato mercoledì mostra un tantino la lingua di fuori. Intanto è così e vanno gestite le forze. In campo una sola squadra: Il Cosenza. Gli amaranto non passano mai la riga di centrocampo se non nell’occasione del gol. Aiutati da una palla persa in attacco con i rossoblu nell’altra metà del campo. Un errore che costa due punti. Per il resto Maurizi viene a Cosenza con l’intenzione di far punti e ci riesce. Preferisce lo sgusciante Tulissi al posto di Sparacello confidando nella potenza d’attacco avversario da bucare in contropiede. Non gli funziona tanto perché il Cosenza fa densità e tiene il campo egregiamente con un possesso palla mostruoso. In avanti, nonostante i tanti palloni messi in area, troppi sbagli. Il terreno fa la sua parte quando, a tu per tu, Perez e Cucchietti, il manto erboso gii sposta il pallone. Una pari che sta strettissimo al Cosenza e che è manna dal cielo per i giovanotti, davvero tanti, dello Stretto. Nel primo tempo il Cosenza gioca co tanta intensità, la Reggina, sarà purtroppo il refrain di tutte le prossime gare casalinghe, si chiude e picchia, ma proprio forte, pensando a non far giocare. il colmo è che è il Cosenzq a pagare con un'espulsione esagerata, questa situazione. Braglia però le prova tutte. Mungo non ha la stessa brillantezza di quattro giorni fa a Lecce così il coach cambia tutto il fronte offensivo. Compreso l’armadio di Perez che si tira si dietro gli avversari ma è ancora alla ricerca del primo gol. Il suo lavoro li avanti è prezioso. Scambi di prima e palle recuperate anche sul bordo del campo, non si risparmia affatto. Dicevamo dei cambi del tecnico rossoblu che, quasi, si diverte e fa divertire a ritoccare la squadra nei punti giusti dove non ha risposte dai giocatori a cui aveva chiesto lo stesso impegno di Lecce. Lo ripetiamo, fra i calcioni, l’inadeguatezza dell’arbitro e la stanchezza, il muso rimane lungo a fine partita. Come suo costume il tecnico toscano senza peli sulla lingua sottolinea che in diversi non gli sono piaciuti. intanto Mister Maurizi si frega le mani nel portarsi a casa il punto e sincero, anche lui, com’è ammette gioco e superiorità del Cosenza. Che dire. Rimangono altre quattro partite in poco più di dieci giorni. Domenica a Caserta, mercoledì a Viterbo per la Coppa e poi la sosta del 4 marzo. ma al rientro altre due partite in quattro giorni. “Confidiamo nell’arrivo del bel tempo” spiega il tecnico del Cosenza “Così da poter avere un campo più decente visto che non possiamo far altro”. Ora c’è la Casertana tra sette giorni. C’è tempo per recuperare energie e studiare le mosse necessarie. Perez ci mette una ciliegina. “C’è entusiasmo e lo tocchiamo con mano. Voglia di fare bene”. Intanto Bruccini scala la classifica cannonieri e con una trasformazione dal dischetto prodigiosa porta a sette i suoi centri. Aspettando il risveglio delle punte si va avanti. Il quarto posto rimane li a tre punti e il Cosenza c’è.