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      Cosenza sconfitto e umiliato dal Rende (0-3)

       

       

      Cosenza sconfitto e umiliato dal Rende (0-3)

      22 apr 18 Una gara brutta per il risultato e storta per quanto fatto vedere in campo. Il Rende strapazza il Cosenza con un pizzico di fortuna e nelle sue tre uniche ripartenze della gara mette nel sacco il pallone tre volte. per carità, non vogliamo togliere nulla all’impresa della squadra di Trocini, ma ancora una volta il Cosenza si gioca il jolly nel peggiore dei modi e subisce le ripartenze letali dei biancorossi. Braglia vuole provare a dare più peso all’attacco del Cosenza e propone Okereke esterno basso a destra al posto di Corsi. L’obiettivo è quello di sfruttare l’assenza di Laaribi e sorprendere Marchio. Una sorta di suicidio, nell’analisi del poi, che lascia una voragine sulla fascia appena il Cosenza preme in avanti e perde palla. Ma ripartiamo dall’inizio. Una specie di avventura. L’arbitro designato, Zanonato, è preda di una dissenteria e non può dirigere l’incontro. La Can di Lega Pro ha due soluzioni, rinviare l’incontro o convocare l’arbitro più vicino che è il signor Nicoletti da Catanzaro. Viene preferita la seconda scelta. La cosa viene tenuta nascosta per evitare evidenti prblematiche di ordine pubblico. Così si parte con un’ora di ritardo.

      E' il Cosenza ad avere la prima nitida occasione: D’Orazio la mette in area con Okereke solo davanti a De Brasi che la spedisce fuori. Il calcio è gioco strano. Una delle sue leggi mai scritte recita “a gol sbagliato, c’è gol subìto” che non tarda ad arrivare. Protagonista Rossini che prima prova la conclusione sull’esterno della rete. Poi, con il Cosenza in avanti che perde palla proprio da Okereke, nasce l’azione da “mai dire gol” del Rende. Il pallone arriva a Rossini al centro dell’area guardato da Idda che lo fa calciare, La palla non viene trattenuta da Saracco che se la lascia sfuggire e Actis Goretta, lasciato libero da Calamai e Pascali, si avventa sul tentativo di riprendersi la sfera da parte del portiere del Cosenza e la mette dentro. Inutile la diagonale di Dermaku che stava rientrando dall’azione. Uno a zero sotto la curva degli ospiti e primo sorriso sornione di Trocini per il regalo inaspettato. Il Cosenza riparate prima Bruccini si vede bloccata una conclusione da De Brasi e un minuto dopo profondità sulla destra con Tutino che serve al centro Baclet che liscia e cade a terra mentre sul palo opposto c’è D’Orazio bene appostato. L’esterno stoppa la palla, prende la mira e la manda fuori da ottima posizione. Secondo errore in appena 10 minuti. la legge del calcio è dura. Gol sbagliato, gol subìto, ma non sùbito. Attenti agli accenti. Si perché prima Calamai di testa manda di poco a lato (27’) poi Tutino manda di poco a lato (31’) e poi dopo una mischia il Cosenza si vede parato da De Brasi nella stessa azione (37’) tre tiri consecutivi di Bruccini, Calamai (parati con i piedi) e Okereke. La fortuna non bisogna “sfriculiarla” troppo. Ancora un gol manganato e con il Cosenza tutto in avanti una nuova palla persa porta Vivacqua al tiro, la palla è sbilenca e fa cadere a terra D’Orazio che assieme a Pascali guardava Viteritti. La palla rimbalza e Viteritti incredulo non deve far altro che spingerla in porta. Il trionfo delle pasticciate. Ma il calcio funziona così, è fatto di episodi.

      Nella ripresa Braglia manda sotto la doccia Idda e dopo 3 minuti D’Orazio mette un pallone d’oro per la test adì Baclet che al momento del tiro, solo con De Brasi fuori causa, cade all’indietro. Braglai s’infuria e ne cambia altri tre: Baclet, Okereke e Palmiero. Entrano forze fresche (49’) Loviso, Perez e Mungo. Due minuti e una punizione dal limite di Loviso viene parata con un miracolo da De Brasi che si supera la prende da sotto la traversa e la manda in angolo. Poi è il turno di Dermaku (55’) e di Tutino (61’) solo davanti a De Brasi la manda centralmente tra le mani del portiere che ringrazia. Il Cosenza gioca, spinge ma non trasforma nessuna delle occasioni create. Così un’altro gollonzo arriva a chiudere l’incontro. A procurarlo è Saracco che giocherella col pallone al limte dell’area con Gigliotti vicino e invece di allontanare la sfera prova a portarsela in area per prenderla con le mani. La lotta è impari. Gigliotti di mestiere usa i piedi e con i piedi gli toglie la sfera e la mette in porta. Tre a zero e partita chiusa. La rabbia monta e dalla curva e dalla tribuna si alza un coro unanime: Guarascio vattene, Trinchera vattene.

      Umiliante il risultato, umiliante il fine partita con i giocatori che in silenzio vanno a chiedere scusa prima sotto la curva e poi sotto la tribuna. Peggio di così non poteva finire. Ora a due gare dal termine il Cosenza dovrà avere la forza di reagire per raggiungere l’obiettivo del play off. Ma con prestazioni del genere non si va d nessuna parte. La sagra degli errori lascia il segno e di questo è preoccupato il tecnico che a fine gara rilascia una dichiarazione sibillina. Si addossa tutte le colpe e poi mette in conto un “condizionamento” che non riusciamo a capire da chi sia arrivato. Probabile che aver utilizzato giovanotti, si di talento, ma troppo acerbi ha condizionato la prestazione. “Una botta che non ci farà sicuramente bene” dice pensando alla contestazione con il pubblico ma soprattutto all’autostima persa e ricostruita con tanta pazienza dei suoi giocatori. Il Direttore sportivo Trinchera lo segue a ruota e viene in sala stampa a chiedere scusa. Ma a cosa serve? Le determinazioni le dovrà prendere il Presidente Guarascio che si è affidato a lui e le risposte dal campo, se si è ancora capaci di darle, solo dal campo possono arrivare. Il resto è aria fritta. Ci sono rimaste due gare. Sei punti. Fuori le palle.

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