Il Cosenza pronto al debutto nei cadetti: ora tocca ai Lupi

25 ago 18 Quindici anni fa parlare di Strada, Lentini, Casale era cosa normale. Il calcio cadetto con tutto il suo fascino e i riflettori accesi dalle Tv nazionali, dalla radio con il suo "Tutto il calcio minuto per minuto" era abitudine. Se ne parlava a livello nazionale di Cosenza e del Cosenza come uno dei posti di una consuetudine calcistica che si trascinava da anni, forse anche un po stancamente. La gente aspettava il salto nell'olimpo del pallone. Invece ... Invece venne una mazzata che affondò tutto quanto ruotava al mondo del calcio: dalle emozioni alle azioni. Tutto era perduto. Nel giro di tre mesi il campo in povere nera della Fincantieri Palermo dava lo spessore del crollo totale. Dai commenti, al lavoro dei cronisti, tutto d'un colpo era di serie D. Non la capisci se non la vivi. Il peggio del peggio. Non bastò la crociata comunale con il sindaco a salutare i 20.000 della prima partita culminata con la delusione. Lentini era sempre lui. Un eroe, un idolo. Intorno aveva però il deserto. In tutti i sensi. Quindici anni di polvere e scommesse vinte e perse. Inutile aggiungere parole ad uno squallore le cui tracce rimangono ancora oggi come la polvere nascosta sotto qualche recondito angolo di uno zerbino. Quello che è accaduto a giugno ancora oggi ha dell'incredibile. Un'opera maestosa, quasi quanto una cavalcata wagneriana, messa in atto da un Piero Braglia superlativo. Domani, 26 agosto, si torna in quel mondo lasciato chiuso intatto nel cassetto dei ricordi. Quella serie B che prima era una normalità ed anelata per tanto tempo, oggi è realtà. La tocchi con mano tra il primo e il secondo gol della Juve alla Lazio. Quando dagli altoparlanti della radio vengono snocciolati i collegamenti con tutti i campi della serie B. Sarà così anche domani, tra i campi della A e della B ci sarà di nuovo il nome Cosenza che balza agli onori della cronaca sportiva nazionale. Difficile per chi ha vissuto quel periodo non dimenticare tante gioie ed amarezze. Ritrovare la gioia di un calcio che emoziona e lascia un gusto tutto suo ai palati sopraffini. Un gusto fatto di gioco e di tecnica. Magari non sarà sempre così. Ma il mondo della seconda serie è così vicino ai confini del calcio che conta che ti affascina e ti prende subito senza lasciarti pensare ad altro. Per i giovani è una nuova avventura. Per Cosenza è ripartire da basi solide e concrete. Niente più proclami e paroloni. Si viaggia sottotraccia e si raccolgono risultati. Dalla Coppa Italia alla serie B passando per i play off centrati ogni anno, il bilancio non lascia spazio ad alcun commento o pelemica dir si voglia. Guarascio ha avuto il merito di riportare il calcio a livelli che competono alla nostra città. Ma non basta. Mai appagati. Il gioco del calcio è bello per questo. Si perde, si pareggia, ma soprattutto: si vince. E più si vince e più si vuol continuare a farlo. Sempre con il solito profilo basso. Si riparte da Ascoli. Da una nuova squadra che, diciamolo francamente, è una scommessa aperta. Sul vecchio organico si sono innestati giocatori di valore. Sarà però il risultato del campo il giudice supremo. Tutti coloro che domani porteranno addosso la maglia del Cosenza devono sapere che quella maglia rossoblu che indossano è piena zeppa di storia. Di gioie e di dolori. Di tanti calciatori che hanno fatto la storia del calcio nazionale. Calciatori che a Cosenza chiamiamo Lupi perchè dei lupi vogliamo la stessa fame, la stessa determinazione, la stessa voglia di conquistare le prede. Da domani saranno molti i riflettori ad illuminare le vostre gesta non dimenticate che anche Denis e Gigi vi guardano. Quello che chiede il Mister e tuttoo il popolo rossoblù è l'impegno, il sudare la maglia e dimostare di esser degni dela casacca che s'indossa. Ora tocca a voi. Dimostrate di essere il Cosenza. Dimostrate di essere Lupi!

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