Un Cosenza senza grinta punito dagli ex (2-1)

19 nov 17 Affrontare un derby, la partita più sentita delle due tifoserie, con questo piglio, quasi da professorini, è stato un vero e proprio harakiri da parte del Cosenza. Braglia deve inventarsi sempre nuove alchimie per ovviare alla mancanza di una vera punta d'area e alla fine manda in campo una sola punta che altro non fa che il gioco dell'avversario. Contro un Catanzaro di giovanotti che gioca dopo il gol un derby maschio il Cosenza fa "densità" ma non ci mette la grinta necessaria a cambiare l'esito della gara. Una mancanza di personalità che evidenzia ancor di più le pecche del Cosenza targato Trinchera. Eppure sia Baclet che Statella, oggi le punte di turno, hanno avuto la loro occasione per metterla dentro. Nei primi venti minuti le occasioni ci sono ma Baclet non è preciso. Poi alla mezz'ora, con il Cosenza in avanti, Statella potrebbe metterla dentro ma tira debolmente. Sulla parata il contropiede per Zanini è letale. Idda a centrocampo scivola e la pennellata per Zanini è precisa. Pinna va al centro ad affiancare Dermaku mentre Baclet fa il terzino su Zanini. Che pasticcio. E' il gol che cambia la partita. Esplode il Ceravolo ed i giocatori giallorossi si galvanizzano. Sugli spalti la solita coreografia copiata da un altra tifoseria sfotte gli Anni 80. La curva del Cosenza entra solo al 20' ma si fa sentire per tutta la partita. Il Cosenza cade nella trappola di Dionigi che distraendo Pinna inserisce spesso l'ex Zanini che, alla fine, risulta il migliore in campo. Il Cosenza fa possesso palla ma è sempre una soluzione da fuori, traversa di Calamai, la giocata più pericolosa. Ad inizio ripresa la frittata. Dermaku si perde Infantino che viene anticipato da Corsi il quale involontariamente serve Letizia. L'altro ex, a due passi da Perina, la mette tra lui il suo palo. Segna non esulta. Rispetto. Alla fine in sala stampa dirà di esserne dispiaciuto. Vabbè. Spazi di umanità. A rivedere l'azione del gol al ralenty troviamo Idda fuori dall'area e Palmiero su Letizia. Vabbè. Una dormita totale di una difesa da rifondare. Braglia cambia e butta nella mischia Caccavallo e Mendicino proponendo un Cosenza a trazione anteriore. La mossa è buona ma il risultato meno. Caccavallo da buona posizione spedisce alto, Mendicino salta con Nordi ma il portiere ha la meglio. Dionigi sente puzza di bruciato e manda il peperoncino Puntoriere che sfrutta gi spazi lasciati dal Cosenza votato all'attacco. Zanini prende il palo. Loviso appena entrato brucia una punizione fuori e poi solo davanti la porta, o quasi, cicca clamorosamente. C'è il tempo di una mischia e di una parata sulla linea, su tiro di Caccavallo, che un giocatore respinge con le mani. Il Catanzaro mostra i suoi limiti ma quelli del Cosenza non sono da meno. Ma D'orazio insiste sulla fascia e con caparbietà spinge sulla sinistra portando un pallone in area, Mendicino prova a metterla dentro, un difensore lo butta a terra servendo D'Orazio che gonfia la rete sotto la curva del Cosenza. Però è il quarto minuto di recupero. La partita è finita e il derby viene archiviato con la vittoria caparbia dei padroni di casa. Con tutti i limiti d'organico, tanti giovanotti di belle speranze, l'hanno vinta con una grinta da derby. Quella che è mancata al Cosenza.