Il Cosenza sfiora il colpaccio a Rende

03 dic 17 Al Cosenza servono punti per tirarsi fuori dalle secche della bassa classifica e i giocatori se ne rendono conto nella gara in cui era più difficile farli. Il Rende in serie positiva e nel suo fortino non fa sconti per nessuno. Il terreno, poi, ci mette la sua, zuppo d’acqua e a tratti anche scivoloso non permette di sfruttare le armi della velocità e del contropiede. Alla fine il risultato di parità è quello più ovvio. Anche se ai punti il Cosenza avrebbe meritato la vittoria. Rende non pervenuto in avanti, Cosenza che spreca l’impossibile negli ultimi 16 metri. Un difetto di fabbrica che si porta dietro da avvio stagione. Braglia sorprende tutti e schiera un Cosenza a specchio con un 5-3-1-1 con gli esterni difensivi alti che praticamente trasformano l’assetto in un 3-5-1-1, stesso schieramento degli uomini di Trocini. Prima della gara Gigi De Rosa consegna una targa a Kevin Marulla in ricordo di Gigi tra gli applausi di tutti i presenti. Si parte a tambur battente sotto la pioggia e un freddo gelido. Cinque minuti di Rende poi è un monologo del Cosenza che abita per tutto il primo tempo nella metà campo dei biancorossi. A smorzare il clima partita l’incursione di un drone che sorvola pericolosamente il settore ospiti e poi va a schiantarsi nel retrostadio. Una cosa vietatissima dai codici di volo. Il Cosenza reclama anche un rigore per un atterramento di Calamai in area ma l’arbitro non se la sente di assegnare il penalty così presto. mah, sarà, il regolamento è sempre a discrezione del direttore di gara. Sta di fatto che Baclet sfiora di testa il gol quasi subito, poi in area biancorossa arrivano cinque palloni due, i più pericolosi, sono di Mungo che prima con una serpentina viene smorzato, il secondo pescato solo la spedisce fuori. In mezzo anzi, meglio, nel finale di ripresa due errori del Cosenz permettono due ripartenze del Rende che con Actis Goretta prima e Gigiotti poi non inquadrano la porta. Si cambia campo sempre con la pioggia a inzuppare il terreno e con il Cosenza che mostra grande tecnica e possesso palla. Tanta qualità non sfruttata a pieno. Poi la stanchezza e il gioco spezzato da sei cambi offrono altre quattro occasioni per il Cosenza. Due sono marchiate da Pascali che manca di poco il bersaglio, le altre due da Mendicino. La prima delle due prova ad alzare un pallone telecomandato che però non si abbassa, la seconda e la più clamorosa a 10 secondo dal termine di testa solo davanti la porta manda a lato. Sarebbe stato il gol partita che avrebbe fatto esplodere il “Lorenzon” quasi completamente gremito da tifosi rossoblu. Un attimo prima il Rende stava per compiere il colpaccio con una punizione di Laaribi dal limite che mette tanta paura, ma solo questo, a Perina e compagni. Finisce con la maggior parte dei presenti che applaudono le due squadre e i fischi di un gruppo della sud frutto più delle brutte prestazioni del passato che hanno fatto perdere in credibilità che di quanto visto oggi. Loro si domandano, probabilmente, perché la grinta è arrivata solo oggi e nelle scorse gare è stata messa d a parte? Non li si può biasimare di certo ma in questa situazione con la squadra ancia a due punti dai play out non è il caso di farsi del male da soli. Il discorso potrebbe essere lungo e il rispetto che chiedono è giusto. In fondo il problema rimane quello della sterilità d’attacco. solo 12 reti in 17 partite sono poche. Probabilmente il Presidente Guarascio si mangerà le mani. Con un attaccante d’area sarebbe stata tutt’altra musica in una stagione che si sta rivelando tra le più mediocri degli ultimi cinque anni. Ora arriva il Francavilla e il Cosenza dovrà trovare una soluzione perché lasciare per strada punti così è davvero un peccato.